Caso Mes: margine di trattativa nullo

CHIASSO - I sindacati OCST e Unia, ieri, dopo l?assemblea straordinaria del personale impiegato alla MES SA di Stabio, tenutasi ieri nel Comune di frontiera, hanno deciso di denunciare alle autorità competenti l?azienda e il suo proprietario, il gruppo Cebi, dopo che la ditta, lo scorso mese di aprile, aveva deciso di disdire il contratto collettivo di lavoro (CCL) in vigore da 37 anni.
«Non ci aspettavamo – hanno spiegato Marcello Specchietti dell?OCST e Rolando Lepori di Unia – che con paghe già così basse si andasse a toccare il CCL». Nel 2012 l?azienda, davanti a difficoltà di natura economica, aveva già rinunciato a pagare la 13. mensilità, con l?avallo di sindacati e maestranze. Una misura temporanea che i rappresentanti dei lavoratori non vogliono sia riproposta quest?anno «perché fino alla fine dell?anno il CCL è ancora in vigore» e che la ditta, denunciano OCST e Unia, vorrebbe ripercorrere nella nuova convenzione interna a partire dal 1. gennaio 2014.
I 350 impiegati, essenzialmente frontalieri, della società attiva nella fabbricazione, nel montaggio e nel commercio di motori elettrici, guadagnano 14,55 franchi all?ora, pari a 2.517 franchi al mese, secondo le cifre fornite dalle sigle sindacali. «MES e Cebi non possono pretendere di allineare i loro salari a quelli in vigore nelle loro fabbriche di Shangai – hanno aggiunto i sindacalisti –, tenuto anche conto dei contributi e degli incentivi che la MES ha ricevuto dal Cantone».