Processo

«Calci in testa alla mia ex compagna? Non l'ho mai fatto»

Alla sbarra un 36.enne accusato di aver tentato di uccidere l'allora fidanzata in due distinte occasioni – Contesta quasi interamente i fatti
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Valentina Coda
26.09.2023 12:15

Per la procuratrice pubblica Pamela Pedretti l'imputato ha tentato di uccidere l'allora compagna in due distinte occasioni: una colpendola ripetutamente con dei calci alla testa, l'altra afferrandola al collo con le mani. Per l'uomo, invece, la vittima aveva la tendenza a esagerare in tutto, soprattutto nel racconto delle dinamiche dei fatti. Sullo sfondo una «relazione disfunzionale», in cui «lei era molto innamorata, io meno. Ho provato diverse volte a lasciarla perché mi cercava con insistenza, ma ci ricascavo sempre». Si è aperto questa mattina il processo a carico di un 36.enne cittadino italiano accusato di quattordici capi d'imputazione, tra cui omicidio intenzionale, ripetuto e tentato, tentata coazione sessuale e atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere.

Durante il dibattimento l'imputato è stato incalzato più volte dal presidente della Corte delle assise criminali, Amos Pagnamenta, per avere «una memoria a geometria variabile», ovvero per aver cambiato diverse volte versione sia nel corso dell'inchiesta che durante l'interrogatorio. L'uomo, patrocinato dall'avvocato Yasar Ravi e a cui una perizia psichiatrica ha diagnosticato un disturbo borderline e della personalità con un rischio di recidiva lieve, ha contestato quasi tutti i capi d'imputazione, «la storia è vera fino a un certo punto». «Avevamo tante discussioni e una vita sessuale accesa, è vero, ma non le ho mai tirato dei calci alla testa e l'ho sempre rispettata. Ammetto, invece, di averla presa per il collo, ma ho stretto solo per tre secondi».

La donna, si legge nell'atto d'accusa, ha riportato molteplici ecchimosi rossastre a livello del collo, dolore nella deglutizione, un'ecchimosi infra-orbitale destra, un'abrasione cutanea alla piramide nasale, un livido al gomito destro e all'avambraccio sinistro, dolore al cuoio capelluto e alcune ecchimosi al tronco e agli arti. Il dibattimento riprenderà questo pomeriggio con l'arringa e la requisitoria. La sentenza è attesa per domani.