Campione d’Italia, cadono diverse accuse agli ex sindaci

Due giorni di discussione davanti al Giudice dell’Udienza preliminare, 17 imputati e accuse di falso, abuso, d’ufficio, corruzione e falso in bilancio, per condotte che sarebbero state commesse nell’esercizio delle loro mansioni a Campione d’Italia. Ipotesi complesse e articolate, sfociate ieri pomeriggio in una sentenza altrettanto composita, che ha dichiarato il non luogo a procedere, o l’insussistenza di circa metà delle accuse. Complice, in parte, la riforma dell’abuso d’ufficio, intervenuta dopo la richiesta di rinvio a giudizio, che ha azzerato una buona parte delle imputazioni. Il fascicolo, coinvolgeva con accuse a vario titolo, gli ex sindaci Maria Paola Mangili Piccaluga e Roberto Salmoiraghi e i rispettivi segretari comunali, il comandante della polizia locale Maurizio Tumbiolo, il capo area capo area economico finanziaria del Comune, Emanuela Radice, e molte altre figure, i cui ruoli risultavano strettamente connessi alle decisioni entrate nel mirino della Procura di Como. Ma ieri il Gup di Como Andrea Giudici, in una complessissima sentenza, ha dichiarato il non luogo a procedere relativamente alla metà delle imputazioni, in applicazione di quanto previsto dalla riforma legislativa, decidendo invece il rinvio a giudizio per i restanti capi.
Cosa resta
Ad aprile del prossimo anno saranno chiamati a processo dibattimentale Piccaluga (in carica dal 2007 al 2017), con l’ex vicesindaco Florio Bernasconi, il segretario comunale Giampaolo Zarcone ed Emanuela Radice con l’accusa di abuso d'ufficio per la rinuncia ai crediti esigibili dalla casa da gioco nel 2013 e 2014. Roberto Salmoiraghi (sindaco dal giugno 2017 al settembre 2018), il vice Alfio Balsamo e la segretaria comunale Lucia Amato saranno invece a processo con l’accusa di aver garantito il mantenimento dell’impiego a un parente di Salmoiraghi e uno di Balsamo, scorporandoli dall’elenco degli esuberi. Inoltre Salmoiraghi, Amato e Radice, sono chiamati a rispondere di falso in atto pubblico per il conferimento al Casinò dell’immobile di Villa Mimosa, avvenuto a titolo gratuito. Rinvio a giudizio anche per Tumbiolo e Radice per l’accusa di falso in atto pubblico in relazione alla residenza di Radice prima a Campione e poi a Mendrisio nel 2016, mentre è decaduta l’accusa di corruzione per un presunto scambio di «reciproci favori» relativi alle loro funzioni. Permangono inoltre le accuse di abuso d’ufficio nei confronti di Tumbiolo, Piccaluga e Radice per aver omesso di girare alla Regione i canoni riscossi dal Comune di Campione tra 2008 e 2011, pari a un milione e mezzo di franchi, procurando così un «ingiusto vantaggio» al Comune e danno alla Regione. A processo è finita anche l’accusa di falso in bilancio per le annualità 2015 e 2016 che coinvolge l’ex ad Carlo Pagan e altri componenti del CdA. Da noi raggiunto l’attuale sindaco Roberto Canesi ha affermato che la decisione «è la dimostrazione che Campione d’Italia non è il paese della Banda Bassotti che era stato presentato».