«Besso come Parigi, pronti a scendere in piazza»

LUGANO - «Avete visto ciò che sta succedendo in Francia con il movimento dei Gilet gialli? È quello che accade quando la volontà popolare non viene ascoltata». Non ha usato mezze misure il presidente dell’associazione Besso Pulita e consigliere comunale PLR di Lugano Ugo Cancelli nel chiedere al sindaco Marco Borradori di intervenire contro la chiusura, prospettata dal Gigante giallo, dell’ufficio postale di Besso. Cancelli, insieme al presidente della Commissione di quartiere Gaspare Nadig, a Mario Morandi, Curzio Cambrosio e Armando Giani (membri della Commissione) e a Maristella Ben Halima (membro di Besso Pulita), ha consegnato stamattina le 4738 firme alla petizione - di cui è primo firmatario - contro la chiusura dell’ufficio postale di via Sorengo. Sostenuta anche dall’Associazione genitori di Besso e dai commerci del quartiere, la petizione chiede al Municipio di inoltrare un ricorso alla Commissione federale delle Poste (PostCom) per rivendicare non solo il mantenimento dell’attuale struttura, ma il suo potenziamento con il ripristino dell’apertura domenicale e l’ampliamento degli orari di apertura. Al posto dell’ufficio di via Sorengo, lo ricordiamo, La Posta ha intenzione di creare un’agenzia postale (la misura fa parte del progetto nazionale di ristrutturazione della rete postale con la chiusura di oltre 600 uffici in tutta la Svizzera).

«Le 4738 firme sono state raccolte tutte nel quartiere di Besso - ha spiegato Cancelli - che conta 5104 abitanti e sono quindi la prova che tutta la popolazione è unita». Quello di via Sorengo non è un ufficio che serve solo il quartiere ma, secondo i promotori della petizione - «tutto il comparto della stazione delle FFS che in futuro sarà ampliato». «In tutte le grandi città svizzere vi è un ufficio postale nei pressi della stazione, non capiamo perché Lugano dovrebbe privarsene, bloccando così di fatto lo sviluppo di tutto il quartiere». Secondo Cancelli il Municipio «deve attivarsi e prendere una seria posizione per difendere gli interessi di tutta la città». In sostanza, si vorrebbe che La Posta dilazionasse il suo programma di chiusura («sappiamo che la digitalizzazione è inevitabile» hanno spiegato i promotori) e che venga assicurato il servizio pubblico ai cittadini.
Nel ricevere le firme in cancelleria, Borradori ha smorzato i toni trovando un po’ azzardato il paragone con il movimento dei Gilet gialli in Francia, sostenuto da Cancelli per spiegare che «va rispettata la volontà popolare». «Capisco che dietro a queste firme si cela una volontà forte di cui vogliamo farci interpreti - ha detto il sindaco - in tempi moderatamente brevi avremo un nuovo incontro La Posta e vedremo cosa possiamo fare».
«La Posta ha la libertà di chiudere»: così, lo ricordiamo, aveva risposto a dicembre il Consiglio federale al consigliere nazionale e municipale di Lugano, che aveva interrogato il Governo proprio sulla chiusura dell’ufficio postale di via Sorengo. «La soluzione prospettata per Besso - si legge ancora nella risposta del Consiglio federale - sarebbe la trasformazione in un’agenzia».
Le firme raccolte dalla petizione sono tante, ma non è chiaro se basteranno a far cambiare idea al Gigante giallo che sta portando avanti, ormai da tempo, una controversa e contestata riorganizzazione dei suoi uffici in città.