Campione d'Italia: scuola senza futuro?

Una scuola senza futuro? Con non più di 3 o 4 potenziali iscritti alla prossima classe di prima elementare, a Campione d’Italia un’istituzione che pure vanta titoli di qualità dovrà arrendersi agli effetti dello spopolamento dell’enclave. Del fenomeno si è trattato in Consiglio comunale, lunedì sera, su sollecitazione di Simone Verda della minoranza Campione 2.0: l’auspicio di trovare incentivi contro il progressivo depauperamento della popolazione scolastica cozza però contro la chiusura dell’asilo. Da ormai sei anni, ha sottolineato Christian Toini, consigliere di minoranza, con pregiudizio delle conseguenti opportunità. La chiusura dell’asilo era stata tra i primi effetti del dissesto del Comune e l’Amministrazione in carica ha tra i propri obiettivi il recupero dell’infrastruttura, acquistandola con i proventi della cessione di un immobile a suo tempo ricevuto in dono con un vincolo di carattere sociale. Nel frattempo però è stato assicurato che sono assidui i contatti con le autorità scolastiche, ventilando la possibilità che sia la scuola ad assumere la gestione dell’asilo, almeno pro tempore. Proprio oggi un sopralluogo dovrebbe essere stato effettuato per valutare la possibilità che alla bisogna si prestino aule della scuola elementare, così da circoscrivere la tendenza, criticamente segnalata dai banchi della maggioranza, a condurre gli scolari fuori Campione.
L’ottimistica rappresentazione dell’enclave a giudizio di Verda cozza inoltre contro una situazione ambientale giudicata priva di decoro: se la fontana all’altezza dell’arco di Campione d’Italia non funziona da anni il “peccato di passate manutenzioni approssimative” non sanerebbe la modestia degli stanziamenti per salvaguardare il territorio. Per tacere del problema dei rifiuti, la cui mancata soluzione si è manifestata appena l’altra settimana con l’incendio di un compattatore che aveva impegnato per una decina d’ore i pompieri di Melide cui l’assessore Paolo Bortoluzzi ha dato grato atto in Consiglio comunale, dichiarando che sul fronte dei rifiuti nell’enclave “le cose funzionano come possono funzionare”, ovvero malamente stante un’eccezionalità geo-politica che si cerca forse disperatamente di fare riconoscere da Roma e da Bruxelles, dove per autorizzare l’esportazione di rifiuti in un paese terzo, rispetto alla UE, occorrerà una norma specifica di fatto per l’enclave italiana in Svizzera. In una seduta consiliare, presieduta dalla vicesindaco Tanina Padula, dove contrapposizioni e giustapposizioni non hanno quasi mai fatto registrare voti unanimi, tra l’altro è stata, ovviamente, confermata la partecipazione pubblica, interamente di proprietà comunale, della casa da gioco che ha chiuso il 2020 con un risultato d’esercizio utile di 8 milioni di franchi.
Oggi in aula, ma penale
Intanto la Giunta esecutiva di Campione d’Italia (il corrispettivo dei nostri Municipi) si è costituita parte civile «per tutelare gli interessi dell’ente» nel procedimento penale sulla gestione del Comune e del Casinò di Campione d'Italia dal 2013 al 2018, procedimento per il quale sono stati rinviati giudizio membri del Consiglio di amministrazione e funzionari di vertice del Casinò e alcuni amministratori comunali in carica nelle passate legislature. L’udienza è convocata domani mattina, 13 dicembre, in Tribunale a Como e riguarderà la gestione del Comune e del Casinò municipale per l'accertamento di eventuali responsabilità per il dissesto dell’uno e la dichiarazione di fallimento (poi revocata) dell’altro, due storie, come forse si ricorderà, intimamente allacciata una con l’altra