Cara Svizzera, guarda che bella Bellinzona: la Città nel verde è un sogno

«È un progetto che ci fa sognare». Aprite gli occhi ma non stropicciateli, bellinzonesi, perché la visione onirica c’è. Al momento solo sulla carta, ma c’è eccome. Il quartiere che si svilupperà a tappe - indicativamente tra il 2030 ed il 2040/2050 - sull’area di 120.000 metri quadrati che verrà lasciata libera dalle Officine FFS è un incanto. Se resterà tale come immaginato dal team di specialisti italo-zurighese la Svizzera tutta non potrà fare altro che applaudire e guardare alla Turrita con invidia. L’abbiamo scritto oggi: i tre perni del comparto che verrà saranno la «Cattedrale», il grande parco verde (l’«Allmend» o Central Park in miniatura) e i contenuti abitativi, formativi, sociali, culturali e commerciali che sorgeranno ai lati. Le tessere del mosaico daranno vita ad una «cittadella nella Città». Pulsante, attrattiva, viva, innovativa, moderna. Da capogiro.
Il sindaco ammaliato
A molti bellinzonesi farà male al cuore perdere l’Officina dopo più di un secolo. Uno stabilimento per la cui salvaguardia Gianni Frizzo e gli altri operai nel 2008 si sono battuti come dei leoni. Il sito industriale andrà a Castione. E per la capitale si apre l’occasione senza precedenti di ripensare - assieme alle Ferrovie ed al Cantone - quella zona a ridosso della stazione. Ad uscire «vincitrice» dal mandato di studio in parallelo è stata l’idea partorita dal team sa_partners-TAM associati-Franco Giorgetta Architetto Paesaggista. La loro Porta del Ticino è piaciuta a tutti, collegio d’esperti compreso, superando di gran lunga quelle concepite dagli altri quattro gruppi interdisciplinari. È rimasto ammaliato anche il sindaco Mario Branda, il quale oggi in occasione della presentazione alla stampa era emozionato. A lui è spettato l’onore di svelare le parti nelle quali si articolerà il «sogno». L’area centrale sarà verde, ricca di alberi, aiuole, panchine. Come le almende dei tempi che furono. Un ritorno al... futuro. La «Cattedrale», l’imponente edificio per il montaggio delle locomotive, si troverà proprio vis-à-vis, con vista sul Castelgrande. È un bene tutelato a livello cantonale e dunque non può essere toccato. Cosa ospiterà? C’è l’imbarazzo della scelta: attività culturali, congressuali, spazi di ricerca e per l’agricoltura urbana. Diventerà un luogo di aggregazione e di socializzazione.
Forse arriva la SUPSI
A delimitare il Central Park ed il suo «elefante» ecco i contenuti veri e propri dell’avveniristico quartiere. In primo luogo il Parco dell’innovazione che occuperà 25.000 metri quadrati e che accoglierà startup e spazi di co-working, mentre per sapere che fine farà il Centro di competenza attivo da fine 2015 bisogna aspettare almeno tre anni. In faccia sorgeranno le cooperative d’abitazione intergenerazionali. Altre superfici saranno destinate alle strutture scolastiche (le Elementari e, chissà, la SUPSI) e alle residenze (si stimano 2.500 nuovi abitanti) e ai commerci di prossimità. «Non sarà più un quartiere chiuso come oggi. Il gesto forte, a livello urbanistico, è stato quello di aprirlo al resto della Città», ha affermato il capodicastero Territorio e mobilità Simone Gianini. Il tutto improntato alla sostenibilità ambientale e alla biodiversità con, ad esempio, delle serre sui tetti e il bosco verticale come quello che l’architetto Stefano Boeri ha immaginato per Milano. Si formerà un continuum fra la parte alta del Viale, la stazione e appunto il comparto che subentrerà alle Officine. Un nucleo urbano dalla spiccata identità e che porterà alla creazione di 250 e più posti di lavoro.
Soddisfatte le Ferrovie
Di collaborazione «costruttiva» con la Città ed il Cantone e di «opportunità unica in Svizzera» ha parlato Susanne Zenker, membro di direzione della Divisione FFS Immobili. La responsabile del Development per conto dell’ex regia ha lodato la qualità delle idee e sottolineato come si sta per aprire un altro capitolo della lunghissima storia comune fra Bellinzona e le Ferrovie. È invece ancora «troppo presto» per esprimersi su cosa si insedierà sui fondi (per quasi 7 ettari) che resteranno di proprietà dell’azienda.
La variante pianificatoria
Sulla stessa lunghezza d’onda il direttore della Divisione dell’economia Stefano Rizzi, il quale non ha nascosto che «a un certo punto sembrava un’utopia pensare di arrivare fino a qui. È stata ed è tuttora una grande sfida, in quanto il lavoro non è affatto finito». Vediamo, allora, i prossimi passi. Il Municipio deve adesso allestire la documentazione per la variante di Piano regolatore da sottoporre nella prima metà del 2021 al Dipartimento del territorio per l’esame preliminare. In seguito toccherà al Consiglio comunale esprimersi (verosimilmente tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022). La variante arriverà poi sulla scrivania del Governo. Si potrà infine partire con la progettazione dei singoli lotti tramite concorsi di architettura e specifiche procedure.
I progetti da ammirare
La Porta del Ticino e gli altri quattro progetti si possono ammirare da domani (venerdì 23 ottobre) a sabato 7 novembre nella mostra allestita nella tensostruttura di piazza del Sole a Bellinzona. L’esposizione è visitabile tutti i giorni dalle 10 alle 19 (alle 18 la domenica). Martedì 3 novembre alle 18.30, nello stesso spazio, si terrà una serata informativa. Iscrizione obbligatoria a seguito della pandemia da effettuare sul sito www.quartiereofficine.ch dove trovate tutte le informazioni.
