Ambiente

Bissone piazza le difese contro le colate di fango

Lavori in corso nella Ova Drizza, sopra le case che un anno fa erano state raggiunte da uno smottamento – Una struttura in legno (simile a quella già creata sopra la A2) arginerà la forza dell’acqua e il rotolamento dei sassi
Gli argini creati sopra l’autostrada, invasa anch’essa dal fango lo scorso luglio. © CdT/Gabriele Putzu
Giuliano Gasperi
14.05.2022 06:00

Bissone non vuole più avere paura delle colate di fango e si è messa al lavoro per potenziare le sue difese. L’attenzione al momento è focalizzata sulla Ova Drizza, l’avallamento che scende ripido e perpendicolare verso il centro abitato e che per due estati di seguito è stato teatro di smottamenti. Anche di spaventi, visto che le prime case sulla sua traiettoria, raggiunte dal flusso di detriti, erano state evacuate e dichiarate inagibili per diverso tempo.

Il primo episodio era accaduto tra il 28 e il 30 agosto del 2020, il secondo fra il 29 e il 30 luglio del 2021. In entrambi i casi erano stati registrati solo danni materiali, ma le cronache degli ultimi anni ci ricordano che può andare molto peggio.

Le successive opere di pulizia e riparazione erano costate in tutto 325 mila franchi e nei giorni scorsi il Consiglio comunale ne ha stanziati 181 mila per mettere in cantiere un primo intervento che riduca il rischio di nuovi pericoli per la zona residenziale Ai Ronchi, «in attesa che siano progettate e realizzate le opere definitive».

Il progetto, condiviso con le autorità cantonali, prevede di posare una struttura in legno, come una palificazione, lungo l’alveo della Ova Drizza per creare un fondo rigido che riduca il processo di erosione causato dall’acqua che scorre a mo’ di ruscello durante le forti precipitazioni.

Allo stesso tempo si vuole rendere più ruvida la superficie di scorrimento, in modo da limitare la forza cinetica dell’acqua e di trattenere, o perlomeno rallentare, il rotolamento di eventuali sassi.

La stabilizzazione della valletta è stata programmata su quattro o cinque tratti lunghi ognuno fra i venti e i venticinque metri. Ed è un’opera urgente: prima o poi ricomincerà a piovere, e potrebbe farlo in modo intenso. Per questo motivo, con l’avallo di Bellinzona, il Municipio ha appaltato i lavori già prima di sottoporre la richiesta di credito al Legislativo bissonese, che in ogni caso ha risposto con un sì unanime. La spesa netta a carico del Comune ammonterà a 73 mila franchi, considerando il sussidio promesso dal Cantone.

La Ova del Fontanino

L’opera progettata per la Ova Drizza somiglia molto a quella che ha già preso forma qualche centinaio di metri più a sud, sempre in territorio di Bissone, su iniziativa dell’Ufficio federale delle strade (USTRA) e in modo coordinato con il Comune. Chi guida in autostrada verso sud, prima dell’ingresso nella galleria, avrà sicuramente notato il manufatto in legno che sale verso l’avallamento soprastante, la Ova del Fontanino. Anche da quella parte del versante, nel luglio dello scorso anno, era scesa una colata di fango che aveva invaso e bloccato l’autostrada. La genesi di questo smottamento, come ci aveva spiegato a suo tempo il geologo cantonale Andrea Pedrazzini, era stata particolare. Prima che iniziassero i temporali, infatti, una tromba d’aria aveva abbattuto diversi alberi in una zona di bosco a circa quattrocento metri in linea d’aria sopra la A2.

L’acqua piovana, che scendeva a mo’ di ruscello, avrebbe dovuto finire in una vasca di contenimento, ma le piante cadute avevano deviato il suo corso su un pendio privo di opere difensive, così si era formata la colata. Grazie agli ultimi interventi, il copione non dovrebbe ripetersi.

«Abbiamo consolidato l’alveo dell’Ova del Fontanino per evitare che il materiale instabile si muova al prossimo evento o che il riale compia deviazioni» ci ha spiegato il portavoce dell’USTRA Eugenio Sapia.

«Per questo sono stati creati degli argini in legno con degli scalini sul fondo e dei ‘pettini’ infissi. Ai piedi dell’ova consolidata si è poi creato uno spazio supplementare rispetto a quello di prima per contenere eventuale materiale che dovesse ancora giungere. Questo permette di avere una maggior sicurezza».