Casse malati, ecco il controprogetto del PLR

Una «terza via» più sostenibile dal punto di vista finanziario che integra e completa una «vecchia» proposta del PLR assieme a una più recente del Centro, con l’obiettivo finale di rendere l’iniziativa della Lega – diluendola nel tempo – più «digeribile» per i conti dello Stato.
È l’idea avanzata in queste ore dai liberali radicali sul tanto discusso tema dei premi di cassa malati in vista del voto sulle iniziative popolari di via Monte Boglia e del PS che dovrebbe avvenire in settembre. Un’idea che il capogruppo Matteo Quadranti ha condiviso con i colleghi della Commissione gestione e finanze con l’intenzione di trovare un compromesso e mandare quindi alle urne anche un controprogetto che incida meno sui conti dello Stato.
Sì, perché come noto l’iniziativa del Partito socialista costerebbe al Cantone circa 300 milioni di franchi (in maggiori sussidi e dunque maggiori uscite per lo Stato), mentre quella della Lega circa 100 milioni (in maggiori deduzioni fiscali e quindi in minori entrate per il Cantone). Motivo per cui il Centro nelle scorse settimane ha avanzato un suo controprogetto all’iniziativa della Lega (per un costo dimezzato, di circa 50 milioni di franchi). E ora, appunto, in questo contesto anche il PLR ha fatto la sua controproposta, proponendola inizialmente ai colleghi dei partiti di cui sopra per poi poterne discutere in Commissione gestione e finanze.
In tre punti
Che cosa prevede, dunque, il controprogetto targato PLR? Esso si poggia su tre punti.
Il primo riprende, come detto, una «vecchia» iniziativa dello stesso PLR, depositata dal presidente Alessandro Speziali nel 2019, con cui il partito chiese di allineare le deduzioni fiscali all’evoluzione dei premi. In estrema sintesi, si propone di indicizzare le deduzioni in base agli aumenti del premio medio di riferimento e non più al rincaro registrato sul piano nazionale, il quale è sicuramente inferiore, visto l’importante aumento dei costi della salute. Dunque, molto concretamente: se il premio medio di riferimento ticinese aumenta del 5% in un determinato anno, a questa crescita dovrebbe corrispondere una maggior deduzione fiscale del 5%.
Ciò, fissando comunque un «tetto» massimo per le deduzioni, sulla base di quanto proposto dall’iniziativa della Lega, ossia una deduzione di 9 mila franchi per le persone sole e 18 mila per le famiglie (oggi tali soglie sono rispettivamente di 5.500 e 10.900 franchi). A differenza del testo di via Monte Boglia, dunque, quello del PLR avrebbe un effetto progressivo, con le deduzioni che, dalla soglia attuale, andrebbero di anno in anno a seguire l’evoluzione dei premi, fino al già citato tetto massimo. Ed evitando dunque di trovarsi di punto in bianco con 100 milioni di franchi di minor gettito fiscale. Secondo le stime effettuate dal partito, a un aumento del 10% del premio medio di riferimento corrisponderebbero circa 12/14 milioni di minori entrate per il Cantone e circa 9/10 per i Comuni. Così facendo, si dovrebbe teoricamente arrivare «a regime» (ossia con le deduzioni al tetto massimo) nel giro di circa 5 anni. Ciò, però, nello scenario peggiore, con aumenti del premio, di anno in anno, del 10%.
Il secondo punto del controprogetto del PLR prevede l’obbligo di allegare la documentazione dei premi effettivamente pagati al momento della dichiarazione fiscale. Si tratta, si legge nel documento, di un «obbligo – che formalizza una prassi già diffusa, ma non certificata – che non introduce nuovi oneri amministrativi significativi, ma contribuisce a rafforzare l’equità del sistema, assicurando che le deduzioni siano applicate in modo corretto, proporzionato e verificabile».
Il terzo punto, infine, riprende una proposta avanzata dal Centro con il suo controprogetto, ossia l’aumento della deduzione del premio per i figli maggiorenni dagli attuali 1.200 franchi a 3.000 franchi.
Oltre ai tre punti citati, però, il PLR nel suo controprogetto mette nero su bianco anche un paio di aspetti di natura prettamente politica. In primis, leggiamo nel documento, aderire a un tale controprogetto «presuppone ovviamente di respingere l’iniziativa popolare PS/Verdi». In secondo luogo, il PLR non si limita a proporre un controprogetto, ma in esso inserisce anche alcune ipotesi di «misure compensative da mettere in vigore in concomitanza con l’entrata in vigore dell’iniziativa: il freno all’aumento dei sussidi RIPAM (per 16/10 milioni); il risparmio nella gestione degli asilanti (da 10 a 15 milioni); il risparmio su beni e servizi nei prossimi 5 anni di almeno 15 milioni; la rinuncia alla sostituzione di personale PPA nella misura del 30% (circa 4,5 milioni); ogni altra misura di riduzione dell’offerta e del consumo abusivo o improprio di prestazioni». Misure che, nel loro complesso, dovrebbero permettere di reperire almeno 30 milioni di franchi e, così facendo, coprire almeno in parte l’impatto finanziario del controprogetto. Ma si tratta anche di misure, viene scritto nel documento, «esemplificative», poiché «in presenza di misure migliori e con un più ampio consenso (...) possono essere sostituite o integrate».
Fungere da pungolo
L’idea alla base del controprogetto, ci spiega il capogruppo Matteo Quadranti, è duplice. «Da una parte serve a spronare la politica a fare qualcosa sul fronte dell’aumento dei costi della salute, e dunque sull’aumento dei premi. Mettiamo un tetto alla deducibilità dei premi come proposto dalla Lega, ma l’obiettivo è evitare di arrivare a quel punto. Con la nostra proposta avremmo qualche anno in più per trovare misure per contenere i costi della salute». Inoltre, come detto, «eviterebbe al Cantone e ai Comuni di trovarsi complessivamente e da subito con 100 milioni in meno. Anch’essi avrebbero quindi il tempo di trovare misure compensative». Dall’altra parte, aggiunge il capogruppo, «a differenza della Lega proponiamo già alcune misure compensative sul piano cantonale». L’auspicio generale, guardando già ai prossimi preventivi e al crescente aumento dei costi della salute, è che «i partiti che sostengono il controprogetto si impegnino già a fare qualcosa sia per ridurre i costi della salute sia nel trovare un consenso attorno a misure di risparmio».