Cani da protezione: nervi tesi sul monte Bar

Da una parte chi dice che gli escursionisti andrebbero tutelati di più, dall’altra chi li invita a comportarsi in un certo modo quando incontrano un gregge. Il tema dei cani di protezione e dei loro conflitti con gli amanti delle passeggiate in quota continua a tenere banco sulle pendici del monte Bar. Sulle pendici di tanti monti ticinesi, in realtà, ma è fra la capanna gestita da Serge Santese e James Mauri e l’Agriturismo Alpe Rompiago di Maurizio Minoletti che si è riaccesa la fiamma del dibattito. La «colonna di fumo», se vogliamo restare nella metafora, è un messaggio pubblicato sulla pagina Facebook dell’agriturismo con cui si comunica che i prodotti dell’alpe non verranno più forniti agli attuali gestori del rifugio di proprietà del CAS. «Buona vita a tutti, anche a quelli della movida!» conclude sarcastica la nota, alludendo alle esperienze di Santese e Mauri nei ristoranti di città. Dei cani non si parla, ma è di fatto uno dei motivi della tensione fra le due strutture.
«Fermo per quaranta minuti»
«Abbiamo smesso di rifornirci da loro l’anno scorso, da parte dell’alpigiano c’è stato un accanimento nei nostri confronti» spiega Santese, da noi contattato. «Gli diciamo da tempo che bisogna trovare una soluzione, ma non ha mai collaborato. L’anno scorso ho portato una ragazza in ospedale, ne ho medicata un’altra, sono dovuto scendere con l’auto dieci volte, mentre in sette occasioni i clienti hanno scelto di dormire in capanna perché non si fidavano a tornare indietro». I problemi si verificano quando i cani da protezione percepiscono che il loro gregge è minacciato da qualcuno, come un escursionista o un ciclista che lo attraversa. Così reagiscono. Di fatto fanno il loro lavoro, ma per chi se li trova davanti è uno spavento. «Io non ho paura dei cani - prosegue Santese - ma averne di fronte uno arrabbiato di ottanta e passa chili non è bello». In questi casi - si veda la scheda a lato - bisogna cercare di evitare il gregge, soprattutto di non attraversarlo. «È vero, ma se cento capre sono sopra la strada e altre venti sotto, lui non ti fa comunque passare». Un altro consiglio è quello di aspettare, «ma ho collaboratori che sono rimasti fermi quaranta minuti... Poi abbiamo avuto il primo caso di questa stagione, con quattro clienti spaventate dal cane che era in giro per l’alpe». Santese e Mauri si sono confrontati direttamente con Minoletti, ma la discussione ha preso una brutta piega.
«Dobbiamo difenderci dai lupi»
Da noi raggiunto, il gestore di Rompiago tiene subito a precisare che i suoi cani li tiene nel recinto. «Di solito escono dalle 17 in avanti fino alle 10 di mattina, come avevamo concordato con i precedenti gestori della capanna». È possibile quindi che i cani incontrati dai clienti del rifugio non siano quelli di Minoletti? Difficile dirlo. Per l’alpigiano, comunque, il problema rimane: «Alcuni escursionisti, soprattutto ciclisti, dicono di non aver visto i cartelli con le indicazioni su come comportarsi in presenza di un gregge, ma ce ne sono diversi lungo le strade e i sentieri che salgono verso il Bar. È importante che tutti siano sensibilizzati su questo, perché gli alpeggi che si dotano di cani di protezione saranno sempre di più. E non è vero che sono aggressivi: sono stati ‘testati’ e fanno il loro lavoro. Del resto ci sono i lupi, dobbiamo difenderci». Una misura è già stata decisa. «Metteremo dei fili lungo la strada, all’altezza dell’alpe, e chi passerà dovrà aprire un cancelletto: là verranno messi dei cartelli, così saranno ancora più visibili». Santese invece propone un’altra soluzione: «Raccogliere una somma fra tutti gli attori interessati per assumere un pastore che stia con i cani, almeno durante il fine settimana».
«Un po’ di buon senso»
Della situazione si è discusso un paio di settimane fa in una riunione a cui hanno partecipato, tra gli altri, i rappresentanti dei Patriziati e del Comune di Capriasca. «Ognuno ha le sue ragioni e per noi sono importanti sia la capanna sia gli alpeggi» commenta il municipale Matteo Besomi. «Non è un problema facile da risolvere, bisogna venirsi incontro con un po’ di buon senso».
Qualche consiglio. Prima cosa: stare calmi
Ecco alcune regole da seguire in presenza di cani di protezione. Se entrate in un pascolo protetto (che dovrebbe essere indicato) non scacciate né spaventate gli animali. Se siete in bici scendete e spingetela, se a piedi rallentate il passo. Se un cane pastore abbaia, corre verso di voi e vi blocca il passaggio, restate calmi e dategli il tempo di accertarsi che non siete un pericolo per il gregge. Da evitare provocazioni con bastoni e movimenti rapidi. Se il cane si è calmato, proseguite cercando di aggirare il gregge. Non accarezzate i cani e non date loro cibo. Se il cane pastore sembra minaccioso, evitate il contatto visivo, ma senza voltargli le spalle. Se non si calma neanche dopo diverso tempo, allora tornate indietro. Se avete voi stessi un cane tenetelo al guinzaglio, ma se viene attaccato dal cane pastore liberatelo: i cani stabiliranno la gerarchia fra loro.