Cassarate: storia di un giardino che sparirà

Costruzioni al posto del verde. Non è la prima volta e non sarà l’ultima. Non vogliamo fare un discorso ideologico, né tanto meno malinconico. Crediamo solo che il giardino destinato a sparire in via del Tiglio a Cassarate meriti qualche minuto del vostro tempo, almeno per due ragioni.
La prima è che questo luogo, con i suoi alberi verdi anche d’inverno che svettano tra i palazzi, è una boccata d’ossigeno per gli occhi in una zona così densamente edificata. Anche se è una proprietà privata, la sua scomparsa per far posto a uno stabile residenziale sarà una perdita per il quartiere. La seconda ragione è che in quel giardino, tornando indietro nel tempo, si può incontrare uno dei protagonisti della storia della letteratura ticinese: Francesco Chiesa.
Una villa d’altri tempi
Il poeta e scrittore nato nel 1871 a Sagno visse per quarant’anni, fino alla sua morte, nella villetta bianca che si trova a fianco del giardino e che non è toccata dal progetto. Un tempo la proprietà non era divisa. Come abbiamo scoperto con l’aiuto dell’Archivio storico della Città, l’abitazione fu costruita nel 1933, appositamente per Chiesa, all’interno del parco di Villa Meyer, che sorgeva in via Maggio – dove ora c’è il palazzo con la scala esterna ad elica – e che fu demolita negli anni Settanta. La residenza di Chiesa, disegnata dal figlio architetto Cino, è invece stata protetta come bene culturale e sulla facciata che dà su via dei Faggi, nel 1984, è stata posata una targa commemorativa.
Frondeggiano alti
Sempre nell’ottantaquattro, sul Cantonetto, Mario Agliati parlava così della casa e del suo parco: “... a un certo momento venne l'idea di piantar alcuni faggi, che, esili e quasi stremiti ne’ primi anni, dovean via via irrobustirsi e, come ancor oggi si vede, frondeggiare alti e gagliardi nella chiarità del cielo, sì da dare appunto il nome alla strada”. Per la vicina via del Tiglio non abbiamo avuto conferme in tal senso, ma probabilmente anche questo toponimo è ispirato a un albero cresciuto nel parco. Il tempo passa e le strade a volte cambiano nome. Oppure si perde il motivo per cui erano state chiamate in un certo modo.
La lite con il dirimpettaio
Non è ancora il momento di congedare Francesco Chiesa. Il suo pronipote Sebastien De Haller, che abbiamo raggiunto telefonicamente a Ginevra, racconta che il bisnonno, morto a centodue anni quando lui ne aveva cinque, amava quel boschetto e le sue piante. «Una volta un vicino si lamentò di un pino perché le pigne cadevano nel suo giardino. L’albero in seguito fu abbattuto perché era marcio, ma in quel momento il bisnonno replicò in modo secco alle proteste del dirimpettaio. ‘‘Tagliare il pino? – diceva – Preferisco tagliarmi un braccio’’. Gli piaceva in generale la botanica: non poteva camminare in un parco senza raccogliere le foglie di qualche pianta aromatica da mettere nella sua pipa». Era una Lugano più verde in generale, inutile dirlo. «Quando fu costruita la nostra casa non c’era quasi niente attorno, ora è piena città» commenta De Haller. Il suo tono non è in alcun modo polemico e – come tiene a chiarire lui stesso – non è sua intenzione giudicare il progetto promosso nella proprietà accanto. «Quando l’abbiamo venduta, del resto, sapevamo che sarebbero sorte delle costruzioni».
Residenze e un po’ di verde
Gli edifici di cui parla il nostro interlocutore, per la cronaca, non sono quelli previsti oggi. Il terreno in passato è stato al centro di un altro progetto, che aveva ottenuto la licenza edilizia superando lo scoglio dei ricorsi. Successivamente il fondo è passato di mano e i piani sono cambiati, anche se la vecchia licenza è ancora valida. Il nuovo proprietario, pronto a investire circa quattro milioni di franchi, ha inoltrato una domanda edilizia per costruire uno stabile residenziale di sette piani con ventiquattro appartamenti. L’edificio, come abbiamo potuto vedere nella documentazione, sarà affiancato ad ovest da un piazzale per i posteggi esterni e ad est, vicino alla casa che fu di Chiesa, da uno spazio verde. La superficie di quest’ultimo è di poco superiore ai duecento metri quadrati, circa un terzo di quella attuale, mentre gli alberi non dovrebbero essere più di un paio. Il periodo di pubblicazione del progetto è nel frattempo scaduto: tocca al Municipio esprimersi.
Promesse da Piano regolatore
Gli alberi del giardino non sono protetti, come ci conferma il Dicastero Sviluppo Territoriale. In generale, a differenza dei Piani regolatori di alcune zone della città, quello della sezione di Lugano-Castagnola-Brè non prevede la protezione di singole piante. Solo il piano del nucleo, che è un documento più specifico, indica quali alberi sono da mantenere. Una cosa, però, il PR in vigore a Cassarate la prevede: un filare di alberi lungo tutta via del Tiglio. Ma oggi, là, il verde c’è soltanto a tratti.