Sentenza

Caso Lumino's: un altro no

Il Tribunale federale ha respinto il ricorso dell'ex direttore del postribolo che chiedeva la revisione della sentenza di Appello del gennaio 2016
© CdT/Gabriele Putzu
Alan Del Don
09.02.2023 13:28

Caso Lumino’s: il Tribunale federale (TF) ha respinto il ricorso dell’ex direttore del postribolo di Lumino, chiuso da anni. I giudici di Mon Repos hanno confermato la sentenza della Corte di appello e di revisione penale di Locarno che il 16 maggio 2021 aveva dichiarato irricevibile la nuova istanza di revisione dell’uomo contro la sentenza di Appello. Secondo il TF nelle considerazioni della CARP «non si ravvede alcun arbitrio». Da un lato in quanto il mezzo di prova (una dichiarazione autenticata di una persona nel frattempo deceduta) presentato dal cittadino italiano non è nuovo.

Dall’altro in quanto il verdetto contestato, secondo l’Alta Corte losannese, «non lede nemmeno l’invocato diritto di essere sentito, essendosi la CARP chinata su tutti gli elementi determinanti nella fattispecie. Infatti il diritto a una decisione motivata, aspetto del diritto di essere sentito, impone all’autorità di menzionare almeno brevemente le ragioni che l’hanno indotta a decidere in un senso piuttosto che nell’altro e di porre così l’interessato nelle condizioni di rendersi conto della portata del giudizio e delle eventuali possibilità di impugnazione».

L’assistenza giudiziaria

Pollice verso del TF anche, infine, alla domanda di assistenza giudiziaria con gratuito patrocinio, che «non può trovare accoglimento essendo le conclusioni ricorsuali d’acchito prive di possibilità di successo». I giudici di Mon Repos, ricordiamo, nel settembre 2016 avevano respinto il ricorso inoltrato dall’uomo contro la sentenza della CARP del gennaio 2016 (pena di 21 mesi, di cui 10 da espiare) che, di fatto, aveva messo la parola fine alla vicenda. L’ex direttore del locale a luci rosse aveva in seguito, invano, presentato delle istanze di revisione del giudizio. L’ultima, come detto, quasi due anni or sono. Ma il Tribunale federale ha detto no.