Rassegna Gastronomica

Cambia il capotavola ma la tradizione prosegue

Novità ai vertici dell’atteso appuntamento d’autunno: Antonio Florini passa il testimone a Flavio Quadranti alla vigilia della cinquantanovesima edizione
Solitamente la manifestazione viaggia su una media di 24 mila persone a edizione. © CdT/Chiara Zocchetti
Valentina Coda
06.05.2022 06:00

L’appuntamento è così sentito che sul sito internet c’è perfino un conto alla rovescia. E quando la casella del 1. ottobre si avvicina sul calendario, stiate pur certi che una buona parte degli abitanti del Mendrisiotto e del Basso Ceresio ha già letto tutto il libretto, una quarantina di menù, discusso intensamente con parenti e amici e prenotato il ristorante. Avete già capito, stiamo parlando della Rassegna Gastronomica. Una tradizione d’autunno così profondamente radicata nella regione che si rinnova ormai da oltre mezzo secolo. Quest’anno, però, noterete una variazione alla voce «Saluto del presidente» mentre sfoglierete il famoso libretto. Antonio Florini ha ceduto il testimone a Flavio Quadranti che lunedì scorso ha ufficialmente preso le redini della Rassegna.

Di rischi e passione

Tanti si sono chiesti come abbia fatto questo appuntamento con la tradizione a sopravvivere per ben cinquantotto anni e continuare ancora oggi – nonostante le sfide non siano di certo mancate – a portare a tavola oltre venti mila persone sull’arco di quattro settimane. Quando Antonio Florini è stato eletto presidente della Rassegna ormai più di vent’anni fa, la manifestazione era arrivata a un bivio. «Siamo arrivati a un punto in cui dovevamo prendere una decisione, anche drastica se necessario – ci racconta –, la prima opzione era lasciarla morire perché non avevamo più capitale, e anche qualche debito, la seconda era rimboccarsi le maniche e farla ripartire. Io ci credevo e ci credo tuttora nella Rassegna, ci ho messo tutto me stesso anche grazie ai vari comitati, all’ente turistico regionale e al prezioso contributo di segretariato di Daniela Merlo che mi ha seguito in questa avventura fino a quattro anni fa». Florini, oltre ad aver guidato la manifestazione per decenni, ha fatto parte del Comitato per ben 35 anni. Ora, però, è arrivato il momento di lasciare. «Ho una certa età ed è meglio prendersi un po’ di tempo per se stessi – ci confida –. Il Comitato ha accettato le mie dimissioni a condizione che per due anni segua i membri nel processo organizzativo. Quadranti mi subentra in qualità di presidente in quanto da statuto il presidente della Rassegna è in automatico il presidente della GastroMendrisiotto».

Alla vigilia della cinquantanovesima edizione, praticamente la metà sono state organizzate sotto la gestione di Florini, che di ricordi ne ha parecchi da raccontare. Uno in particolare risale più o meno a sei anni fa, quando la Rassegna ha raggiunto numeri da record. «In quattro settimane si sono seduti ai tavoli dei ristoranti che hanno partecipato qualcosa come 29 mila persone. Ora viaggiamo sulle 24 mila persone a edizione. In ogni caso, lascio in mano la manifestazione con un capitale solido».

La forza della ristorazione

Flavio Quadranti è entrato ufficialmente in carica lunedì scorso. Anche se, ci confida, prima ci accettare il mandato ha passato qualche notte insonne. «Di questi tempi, la sicurezza di far durare la Rassegna ancora 58 anni non è così evidente. Alla fine, però, ho accettato la carica perché sono molto legato al territorio e alla Rassegna, consapevole che in Ticino non ne esiste una con un valore pari a quella del Mendrisiotto e Basso Ceresio». Gettando uno sguardo al futuro, Quadranti non ha intenzione di fare grandi cambiamenti, «è già un prodotto funzionante e il sistema alla base è più che solido, basti pensare che diverse regioni del Ticino hanno provato a riproporre lo stesso concetto della Rassegna e non è così evidente fare gli stessi numeri di quelli del Mendrisiotto. Forse porterò dei piccoli miglioramenti o delle novità, è ancora prematuro dirlo. L’unica cosa certa è che questa tradizione, così longeva, vorremmo durasse ancora diverso tempo. Crediamo molto nella ristorazione della nostra regione».