Il caso

Capitale da 145 anni, ma che fatica

Bellinzona: un mese dopo il via libera del Gran Consiglio, il 10 marzo 1878 la popolazione scelse la Città quale capoluogo stabile del Cantone - Confermando così quanto stabilito nel 1803 da Napoleone nell’Atto di Mediazione - Cronaca di una questione delicatissima
Bellinzona in uno scatto del 1880 circa. © Museo della comunicazione
Alan Del Don
06.02.2023 06:00

«Il Gran Consiglio ed il Consiglio di Stato risiederanno stabilmente nella città di Bellinzona (...) che provvederà a sue spese all’adattamento e mantenimento del Palazzo governativo». Fu un plebiscito: 13.819 voti favorevoli, 6.851 contrari e 218 schede nulle. Il 10 marzo 1878 la popolazione, alle urne, confermando la decisione del Parlamento, scelse la Turrita quale capitale stabile del Cantone.

Si pose dunque fine ad una querelle, se così possiamo definirla, iniziata nel 1803, ossia appena creato (o, meglio, unificato) il Ticino. L’Atto di Mediazione di Napoleone Bonaparte la prevedeva nella Turrita, ma i luganesi insorsero. Undici anni dopo, nella Costituzione, venne sancito il principio del capoluogo itinerante (ogni sei anni) fra Bellinzona, Lugano e Locarno.

Un unicum in Europa

Da 145 anni, pertanto, la Turrita si può fregiare dell’importante titolo. Per il quale si devono ringraziare i deputati Carlo Von Mentlen e Gioachimo Respini, bellinzonese il primo e valmaggese il secondo (guida del Partito conservatore che allora deteneva la maggioranza in Governo), i quali inoltrarono una mozione il 5 febbraio 1878. «Ciascuno si è domandato se proprio era una ineluttabile necessità che un paese come il nostro, il quale conta 120 mila abitanti, debba pagarsi il lusso di tre capiluoghi, esempio unico nella storia delle nazioni europee (...). Per noi si tratta di una questione di interesse generale del Cantone, e se ci siamo determinati per Bellinzona, non è già per simpatia per quella città, né per antipatia ad altre; ma unicamente perché l’interesse del Cantone esige che Bellinzona sia la preferita», scrivevano i granconsiglieri.

Il Parlamento approvò la proposta con 63 sì e 35 no dopo un dibattito fiume durato ben cinque giorni, a testimonianza di quanto era sentito l’argomento. Così fecero, un mese dopo, i ticinesi. Il 14 marzo 1881 si tenne la prima seduta del Gran Consiglio a Palazzo delle Orsoline. Perché ci volle così tanto? Semplice: si dovette aspettare... che finisse il turno di Locarno.

«Basta sprecare denaro»

Dopo decenni di accesa discussione, oramai, «il paese aveva capito la necessità di disporre di un capoluogo fisso allo scopo di razionalizzare il lavoro evitando sperpero di tempo e di denaro. Qualche discrepanza fu eliminata lasciando o assegnando alle città contendenti speciali diritti», osservava in una pubblicazione del 1978 Giuseppe Mondada, docente e scrittore.

Una nuova epoca

«Era il 1878 e già l’afflusso di lavoratori stranieri alla linea del San Gottardo aveva preannunciato una nuova epoca. Bellinzona, rapidamente, si trasformerà», ricordava il professor Romano Broggini in un contributo pubblicato nel 1986. Da borgo considerato una fortezza, per la presenza dei castelli, nel VI secolo, la Turrita diventò man mano un crocevia da e per i passi alpini. Già con la demolizione parziale delle mura nel 1845, il Comune si estese verso Daro, Ravecchia e Carasso nonché la caserma comunale. Fu l’inizio della crescita.

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