Beni culturali: pioggia di tutele a Collina d'Oro

Dopo un lavoro sotterraneo durato oltre un decennio che ha comportato la creazione di un gruppo di lavoro e diversi scambi con l’Ufficio cantonale dei beni culturali, la popolazione di Collina d’Oro e tutti gli enti interessati possono infine prendere visione delle nuove proposte del Municipio di tutela cantonale e locale per diversi oggetti presenti sul territorio comunale. E non sono poche. Ai 45 beni già ora tutelati, se ne potrebbero aggiungere altri quaranta, oltre all’istituzione di venti perimetri di rispetto e all’«innalzamento» della protezione da locale a cantonale del cimitero monumentale di Sant’Abbondio a Gentilino.
Cosa c’è...
Le osservazioni che giungeranno da questa prima pubblicazione, iniziata lunedì e che si protrarrà per un mese, saranno valutate ed eventualmente integrate nella variante di Piano regolatore che poi finirà sui banchi del Consiglio comunale. La stessa, poi, dovrà essere ripubblicata e approvata anche dal Consiglio di Stato. Il processo insomma è ancora lungo e darà inevitabilmente luogo a discussioni, data la mole di nuove tutele proposte. Esse sono riassunte in singole schede che, ci spiega il sindaco Andrea Bernardazzi, sono state stilate tenendo conto del valore intrinseco di ogni singolo oggetto, del valore urbanistico e funzionale e della sostenibilità economico-finanziaria per il proprietario. Fra le nuove tutele vi sono diversi roccoli, per preservare questo aspetto di vita passata, diverse ville - in particolare a Montagnola quelle dell’architetto Alex Huber - e alcuni edifici pubblici, come le Elementari di Montagnola.
... e cosa no
Da notare che il Cantone aveva proposto più edifici rispetto al Municipio. Le «mancate» tutele sono pure tutte motivate e sono in gran parte riconducibili alla convinzione che riguardino edifici già sufficientemente tutelati da altre misure. In parte invece sono state riscontrate modifiche tali da non giustificare la tutela (è il caso di un paio di case di Rino Tami). Si propone invece la tutela di villa Tamigi a Montagnola malgrado un volume posteriore che la snatura: «Indispensabile il restauro con la sua eliminazione».