Politica

«Caro Norman, è ora che tiri su i calzini: sulla Giustizia non si può tergiversare»

Il Partito liberale radicale ticinese (PLRT) «questa estate non è andato in vacanza », per usare le parole pronunciate dal presidente Alessandro Speziali e, in effetti, ieri al comitato cantonale del partito, sono state lanciate bordate che lasciano immaginare un autunno già caldo per il confronto politico
©Chiara Zocchetti
Andrea Bertagni
Andrea Bertagni
08.09.2024 14:01

Valli, risparmi, giustizia e conti pubblici. Il Partito liberale radicale ticinese (PLRT) «questa estate non è andato in vacanza », per usare le parole pronunciate dal presidente Alessandro Speziali e, in effetti, ieri al comitato cantonale del partito, sono state lanciate bordate che lasciano immaginare un autunno già caldo per il confronto politico. Perché il PLRT, riunito a Bellinzona per esprimersi soprattutto sulle votazioni federali del prossimo 22 settembre - «sì» alla riforma della LPP, «no» all’iniziativa sulla biodiversità, queste le due indicazioni di voto - ne ha in realtà approfittato per smarcarsi sulle ultime questioni di attualità, «perché non siamo solo il partito dell’economia», dopo che già mercoledì scorso è intervenuto sulla scuola, proponendo una riforma dell’insegnamento obbligatorio alla Medie.

«Le ombre di comportamenti inappropriati al Tribunale penale cantonale - ha esordito Speziali - non potranno risolversi con semplici richiami e continuare con la stessa squadra» di giudici, perché «la squadra andrà cambiata ». Inoltre, per il PLRT, ormai sembra chiaro «che qualcosa nel Dipartimento delle Istituzioni non funziona. Ne sono un esempio le numerose riforme della giustizia che sono ne cessarie e che continuano a essere posticipate - ha continuato Speziali -. Il Dipartimento delle Istituzioni deve perciò attivarsi senza più tergiversare».

Un’altra stoccata è arrivata dall’ex poliziotto e oggi granconsigliere, Giorgio Galusero. «Caro Norman è ora che tiri su i calzini», ha evidenziato usando la forma dialettale. Tutto questo perché «i gruppi di lavoro vanno bene, ma poi non si arriva mai da nessuna parte. Bene fa quindi la Commissione giustizia del Parlamento a tirare fuori le castagne dal fuoco», ha precisato Galusero, guadagnandosi l’applauso della sala e l’approvazione del presidente del partito.

«Basta guerre di trincea»

Presidente che poi si è soffermato sui conti del Preventivo del Cantone, che già stanno infiammando il dibattito, tanto che i sindacati hanno già preannunciato di scendere in piazza. «Basta guerre di trincea - ha sottolineato Speziali - perché se la società ticinese sa solo scendere in piazza non potrà mai migliorare la sua politica». Questo tenendo conto che sui conti «andrà comunque trovata una sostenibilità finanziaria che non faccia scattare il meccanismo del freno al disavanzo, compiendo scelte che dovranno essere sensate, solide e ragionevoli senza guardare la sola contabilità. Noi saremo pronti a guardare ogni singola proposta e a trovare soluzioni con quelle forze politiche che vorranno discutere usando questo approccio».

E sempre di risparmi ha anche parlato il direttore del Dipartimento finanze ed economia (DFE) e presidente del Consiglio di Stato, Christian Vitta. Focalizzandosi però su quelli individuati dal gruppo di esperti della Confederazione guidato da Serge Gaillard. Che prevedono tagli per 5 miliardi di franchi in vari settori, tra cui, fra gli altri, i trasporti, l’energia, la socialità, ma anche le zone periferiche. E in particolare «l’eliminazione dei contributi alla Nuova politica regionale, che non condividiamo », ha evidenziato Vitta.

Troppe gelosie locali

Tanto più che in Ticino non sono stati pochi e non saranno esigui anche in futuro i progetti che sono stati portati avanti e realizzati per migliorare la qualità di vita e garantire un avvenire alle valli. Vitta ne ha citati molti, soffermandosi sulla bontà degli strumenti a disposizione. Ma anche su alcuni problemi. «Non nascondo che certi progetti non si realizzano a causa di gelosie locali», ha puntualizzato. E questo «è un problema perché tutte queste iniziative richiedono una forte spinta dal basso». ll consigliere di Stato è tornato poi sull’alluvione in alta Vallemaggia del 29 giugno scorso - un argomento che il comitato ha affrontato anche con un dibattito a cui hanno partecipato politici locali ma anche il meteorologo, Marco Gaia - collegandosi agli aiuti federali all’agricoltura, «che andrebbero concretizzati con maggiore flessibilità». Ma anche ai rischi futuri e agli allarmi meteorologici. «Certe manifestazioni in presenza di un elevato rischio meteo andrebbero annullate», ha indicato.