Bosco Gurin risale a bordo del metrò alpino

A Bosco Gurin, mentre la slittovia subisce un lieve rallentamento a causa delle condizioni meteo poco favorevoli, ingrana nuovamente la marcia il metrò alpino in direzione di Formazza. Il progetto di collegamento transfrontaliero – lanciato alla fine degli anni ’90 e rimesso nel cassetto agli inizi del 2000 –, è stato infatti ripreso in mano da un gruppo italo svizzero di promotori privati, guidato da Giovanni Frapolli con il sostegno dei Comuni della Vallemaggia (ASCOVAM) tramite il neo costituito Gruppo della mobilità della Vallemaggia. «L’intenzione è di realizzare l’opera entro il 2026-2027», fa sapere al CdT l’imprenditore ticinese, patron della stazione turistica di Bosco Gurin. Allo scopo, nei giorni scorsi a Formazza vi è stata la sottoscrizione da parte dei sindaci dei due Comuni montani di una dichiarazione d’intesa per la progettazione e la costruzione di un’infrastruttura di trasporto pubblico ferroviario o simile in galleria tra il villaggio della Rovana e la frazione italiana di Fondovalle. «Si tratta di un’intesa fondamentale – sottolinea Frapolli –, un segnale politico importante che garantisce il sostegno fondamentale al gruppo di promotori».
Le caratteristiche
In particolare, si pensa a «una moderna funicolare elettrica con due vagoni su una monorotaia di circa 5,8 chilometri», illustra Frapolli, evidenziando che l’opera – inserita nel «Masterplan dell’Alta Vallemaggia» – è già considerata fattibile sul versante svizzero, «bisogna solo aggiornare lo studio». Ecco, dunque, che rispetto al progetto originale, a Bosco Gurin la partenza è prevista in paese (e non più all’alpe Grossalp), «dove c’è l’ex stazione dello sci-lift», precisa l’imprenditore. «Inoltre – aggiunge –, data l’esigenza di evitare di soffocare queste splendide realtà montane con un turismo di massa, la capacità di trasporto è stata meglio calibrata sulla base della capacità ricettiva locale (al massimo 1.200 persone al giorno) e potrà essere facilmente regolamentata». È ancora presto per parlare di costi, ma l’intenzione è di integrare il futuro «metrò dei Walser» nel sistema dei trasporti collettivi esistenti, sfruttando le peculiarità delle due aree montane e le infrastrutture esistenti.
Un circuito alpino
Se concretizzato, il metrò dei Walser permetterebbe non solo di collegare l’alta Vallemaggia con l’asse del Lötschberg (Domodossola) ma contribuirebbe anche alla creazione di un circuito alpino, insieme a un altro collegamento inter-regionale di cui si parla da decenni: quello tra Lavizzara e Airolo attraverso la galleria del Sassello, rilanciato anch’esso di recente e attualmente sotto esame del Cantone per verificarne la fattibilità.
Piano di sviluppo
Il metrò alpino rientra, come detto, tra i progetti inseriti nel piano di sviluppo regionale dell’Alta Vallemaggia, promosso dall’ASCOVAM. «È una bella iniziativa», commenta al CdT il coordinatore del Masterplan Timo Cadlolo, evidenziando che vi sono diversi elementi a suo favore. Tra questi, ad esempio, il fatto che le due comunità montane hanno anche congiuntamente postulato il riconoscimento della cultura Walser quale patrimonio immateriale da parte dell’Unesco.
Slittovia al collaudo
Per un progetto che si riavvia, un altro volge a concretizzazione: tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre si terrà il collaudo della slittovia biposto che permetterà il divertimento tutto l’anno. L’infrastruttura, lo ricordiamo, avrebbe dovuto essere inaugurata quest’estate, ma i lavori per la sua costruzione sono stati rallentati, come detto, dalle condizioni meteo poco favorevoli in alta quota. «Salvo altri imprevisti, verrà messa in funzione questo inverno», annuncia Frapolli, prospettando l’apertura della stagione 2020/2021 già la prossima primavera – «il 1. giugno» – e non più in autunno.
«Zipline» lanciata
Rientra nell’obiettivo di destagionalizzare l’attività della stazione turistica anche il progetto della «zipline». Impianto che permetterà una discesa da brivido appesi a un filo tra le più lunghe della Svizzera. «La domanda di costruzione è stata inoltrata», fa sapere in conclusione il nostro interlocutore. Lunga circa 2 chilometri, la «tirolese» prevista nel villaggio Walser partirà da quota 2.000 metri e, dopo aver sorvolato suolo e alberi ad altezze che varieranno fra gli 8 e i 17 metri, finirà al parcheggio del paese. Se tutto andrà come previsto, la «zipline» potrà essere aperta al pubblico nel 2020.
Un legame profondo che si rafforza
Vicini, sia dal punto di vista geografico che culturale, Bosco Gurin e la valle Formazza sono uniti da un legame profondo coltivato nel corso dei secoli e che ora si rinnova. Se realizzato, infatti, il metrò alpino dei Walser permetterebbe, tra le altre cose, di intensificare le sinergie tra le due comunità montane confrontate con sfide economiche e con una difficile situazione demografica.