Inchiesta

Blitz alle onoranze funebri, ruspe in azione nel giardino

Il Ministero pubblico ha aperto un procedimento nei confronti di una ditta con sede a Mendrisio – Gli inquirenti hanno setacciato la documentazione presente e hanno scavato lungo il perimetro esterno

Un blitz degli inquirenti con tanto di ruspe. È quanto andato in scena oggi nella sede di una nota ditta di onoranze funebri di Mendrisio. Inquirenti all’opera all’interno e all’esterno dell’edificio: nel giardino erano infatti al lavoro delle ruspe, mentre all’interno erano in corso analisi della documentazione trovata.

Difficile, al momento, sapere nel dettaglio cosa stessero cercando. Quel che è certo è che si sospettano dei reati di natura penale. A colpire e destare perplessità, soprattutto, sono stati gli scavi effettuati all’esterno della sede. Scavi di notevoli proporzioni che hanno interessato l’intero giardino dell’edificio: cosa stavano cercando gli uomini della Polizia scientifica? Cos’è stato trovato? Risposte, al momento, ancora non ce ne sono. Anche se, trattandosi di mondo funerario, le ipotesi – piuttosto definite – non mancano. Spetterà, ad ogni, modo, all’inchiesta di Polizia far luce su cosa si nascondesse (o meno) sottoterra e nella documentazione. Per ora gli unici dettagli a trapelare sono legati ad alcune fotografie scattate dalle case circostanti la sede perquisita. Immagini che mostrano un giardino messo a soqquadro da una ruspa e uomini al lavoro con la pala e dove non mancano oggetti di legno accatastati, tra cui quella che sembra la croce di una lapide.

Il Ministero pubblico, come detto, ha aperto un procedimento penale. «Gli accertamenti – si legge nel comunicato stampa diramato nel pomeriggio – sono finalizzati a comprendere se sussistano i presupposti di reati di natura penale (eventuali inadempienze o irregolarità) nell'esecuzione delle opere in campo funerario e cimiteriale». I reati ipotizzati sono quelli di truffa e turbamento della pace dei defunti. Quanto andato in scena oggi nella sede della ditta di onoranze funebri, è stato possibile grazie a «un’attività investigativa sviluppatasi nel corso delle ultime settimane». Stando a nostre informazioni il tutto è nato da una segnalazione giunta in Procura. Segnalazione vagliata attentamente, anche in considerazione del settore, parecchio delicato e dove, va detto, la concorrenza tra ditte non manca. E talvolta risulta anche essere piuttosto «ruvida».

Il lavoro degli inquirenti, si specifica ancora nella nota, «è stato caratterizzato da una serie di perquisizioni, interrogatori e sequestri di materiale». Oltre alla ricerca di documentazione e agli scavi effettuati, sono state interrogate due persone «la cui posizione è attualmente al vaglio». L’inchiesta, è coordinata dalle procuratrici pubbliche Pamela Pedretti e da Raffaella Rigamonti. La Magistratura ricorda altresì che per gli imputati «vale il principio della presunzione di innocenza fino all’emanazione di una decisione definitiva».

Il titolare: «Sono tranquillo»

Innocenza di cui è convinto il titolare della ditta, da noi contattato in serata. Pur non potendo entrare nei dettagli dell’inchiesta Fernando Coltamai ci dice di «essere tranquillo, confido nei lavoro degli inquirenti e che sia fatta chiarezza su questa situazione».

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