Luganese

Capriasca: la vocazione turistica è ancora forte e gli operatori stanno investendo

C’è chi storce il naso di fronte ai grandi eventi, ma il Municipio risponde: «Generano indotto e portano nella regione visitatori che altrimenti trascorrerebbero il loro tempo altrove» - L’apertura di nuove strutture ricettive è poi vista come un segnale incoraggiante
©CdT/Gabriele Putzu
John Robbiani
29.12.2021 06:00

Che ruolo ha - o potrebbe avere - Capriasca nell’offerta turistica luganese e ticinese? E a che tipo di turisti ci si dovrebbe rivolgere per sfruttare a pieno le bellezze e le potenzialità della regione? E come stanno rispondendo gli operatori? Ci credono? Investono? Si dimostrano innovativi? Domande a cui il Municipio di Capriasca ha risposto negli scorsi giorni dando seguito a un’interpellanza (presentata dal gruppo Verdi e PAC)_che chiedeva lumi sulla vocazione del comune. Non si parlava solo di turismo, è vero, ma è probabilmente in quest’ambito che sono state fornite le indicazioni più interessanti. «Senza voler fare pubblicità gratuita - spiega l’Esecutivo - e sicuri di dimenticare qualcuno, è innegabile che investimenti importanti come quelli fatti dai Frati Cappuccini al Convento del Bigorio (che recentemente ha cambiato destinazione in pensione), dalla famiglia Foletti con la Locanda del Giglio, dalla famiglia Besomi con l‘acquisto e il rilancio dell’Hotel Tesserete o quelli delle famiglie Orsi e Riedi nel creare un nuovo bed &breakfast i primi e nel ristrutturare completamente e ampliarne uno esistente i secondi sia un segnale chiaro e inequivocabile che ci sono persone che credono e contano nel settore turistico capriaschese, e noi come Comune non possiamo ignorarlo. Anzi, sentiamo il dovere di spingere questa vocazione a beneficio dell’intera comunità». Un rilancio del turismo in Capriasca che, viene spiegato, è oltretutto in controtendenza con quanto accaduto nella vicina Lugano, «dove purtroppo molti alberghi sono stati trasformati in stabili abitativi, a volte di alto standard, utilizzati pochi mesi all’anno e incrementando il cosiddetto fenomeno negativo dei letti freddi o quello degli appartamenti sfitti».

Questione di immagine
Ma, appunto, che tipo di turismo si vuole? L’interpellanza criticava alcune scelte fatte. «Le offerte - scrivevano Verdi e PAC - puntano con insistenza a un turismo legato a grandi eventi, per la maggior parte sportivi, che giungono durante il fine settimana, riempiendo le nostre strade e i nostri parcheggi (...). Questo turismo lascia ben poco al commercio locale, crea confusione e traffico e, soprattutto, toglie la tranquillità, che insieme alla qualità del paesaggio e dell’aria fa la differenza nella scelta del comune dove risiedere». Affermazioni che il Municipio non condivide. «Abbiamo appoggiato e collaborato all’organizzazione di manifestazioni sportive di ampio respiro considerabili dei grandi eventi e dedicati al grande pubblico non solo indigeno, ma questo non significa che si siano dimenticate le realtà locali e le attività culturali». «Riteniamo che le grandi manifestazioni non siano cosa negativa, che porta ben poco al commercio locale e disturba la qualità di vita dei nostri cittadini (...). Durante le manifestazioni sportive di ampio respiro come possono essere considerate lo Scenic Trail o la recente manifestazione We Ride l’occupazione degli alberghi e dei ristoranti capriaschesi è stata più che soddisfacente, anzi lusinghiera (durante le edizioni passate di Scenic Trail tutte le camere disponibili erano occupate) e anche durante We Ride i riscontri avuti da albergatori e ristoratori sono stati positivi». Ma non è tutto. «Vi è poi il non trascurabile indotto indiretto che si crea nel medio e lungo termine. Manifestazioni come lo Scenic Trail, al quale va ricordato nelle edizioni pre-covid partecipavano atleti provenienti da oltre 70 paesi diversi, con una forte presenza di corridori provenienti dagli altri cantoni svizzeri e dalla vicina Italia, hanno il pregio di far conoscere la nostra regione a persone che non l’avrebbero probabilmente mai visitata e che, memori dell’esperienza vissuta, magari poi ritornano a farvi visita con più calma, anche accompagnati da familiari e amici». A questo fenomeno virtuoso, sottolinea ancora il Municipio, si aggiunge anche quello legato agli allenamenti e ai sopralluoghi. «Non è infatti infrequente trovare nelle nostre montagne e sentieri, degli atleti che vengono ad allenarsi e a provare i percorsi durante le altre stagioni non toccate dalla gara. È vero che un atleta che viene ad allenarsi e poi riparte, tendenzialmente non lascia molto all’economia locale, ma quel poco o tanto che lascia non va ad ogni modo trascurato. D’altro canto, la nostra vocazione turistica deve puntare sul nostro bel territorio e non è certo impedendo manifestazioni di grande richiamo che questa vocazione si può coltivare».