Bironico, rissa a causa della gelosia

LUGANO - Cominciano a delinearsi i contorni e le cause scatenanti della lite avvenuta domenica nei pressi dell'ufficio postale di Bironico. All'indomani della notizia del fermo di due minorenni e di sette adulti (nel frattempo tornati a piede libero) è emerso infatti che all'origine di tutto vi sono questioni di gelosia che si trascinavano da tempo. Due in particolare i membri delle rispettive fazioni che si contendevano le attenzioni e i favori di una ragazza e che hanno deciso di risolvere i conti in sospeso incrociando i loro cammini sui terreni banditi dal codice penale.E così, quella che doveva essere una normale storia di rivalità sentimentali tra neomaggiorenni si è tradotta in un crescendo di tensioni e insulti degenerato alla fine in una violenta rissa. Tutto, domenica scorsa, si è consumato nel giro di pochi minuti (intorno alle 15.30) ma senza che fortunatamente si sia arrivati a ferimenti degni di nota. Stando a una prima ricostruzione, il violento alterco ha visti contrapposti un gruppo di otto persone ed un secondo formato da un 53.enne e un 21.enne, padre e figlio, entrambi cittadini svizzeri domiciliati nel Luganese. Questi ultimi nello scontro hanno avuto la peggio, riportando qualche contusione.Vi è però un precedente su cui polizia e magistratura vogliono vederci chiaro: in base a quanto emerge sembra infatti che, tre giorni prima della rissa, padre e figlio (con ruoli che restano ancora da determinare) abbiano picchiato a loro volta uno dei membri del gruppo rivale provocandogli una ferita e qualche punto di sutura. Sarebbe stato proprio questo episodio ad innescare la miccia e a provocare la missione punitiva.I partecipanti sono già stati interrogati e hanno avuto modo di fornire la propria versione sulle rispettive responsabilità. In una nota stampa diramata lunedì, le forze dell'ordine hanno evidenziato come nell'ambito dell'indagine siano stati fermati e quindi interrogati una minorenne e un minorenne, entrambi residenti nella regione. Lo stesso destino è toccato a sette cittadini svizzeri tra i 18 e i 22 anni, tutti domiciliati nel Luganese, coinvolti con gradi diversi nella vicenda. Cinque di questi, tutti maggiorenni, sono pure stati temporaneamente arrestati e infine rilasciati. Le ipotesi di reato formulate dagli inquirenti sono quelle di aggressione subordinatamente rissa, lesioni gravi subordinatamente semplici e infrazione alla Legge federale sulle armi. L'indagine è coordinata dal procuratore pubblico Arturo Garzoni e dalla Magistratura dei minorenni. Gli inquirenti stanno ora valutando anche l'esistenza di eventuali precedenti penali a carico dei vari fermati. Tutta la vicenda si concluderà verosimilmente con una serie di decreti di accusa.