Bosco Gurin, dopo un inverno sulla cresta dell’onda l’estate sarà mozzafiato

BOSCO GURIN - Un vulcano che gestisce una montagna verrebbe da dire ascoltando Giovanni Frapolli parlare dei progetti presenti e futuri per Bosco Gurin. Il villaggio della Rovana sta per archiviare una stagione invernale più che soddisfacente (gli ultimi week end per sfrecciare sulle piste saranno questo e quello del 30 – con il divertente Water Slide Contest al rifugio Sonnenberg – e 31 marzo) e si appresta ad inaugurare un’estate all’insegna delle novità. A giugno entrerà infatti in funzione l’attesa slittovia e, per l’occasione, il ristorante Rossboda, situato a 2.000 metri di quota, inaugurerà il suo nuovo regime di apertura sull’arco dell’intero anno. Infine, a giorni sarà inoltrata la domanda di costruzione per un’ulteriore attrattiva, il cui obiettivo è quello di destagionalizzare definitivamente l’attività della stazione turistica. Si tratta di una cosiddetta «zipline», una discesa da brivido appesi ad un filo fra le più lunghe della Svizzera. Ma Frapolli non si ferma e con il pensiero è già oltre: nel cassetto dei sogni (che spesso hanno finito per trasformarsi in realtà) ci sono anche nuovi collegamenti per la Vallemaggia e, in particolare, un metrò alpino sulle tracce dei Walser.
Ripartiamo però dai dati concreti, dando uno sguardo ai risultati della stagione invernale in dirittura d’arrivo, che l’imprenditore definisce «più che soddisfacente», con un incremento medio del 20 per cento rispetto allo scorso anno per quanto riguarda sia gli impianti di risalita sia la ristorazione e i pernottamenti. «Tutti elementi – specifica il nostro interlocutore – legati a filo doppio». Grazie ad una combinazione favorevole fra condizioni meteo e innevamento, l’annata era partita letteralmente col botto. «Basti dire – prosegue Frapolli – che subito dopo Natale, con il soleggiamento costante durante le vacanze, eravamo a quota più 60 per cento. Per avere un’idea dell’affluenza, nelle due settimane delle feste abbiamo avuto una media di mille persone al giorno». L’impennata si è poi livellata nel periodo successivo, meno favorevole dal punto di vista meteorologico. «Ma archiviare la stagione con una media del più 20 per cento è un buon risultato, reso ancora migliore dall’aumento della presenza di sci club ticinesi e di scuole medie, cosa che ha anche favorito l’occupazione dell’ostello Giovanibosco, il quale ha messo a segno un incremento del 10 per cento».
Ma il proprietario delle strutture turistiche del villaggio più alto del Ticino è convinto che non si debba dormire sugli allori. «I cambiamenti climatici che stiamo vivendo – afferma – sono ormai una concreta realtà e devono farci riflettere. Una stazione come la nostra, per garantirsi un futuro deve prolungare la stagione oltre quella della neve. In fondo le infrastrutture di base le abbiamo già, basta adattarle alle nuove esigenze». Così, a dipendenza del momento (ogni giorno o nei fine settimana), la seggiovia che porta gli sciatori in quota rimarrà per la prima in funzione anche quando la coltre bianca sarà scomparsa. «Così come – prosegue il nostro interlocutore – il ristorante Rossboda a quota duemila metri, che inaugurerà la sua apertura annuale». A far da catalizzatore sarà la nuova slittovia, lunga circa un chilometro e frutto di un investimento di 1,8 milioni di franchi, che sarà a disposizione del pubblico a partire dal mese di giugno. Un impianto che farà sicuramente crescere le presenze a Bosco anche al di fuori della stagione sciistica. «Ma non basta», riprende subito Frapolli, il cui obiettivo è un’affluenza annua per la località della Rovana attorno alle 100 mila persone. «Una cifra ideale per garantirci un futuro senza correre il rischio di essere vittime di un turismo di massa». Per arrivarci nei prossimi giorni sarà inoltrata la domanda di costruzione per una nuova «zipline» (impianto noto anche come «tirolese»), grazie al quale, appesi a un filo, si potranno effettuare discese da brivido per circa 2 chilometri, da quota 2.000 metri fino al parcheggio situato in paese, sorvolando suolo e alberi ad altezze che varieranno fra gli 8 e i 17 metri. Investimento previsto, 1 milione e 900 mila franchi. Se tutto andrà come previsto, la «zipline» potrà essere aperta al pubblico nel 2020.
«L’obiettivo finale – conclude Giovanni Frapolli – è quello di cambiare l’immagine turistica di Bosco, coinvolgendo nel processo di sviluppo anche le autorità, gli enti locali e la quarantina di abitanti». In tale progetto si inserisce anche la ristrutturazione da 10 milioni dell’albergo Walser, per la quale era stata avviata la procedura edilizia un anno fa e che prevede l’ampliamento della struttura ricettiva e la creazione di un nuovo centro wellness e SPA. Il cantiere dovrebbe partire nel 2021 e concludersi entro due anni.