«Bisogna sostenere di più le PMI»


LUGANO - Il Ticino presenta ottime carte a livello industriale, e lo testimoniano molte aziende di punta, anche se di piccole dimensioni, che riescono ad essere competitive a livello mondiale. Lo Swiss Venture Club (SVC), un’associazione no profit indipendente di imprenditori per gli imprenditori che si propone di sostenere e promuovere le PMI, forza motrice dell’economia svizzera, organizza ogni due anni il PRIX SVC nella Svizzera italiana. In questo modo cerca di contribuire alla creazione e al mantenimento di posti di lavoro nel Paese. Su questa iniziativa abbiamo intervistato Andreas Berger, presidente di Swiss Venture Club.
Signor Gerber, lei è presidente dello Swiss Venture Club ormai da quasi un anno e mezzo. Come ha vissuto questo periodo?
«Quest’ultimo anno e mezzo nello SVC è stato estremamente interessante e avvincente. La collaborazione con il team molto motivato e all’interno del comitato direttivo rappresenta un grande arricchimento per me. Sono fiero del nostro network e delle sue conquiste. Tuttavia non possiamo permetterci di riposare sugli allori, infatti con lo SVC vogliamo continuare a contribuire alla promozione dell'imprenditorialità in Svizzera e al perfezionamento della nostra attività».
Quali sono i vostri progetti futuri per promuovere lo sviluppo e la crescita dello Swiss Venture Club?
«In futuro vorremmo far conoscere ancora di più lo SVC e per farlo dobbiamo ampliare il numero dei nostri membri. Al momento sono oltre 3.000, il che ci rende la principale rete per PMI della Svizzera. Ma, considerando che in Svizzera le PMI sono 300.000, abbiamo ancora un grosso potenziale. A tal proposito stiamo per adottare diverse misure. Tra le principali, l’aggiornamento della nostra presenza sul web a partire da quest’estate. Inoltre ci concentriamo sul dialogo tra le giovani imprese e quelle esperte e vincenti. Naturalmente anche l'impegno nei confronti della politica rientra nel mio incarico: voglio fare in modo che le PMI vengano prese maggiormente in considerazione in caso di decisioni politiche che le toccano. Voglio favorire maggiormente il dialogo tra economia, società, cultura e politica, ad esempio con il concorso di idee Wunsch-Schloss lanciato dallo SVC».
Il Prix SVC è uno degli eventi principali per aumentare la visibilità delle PMI presso l’opinione pubblica. Spesso le PMI non pensano a questo aspetto. Quanto è importante, invece, a suo parere?
«È un aspetto importantissimo. La premiazione garantisce molta visibilità sui media alle aziende e il grande pubblico apprende nuove informazioni sull’attività di queste sei aziende, spesso poco conosciute. Ciò che mi sorprende sempre è che in Svizzera vi sono centinaia di aziende leader sul mercato globale e pochi o nessuno lo sa. Dobbiamo impegnarci per far conoscere queste prestazioni! Questa passione per l’imprenditoria che quotidianamente si vive nella nostra economia deve essere portata alla ribalta allo scopo di promuovere l’innovazione creativa, per non lasciarsi schiacciare dalle grandi sfide, per acquisire maggiore coraggio e per puntare al futuro. Tutto ciò rappresenta il fascino dell'imprenditoria e continua ad appassionare me personalmente e noi tutti come team organizzatore del Prix SVC. Ed è proprio per questi motivi che esiste il Prix SVC. In fin dei conti sono le piccole e medie imprese che tengono acceso il motore dell’economia. Vogliamo mostrare e celebrare questa realtà».
Come giudica la capacità di innovazione e la competitività delle PMI svizzere?
«Nel complesso le ritengo entrambe positive. Negli ultimi anni, malgrado l’influenza di fattori come le continue oscillazioni delle valute, la carenza di forza lavoro qualificata e la digitalizzazione, in molti settori le aziende sono riuscite a mantenere invariata o addirittura ad aumentare la loro competitività. Queste sfide così come la grande capacità innovativa hanno rafforzato e reso più flessibile il panorama delle aziende in Svizzera. Tuttavia anche in questo caso vale la regola di non adagiarsi, di proseguire con costanza e di affrontare le sfide».
Il settore industriale elvetico gode di ottima salute, come dimostra la forza dell’esportazione. A suo giudizio si potrebbe fare di più per sostenere ancora meglio la piazza economica?
«È importante che l’imprenditoria possa esprimere il proprio potenziale e che le condizioni quadro per le PMI lo permettano. Nella mia funzione di presidente dello SVC e in qualità di responsabile degli affari con le PMI in Svizzera di Credit Suisse sono quotidianamente a stretto contatto con gli imprenditori. Un argomento di discussione costante è la grande mole burocratica e di disposizioni da rispettare con cui devono fare i conti. E i fatti lo dimostrano: le regolamentazioni aumentano ogni giorno! Per questo motivo lo scorso anno abbiamo istituito il "5-vor-12" (Mezzanotte meno 5), il premio per una deregolamentazione efficace».
Oggi si parla molto di start-up. Come giudica le condizioni quadro economiche e giuridiche in questo settore? Rappresentano un reale sostegno alla creazione di nuove imprese tecnologiche?
«In Svizzera disponiamo di condizioni quadro molto vantaggiose per le start-up. Vorrei sottolineare l'elevato livello di istruzione, i grandi investimenti in ricerca e sviluppo, grazie tra gli altri al Politecnico Federale di Zurigo e all’EPF di Losanna. Lo scorso settembre ho nuovamente preso parte alla premiazione delle più promettenti start-up svizzere nell’ambito del Top100 Startup Award, per altro sostenuto dallo SVC e da Credit Suisse in qualità di partner. Sono stato e sono tutt’ora particolarmente colpito dalla capacità innovativa, dalla passione, dal know-how e dalla qualità dei giovani imprenditori. A mio parere esiste ancora un potenziale nel settore del finanziamento e della promozione finanziaria. Per questo motivo dal 2010 Credit Suisse Entrepreneur Capital SA concede alle start-up finanziamenti di rischio sotto forma di partecipazione al patrimonio netto oppure di prestito senza copertura con partecipazione paritaria ai risultati dell’esercizio. Inoltre in Svizzera solo una start-up su dieci viene fondata da una donna: in quest’ambito arranchiamo e siamo in ritardo nel raffronto internazionale e abbiamo pertanto ancora un ampio potenziale».
Come giudica il grado di innovazione e la competitività delle imprese industriali nel nostro Cantone?
«Secondo un recente studio dell’IRE, il Ticino è molto competitivo e occupa la quinta posizione alle spalle di Zurigo, Zugo, Ginevra e Basilea Città. Come particolari punti di forza vengono evidenziati il capitale umano e la forza lavoro qualificata, così come la dinamica attività aziendale e la forte diversificazione. Questi punti di forza identificano anche i vincitori del Prix SVC Svizzera italiana. Sono lieto di celebrare il 15 maggio i finalisti di quest’anno al Palazzo dei Congressi di Lugano».
«L’obiettivo è rafforzare la competitività delle imprese»
Sul tema del sostegno alle PMI abbiamo intervistato anche Marzio Grassi, presidente della giuria Prix SVC Svizzera italiana e responsabile della clientela aziendale per la regione Ticino di Credit Suisse

Ogni due anni, la Swiss Venture Club seleziona 6 aziende nella Svizzera italiana per il Premio SVC. Come avviene questa scelta?
«La giuria di esperti indipendenti si riunisce e propone in totale tra sessanta e ottanta aziende, che sono analizzate una per una. Di queste sceglie successivamente una ventina di aziende da esaminare ancora più scrupolosamente in base a criteri come per esempio l’unicità della value proposition, i risultati finanziari, la capacità innovativa, lo spirito imprenditoriale e la creazione o il mantenimento di posti di lavoro in Svizzera. In un’ulteriore riunione la giuria sceglie all’unanimità le sei aziende finaliste. Queste ultime sono poi visitate nel corso di un’intera giornata, durante la quale i finalisti presentano la propria azienda, il management e le prospettive future, rispondendo alla numerose domande dei giurati. Al termine della giornata i membri della giuria si riuniscono e stilano la classifica finale, che resta strettamente confidenziale fino alla serata di assegnazione del premio».
Il Ticino continua ad offrire buoni candidati? Avete difficoltà a trovare nuove aziende all’altezza della competizione?
«Il Ticino continua ad offrire un ampio e diversificato ventaglio di eccellenti aziende. Ricordiamoci che ogni anni nel nostro Cantone vengono create circa 2000 aziende: un numero importante che conferma la dinamicità degli imprenditori. È pur vero che una parte di queste non sono conosciute al grande pubblico, soprattutto se sono attive in ambito B2B. Ed è uno dei motivi per cui organizziamo ogni due anni il Prix SVC: far conoscere meglio quelle aziende radicate sul territorio che ottengono risultati eccellenti, magari esportando i loro prodotti e servizi in tutto il mondo, ma meno conosciute in patria».
Quali vantaggi comporta per una PMI ticinese essere scelta come finalista del Prix SVC?
«Ogni finalista vince un premio legato alla formazione e al networking. Gode di ampia visibilità, prima, durante e dopo la cerimonia di premiazione. Inoltre, l’azienda entra a far parte dello Swiss Venture Club, una tra le rete di imprenditori più importanti e conosciute in Svizzera, con più di 3.000 associati. Questa rete offre un grande potenziale di networking e favorisce la collaborazione tra imprenditori».
Come giudica le condizioni quadro per le PMI ticinesi? Si fa abbastanza per sostenerle?
«Da un lato le condizioni quadro sono buone, soprattutto se le paragoniamo ad altre nazioni circostanti. Disponiamo di una grande offerta formative, con USI e SUPSI in primis, e anche del sostegno da parte di organizzazioni come la Fondazione Agire, il Centro Promozione Start-up e la Commissione per la tecnologia e l’innovazione (CTI). D’altra parte bisogna dire che a livello burocratico si potrebbe fare meglio. Affinché le aziende possano restare competitive a lungo termine soprattutto anche a livello internazionale, occorre evitare di introdurre nuovi oneri amministrativi e ulteriori tasse e tributi che riducono ulteriormente i margini».
A suo avviso per le PMI è più difficile innovare rispetto ai grandi gruppi internazionali?
«L’innovazione non dipende dalle dimensioni dell’azienda, bensì dall’atteggiamento mentale non solo dei dirigenti, ma di tutti i collaboratori. D’altronde i più famosi PC sono nati in un garage! Spesso le PMI sono più agili e si adattano meglio ai cambiamenti, mentre i grandi gruppi hanno a disposizioni risorse finanziarie superiori che permettono di essere più veloci nell’introdurre novità sul mercato».
In genere nel nostro cantone le PMI hanno problemi a trovare i finanziamenti necessari?
«Se l’azienda è solida, anche se giovane, dispone di un business plan convincente e dimostra di avere le tutte le carte i regola, le opportunità per trovare i finanziamenti necessari ci sono. Per esempio, Credit Suisse ha recentemente incrementato il capitale a disposizione della Credit Suisse Entrepreneur Capital AG a 200 milioni di franchi, di cui 30 milioni per le fintech, con l’obiettivo di sostenere giovani imprese con capitale di rischio».