Botta e risposta sul potenziamento: quale via imboccare con il voto?

FAVOREVOLI - Simone Gianini
Un aumento delle
capacità, secondo i contrari, porta inevitabilmente a un aumento di traffico a
medio-lungo termine. L’ampliamento delle autostrade non crea maggiori incentivi per il
trasporto privato e dunque ancora più code?
«Lo scopo dei progetti
mirati di sviluppo della rete stradale nazionale (progettata negli anni ’60 e
realizzata per lo più tra gli anni ’70 e ’90 del secolo scorso, quando la
popolazione era oltre un terzo in meno rispetto ad oggi) è di riportare sull’autostrada
quel traffico (cosiddetto parassitario) che oggi, per evitare le colonne
provocate dai colli di bottiglia che si intendono appunto sciogliere con
progetti come quelli in votazione, si sposta invece sempre più sulle strade
cantonali e comunali all’interno degli abitati. Vi sono peraltro esempi come
quello del terzo tunnel del Gubrist (nel canton Zurigo, ndr), realizzato oltre
un anno fa in una delle zone più trafficate della Svizzera, che dimostrano che
il traffico si è fluidificato senza aumentare le colonne, ad esempio, alla
successiva galleria del Baregg (nei pressi di Baden, nel canton Argovia, ndr),
facendo diminuire gli incidenti del 75% e il traffico di aggiramento
nell’agglomerato del 20%. Volenti o nolenti, la rete stradale nazionale, pur rappresentando
soltanto il 3% delle strade del nostro Paese, assorbe oggi oltre il 40% del
traffico individuale motorizzato e l'80% del trasporto interno delle merci che
non possono usare
il treno. Non fare nulla,
con una rete ferroviaria che va pure potenziata, ma – anch’essa sovraccarica – non sarà mai in grado di
assorbire tutto quel fabbisogno di mobilità, porterebbe inesorabilmente a un
peggioramento della qualità di vita proprio nelle città e nei paesi che anche i
contrari chiedono di migliorare».
I progetti saranno
finanziati attraverso il Fondo per le strade nazionali e il traffico
d’agglomerato (FOSTRA). Non
sarebbe più opportuno investire di più nel trasporto pubblico per migliorarne
la competitività?
«Il Fondo per le strade
nazionali e il traffico d’agglomerato (FOSTRA; ricordiamo: alimentato al 100%
dagli automobilisti) è stato votato dal Popolo per finanziare l’esercizio, la
manutenzione, il completamento e il decongestionamento (come nel caso dei sei
progetti qui in votazione) delle autostrade. Così come quello gemello per
l’infrastruttura ferroviaria (FIF), è vincolato: a meno di cambiare la
Costituzione, non
può essere utilizzato per altro scopo. Peraltro, nel trasporto pubblico, e in
particolare nella ferrovia (oltre 6 miliardi all’anno), si spende già oggi più
che per la manutenzione e lo sviluppo delle autostrade (circa 3 miliardi
all’anno). La complementarietà e, mi sia permesso, anche la libertà di scelta
dei mezzi di trasporto, sono la base della nostra politica di mobilità, che il
referendum lanciato dai contrari vuole invece sovvertire. Impedire nuovi
investimenti (al grido di “basta soldi nelle autostrade”), vorrebbe dire
restare con i congestionamenti odierni, non investire nella sicurezza (i contrari lo erano
anche al secondo tunnel del San Gottardo, approvato dalla popolazione di quasi
tutti i Cantoni, compresi quelli romandi, oggi interessati dai progetti in
votazione) e neppure vedere in tempi ragionevoli, ad esempio, il collegamento veloce
A2-A13 tra Bellinzona e Locarno. Strada e ferrovia, così come tutti gli altri
mezzi di trasporto, pubblici e privati, devono concorrere – assieme e non in contrapposizione –
a far funzionare il nostro Paese!».
I sei progetti in
votazione occuperanno superfici di terreno pari a circa 60 campi da calcio. Per
i contrari, gli ampliamenti non
fanno altro che incrementare il traffico provocando anche più emissioni. Non è un autogol per la
protezione del clima e del territorio?
«Con riguardo al clima, e quindi in particolare all’emissione di CO₂, il
parco veicoli, da anni sempre più efficiente, si sta orientando alla trazione
elettrica, con pertanto una drastica riduzione dell’emissione diretta di gas
serra, indipendentemente dai sei progetti in votazione. In merito alla maggior
superficie occupata, i “circa 60 campi da calcio” ne comprendono almeno 50 di
aree già oggi impermeabili o di scarpate e zone non agricole, per lo più già di competenza
dell’USTRA, necessarie, tra l’altro, per la realizzazione di sistemi ambientali
all’avanguardia di recupero e trattamento delle acque reflue stradali. Tre
progetti su sei sono inoltre dei tunnel, che non occuperanno superfici agricole e quindi
nemmeno quelle pregiate destinate all’avvicendamento delle colture (SAC). Per i
“10 campi da calcio” rimanenti (che corrispondono allo 0,0017% delle SAC totali
di tutta la Svizzera) i progetti prevedono l’obbligo di compensarli con pari
superficie SAC. Non
per nulla, anche
l’Unione Svizzera dei Contadini invita a votare sì il prossimo 24 novembre».
CONTRARI - Bruno Storni
Per i favorevoli,
a causa delle code in autostrada il traffico si riversa negli agglomerati e nei
villaggi, ostacolando i trasporti pubblici e pregiudicando la sicurezza degli
abitanti. Potenziando le strade nazionali non si riduce il problema?
«No, anzi crediamo che
succederà molto più spesso il contrario: intanto, rendere più fluido il
traffico grazie a una capacità aumentata delle autostrade invoglierà più
automobilisti a utilizzarle. Inoltre, nessuna autostrada porta alla
destinazione finale: le persone partono e arrivano su strade locali dove
abitano, lavorano, vanno a fare la spesa o a trascorrere il tempo libero.
Pretendere di ampliare le autostrade per togliere traffico parassitario dagli abitati significa non
ammettere che il numero di auto che aumenta sulle autostrade si riverserebbe su
strade cantonali e comunali. Peggiorando la qualità della vita e la sicurezza
invece di migliorarle, aumentando inquinamento fonico e ambientale fin dentro
quartieri e paesi. A questo proposito vorrei ricordare che anche solo in
termini di microplastiche da abrasione di pneumatici, esse ammontano a quasi 10
mila tonnellate all’anno che poi troviamo ovunque: negli alimenti, negli
organismi viventi, nei nostri laghi Ceresio e Verbano dove ne sono state riscontrate
quantità preoccupanti. Quanto alla A2-A13, come precisato dal Consiglio
federale, non si vota su questo progetto. Poi ricordo che il tracciato in
progettazione è frutto di una concertazione che ha coinvolto ambientalisti,
agricoltori, TCS, ACS, Cantone e Comuni. Come lo era già il tracciato del 1998,
accordo buttato poi all’aria da Associazioni di automobilisti, Cantone e Comuni
che hanno ripescato la contestata Variante 95, poi bocciata da referendum nel
2007. Senza questo voltafaccia oggi la A2-A13 sarebbe già in esercizio».
Uno studio,
commissionato dal TCS, mostra che un ampliamento delle autostrade aumenta la
sicurezza sulle strade. Perché opporsi?
«Più traffico sulle
autostrade, come detto, genera ancor più traffico sulle strade secondarie e
quindi minor sicurezza proprio su queste ultime; aumentando il traffico in
generale, gli incidenti non diminuiscono ma aumentano. Per rendere le strade più sicure bisogna
insistere sui sistemi di sicurezza degli autoveicoli oppure sullo stile di
guida, non certo operare con ampliamenti di autostrade che creano traffico
indotto. Il Consiglio federale ha in preparazione la nuova ordinanza sulla
guida autonoma, che si basa su tecnologie che aumenteranno nettamente la
sicurezza e miglioreranno la fluidità del traffico sfruttando in modo più
efficiente la capacità stradale esistente».
Ferrovia e strada devono
essere complementari. Tuttavia, tempi di trasporto brevi sono importanti sia per i pendolari sia per l’economia. Se il
trasporto pubblico non è alla pari, perché mettere i bastoni tra le ruote al
trasporto privato?
«Opporsi all’ampliamento delle autostrade non significa ostacolare la
mobilità, anzi direi il contrario, visto che estendendole si aumentano gli
ingorghi come dimostra “la legge fondamentale degli ingorghi
autostradali”. Continuare a potenziare
le autostrade è un approccio del secolo scorso che ha fallito e che si basa
unicamente su più cemento e non considera alternative intelligenti. Il
Trasporto Pubblico (TP) può contribuire in modo importante a ridurre traffico e
colonne. Sono in corso progettazioni e costruzioni ferroviarie per oltre 20 miliardi che
entreranno in esercizio gradualmente entro il 2042, l’offerta raddoppierà così
su moltissime tratte. Con il terzo binario completo a Bellinzona, avremo la
cadenza di 15 minuti sulla S20. In Ticino, l’enorme successo del Tilo e del TP
su gomma, grazie all’offerta potenziata nel 2021, dimostrano che il TP è
attrattivo ed ha un grande potenziale di sviluppo. Alla riduzione del traffico
negli orari di punta possono contribuire il telelavoro e il car pooling che vanno
però promossi attivamente. Anche il mobility pricing potrebbe contribuire,
peccato che un progetto di legge per la sua sperimentazione sia sparito in un cassetto della
Confederazione. Non dimentichiamo che è stata rivista la Legge sulla
pianificazione del territorio per limitare la dispersione degli insediamenti, ed è in vigore
la nuova Legge sulle ciclovie: entrambe porteranno ad una diminuzione del
traffico motorizzato individuale. Per il nostro Cantone, attraversato dal traffico di mezza Europa
cui si sovrappongono gli spostamenti di quasi 80 mila frontalieri,
l’ampliamento in votazione aggraverebbe la situazione, perché le nuove gallerie
previste a Sciaffusa e Basilea attirerebbero più traffico dalla Germania
sull’asse del Gottardo: è da masochisti continuare con questa politica che
punta su più cemento e asfalto. Siamo la nazione più innovativa al mondo, ma per quanto riguarda le
autostrade continuiamo come se alternative intelligenti non esistessero».