Ticino

Caos al Tribunale penale cantonale: spuntano altre immagini

Il materiale, ricevuto in forma anonima da Fiorenzo Dadò, è stato segnalato e trasmesso al Consiglio della magistratura e al procuratore straordinario Franco Passini
©Gabriele Putzu
Red. Online
16.09.2024 15:47

Nuovi sviluppi attorno al caos generatosi al Tribunale penale cantonale. La Commissione giustizia e diritti, riunitasi nella giornata odierna sotto la presidenza del deputato Fiorenzo Dadò, ha preso atto della ricezione da parte dello stesso Dadò di una missiva priva di mittente, con allegata documentazione, inerente la situazione venutasi a creare al citato Tribunale penale cantonale. La Commissione, si legge in una nota del Gran Consiglio, ha quindi proceduto a segnalare e trasmettere il materiale al Consiglio della magistratura e a Franco Passini, attuale procuratore straordinario nominato dal Consiglio di Stato, per le verifiche del caso.  

Secondo quanto riferisce la Regione, si tratterebbe di foto prese da Internet e inviate dal presidente del Tribunale penale cantonale, Mauro Ermani, alla segretaria presunta vittima di mobbing. Immagini trasmesse via WhatsApp nel 2020, quindi tre anni prima rispetto all'invio dei due falli di plastica giganti con una donna seduta in mezzo e la scritta «Ufficio penale».

Immagine, quest'ultima, per la quale – ricordiamo – Passini aveva emesso un decreto di non luogo a procedere. Detto in altri termini: non erano dati i presupposti giuridici per il reato ipotizzato di pornografia. Di riflesso, le accuse rivolte al giudice Mauro Ermani, dal punto di vista penale, erano prive di fondamento. Di qui la decisione del procuratore pubblico straordinario di non aprire nemmeno un incarto a suo carico, perlomeno per quanto riguarda quell’immagine che tanto ha fatto discutere nelle ultime settimane. Ora, sul suo tavolo e su quello del Consiglio della magistratura sono finite altre foto. Inviate da Ermani alla segretaria in occasione del compleanno del figlio della donna, scrive sempre la Regione. Immagini che mostrerebbero dei bambini: nulla di pedoponografico, ma resta l'interrogativo sull'opportunità dell'invio.

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