Bellinzona

Casa Marta vede il traguardo di una lunga corsa ad ostacoli

Dopo le ferie estive dell’edilizia inizieranno i lavori di ristrutturazione dello stabile ex Ostini che fra due anni ospiterà il centro di prima accoglienza per senzatetto
Per ora si stanno montando i ponteggi, ma fra un mesetto in via Guisan si inizierà a fare sul serio. © CdT/Chiara Zocchetti
Spartaco De Bernardi
15.07.2021 06:00

Tra i primi edifici costruiti fuori delle mura dei castelli, nel XVIII e nel XIX secolo ospitava i viandanti che transitavano lungo la Via delle Genti. Fra due anni lo stabile ex Ostini in via Guisan a Bellinzona ritroverà la sua antica funzione di alloggio. Non più per viandanti, ma per singoli o famiglie che a causa di motivi diversi si trovano in difficoltà ed in particolare senza un tetto sopra la testa e privi di una rete sociale. I futuri ospiti di Casa Marta, questo il nome del centro di accoglienza per la cui realizzazione l’omonima Fondazione si batte da un decennio, saranno individui marginalizzati, giovani in rotta con la famiglia, working poor, mariti allontanati da casa, donne con figli senza una residenza a causa di divorzio o di allontanamento per violenza domestica, persone rimpatriate dall’estero, anziani o famiglie sfrattate oppure ancora persone sole dimesse da strutture psichiatriche o sanitarie.

Tra soddisfazione e stanchezza

«Senza tutti gli ostacoli burocratici e procedurali che abbiamo dovuto superare, il nostro centro di accoglienza sarebbe già pronto e disponibile proprio in questo periodo reso ancora più difficile dalla pandemia» ha rilevato Luca Buzzi, presidente della Fondazione Casa Marta, nell’annunciare, con evidente soddisfazione ma anche con una certa stanchezza dovuta all’estenuante e interminabile fase di elaborazione del progetto, l’imminente avvio dei lavori di ristrutturazione del fatiscente stabile ex Ostini. Lavori che potranno partire dopo le ferie estive dell’edilizia. Per il momento gli operai stanno montando i ponteggi, mentre si dovrà attendere ancora qualche giorno affinché crescano in giudicato le delibere comunicate martedì alle ditte che si sono aggiudicate gli appalti secondo le norme della Legge sulle commesse pubbliche. Gli interventi, la cui durata è prevista sull’arco di due anni, si annunciano particolarmente delicati ed impegnativi. E questo non solo per lo stato di abbandono in cui si trova l’edificio, ma anche in considerazione del vincolo di tutela di cui gode quale bene culturale di interesse locale. Vincolo che impone in particolare il mantenimento delle facciate esterne e la volumetria originarie.

Vitto, alloggio e assistenza

Si inizierà dunque con la demolizione delle malandate solette degli stabili ex Ostini così come con quella degli intonaci, delle finestre e delle gelosie. Dopo di che ci si potrà concentrare sulle opere di ricostruzione e di consolidamento dell’edificio che accoglierà i senzatetto ed il personale che si occuperà di loro. Destinata a dare un tetto a chi, per vari motivi, non l’ha più, Casa Marta si propone di offrire ai suoi futuri utenti innanzitutto delle prestazioni di prima accoglienza: vitto, alloggio, fornitura di abiti e di prodotti per l’igiene, servizio lavanderia, accompagnamento nelle urgenze mediche, ascolto, e sostegno. Una volta assicurate queste prestazioni, agli ospiti verrà offerta, tramite vari consulenze e percorsi personalizzati allestiti con il sostegno di personale specializzato, una possibilità d’uscita dalla situazione di disagio in cui si sono venuti a trovare. «Ciò che non avviene - ha puntualizzato Buzzi - per tutte quelle persone in difficoltà che oggi sono alloggiate nelle pensioni. Persone per le quali non sono previsti i progetti di reinserimento che intendiamo offrir loro a casa Marta sul modello di quanto avviene già oggi alla Casa Astra di Mendrisio e alla Casa Martini di Locarno».

Camere e mini appartamenti

L’obiettivo della Fondazione è di offrire 18 posti letto, ripartiti su 8 camere in un’ala dello stabile, oltre ad alcuni mini appartamenti per famiglie, coppie o persone singole per ulteriori 14 posti nell’altra ala. Quest’ultima offerta è indirizzata ad assicurare una prima accoglienza a famiglie con bambini, ma anche per rispondere a bisogni particolari di maggiore indipendenza o per soggiorni prolungati. Il centro di prima accoglienza offrirà dunque in totale 30/32 posti letto. Sarà inoltre dotato di una cucina con annessa mensa, di un ampio salone nel quale sarà mantenuto l’imponente camino, di uffici e di una sala per incontri che la Città, quale contropartita del sostegno finanziario dato alla Fondazione, metterà a disposizione gratuitamente di associazione attive sul territorio. «Casa Marta non sarà un ghetto» ha rilevato a tal proposito il membro della Fondazione Renato Minoli, rammentando come il progetto sia stato osteggiato sin dall’inizio da alcuni politici locali secondo i quali il centro di prima accoglienza non sarebbe stato altro che un rifugio per pericolosi disadattati. «Sarà invece una vera e propria impresa sociale aperta sulla città» ha chiosato Minoli.

Investimento importante

L’investimento preventivato per trasformare lo stabile ex Ostini in un centro di prima accoglienza ammonta a 4,5 milioni di franchi, in parte garantiti da contributi stanziati dalla Città (che ha inoltre concesso gratuitamente in diritto di superficie per cinquant’anni i terreni su cui sorgono gli stabili ex Ostini) e dal Cantone. «Siamo sempre alla ricerca di fondi per ridurre il debito ipotecario di 1,9 milioni di franchi e di conseguenza gli oneri che andranno a gravare sulla futura gestione di Casa Marta» ha concluso Luca Buzzi facendo appello a fondazioni e privati cittadini affinché si aggiungano a coloro i quali già sostengono il progetto. Tutti i dettagli si possono trovare su www.casamarta.ch.