Capriasca pianta i semi della sua nuova economia forestale

Al centro c’è il cippato, e una vecchia battaglia del Consiglio comunale. Il cippato è quello che serve alla rete di teleriscaldamento di Tesserete (Capriasca Calore) e la vecchia battaglia era stata combattuta affinché esso provenisse esclusivamente dai boschi capriaschesi. La centrale di teleriscaldamento intanto ha iniziato a funzionare, e il Comune di Capriasca sta gettando i primi semi affinché la struttura si nutra in effetti di legno locale: l’approvazione di un Piano di gestione forestale che guarda ai prossimi 15 anni è dietro l’angolo, ed è stata indentificata la prima area in cui lavorare in loco la legna tagliata. Tutto ciò e altre misure ancora, se concretizzate, permetteranno di ricostruire un’economia forestale locale che avrà il pregio di stimolare la cura del bosco in generale.
Qualche dato
In Capriasca il bosco copre il 60% del territorio ed è considerato la principale risorsa della regione. È in parte trascurato anche perché, in particolare dal punto di vista dei privati, non vi sono particolari incentivi economici alla sua cura. A ciò il Comune intende porre presto rimedio. Per questo la politica è chiamata ad approvare un Piano di gestione forestale comunlae (PGFC) che prevede una spesa lorda di 16 milioni nei prossimi 15 anni per gestire il bosco, che si traducono in 1,13 centesimi al metro quadrato di bosco a carico del Comune, al netto dei sussidi cantonali e federali. Un importo «relativamente esiguo a fronte del potenziale beneficio per il territorio e la comunità», concordano Municipio e Commissione della gestione in vista del voto in Consiglio comunale.
Per quanto qui d’interesse, il PGFC propone una serie d’interventi in ambito d’economia forestale, fra cui la predisposizione di piazze d’esbosco e la pianificazione di una filiera corta del legname. Questo per dare uno scopo ai tagli necessari per gestire e svecchiare il bosco, stimati in 3.000 metri cubi di legname. Questi verrebbero poi lavorati in aree dedicate e diverrebbero in gran parte - 2.200 metri cubi - cippato. Una produzione pari a 1,8 volte quella necessaria annualmente alla centrale di teleriscaldamento.
Una nuova area di lavorazione
In tutto ciò il Comune si sta già muovendo per formalizzare la creazione di aree di lavorazione. Per una di essere è da poco in pubblicazione la necessaria variante di Piano regolatore. Si tratta di una superficie residua derivante dal cambiamento di tracciato della cantonale una quarantina d’anni fa e sita in zona «Or Matrelin», nella frazione di Oggio, in una sorta di rientranza distante dalle zone edificate. Tecnicamente è zona agricola, ma è sempre stata usata come area di deposito materiale da parte del Centro manutenzioni Sottoceneri. La variante di PR permetterà l’inserimento nell’area di 1.500 metri quadrati di un’area per la lavorazione del cippato, una per il deposito temporaneo del legname e una per il Centro manutenzione: «La scelta di questo luogo - si legge nella documentazione - risulta interessante per il fatto che sono presenti dimensioni e morfologia idonee alle attività previste, ci si trova in un fondo di proprietà del Cantone (favorevole ad una riqualificazione pianificatoria dell’area), è un luogo di facile accesso per diverse tipologie di mezzi, risulta distante dalle zone edificabili, presenta un’ubicazione strategica per entrambe le funzioni previste e sono già presenti attività di deposito realizzate dal Centro Manutenzione Strade cantonali».
Gli altri aspetti del Piano forestale
Riassumendo, iniziano a vedersi le prime tessere che comporranno il futuro mosaico della gestione forestale capriaschese. Altre sono ancora da disegnare, come un sistema di incentivi per i proprietari del bosco che li invogli a prendersene buona cura, senza dimenticare che la ricreazione di un’economia forestale locale non è che una della cinque aree d’intervento su cui è incardinato il PGFC: le altre sono protezione (ad esempio tramite la cura del bosco di protezione e la realizzazione di nuove infrastrutture antincendio), biodiversità (gestione fondovalle del fiume Capriasca, lotta alle neofite, tutela della Val Serdena), paesaggio e svago (recupero dei paesaggi terrazzati tradizionali abbandonati a Bigorio e a Treggia, valorizzazione delle aree di Redde-San Clemente e della località Muricc) e agricoltura (realizzazione di boschi pascolati).