Castel San Pietro, le firme ci sono: di nuovo al voto per Cuntitt

Non vogliamo sembrare melodrammatici, ma quello tra la popolazione di Castel San Pietro e la masseria Cuntitt pare proprio essere un rapporto di amore e odio, o perlomeno travagliato. Un rapporto che porterà la popolazione alle urne, di nuovo. Per la seconda volta contro un credito necessario per dei lavori di rinnovo dell’edificio è infatti stato lanciato un tentativo di referendum. E per la seconda volta questa iniziativa è riuscita.
Il gruppo protagonista del tentativo di referendum attuale ha consegnato le firme raccolte questa mattina in Municipio. A pochissimi passi quindi da quella masseria al centro delle loro preoccupazioni, o meglio delle loro reticenze. A non convincerli è il messaggio accolto dal Consiglio comunale a fine aprile che dava il via libera a un credito di 490.000 franchi per lavori di rinnovo all’osteria che si trova dentro Cuntitt: per la ristrutturazione della cucina, la riorganizzazione degli spazi interni e la realizzazione di una bussola d’ingresso.
Ragioni economiche
Il gruppo che ha raccolto le firme è interpartitico, anzi si definisce apartitico. «Non ci riteniamo i promotori del referendum, ma dei portavoce. Il vero promotore è il vicinato», ha premesso Corrado Motta, poco prima di portare i fogli con le firme in cancelleria comunale. Sottoscrizioni che sono 331, decine in più di quelle necessarie (il quorum è di 247 firme). «Malgrado il periodo estivo e la partenza tardiva della raccolta che è stata a fine maggio in un paio di settimane avevamo già raggiunto il numero minimo di firme», ha aggiunto Motta, accompagnato in Municipio da Aline Prada e Fabio Marchioni. Con loro hanno raccolto le firme Cecilia Bernasconi e Chantal Livi.
A motivare i promotori dell’iniziativa sono soprattutto ragioni economiche, ci hanno spiegato. «Si tratta di importanti investimenti di fondi pubblici, in questo caso a vantaggio di un progetto privato molto peculiare – si legge in una nota –, in un momento in cui si è deciso un aumento del moltiplicatore e in cui si prospettano misure di risparmio». Un pensiero, questo, che è diffuso anche nella popolazione, ci hanno spiegato stamane. «Abbiamo raccolto la sensibilità della gente e ci siamo fatti rappresentanti del loro disagio. Ci sembra giusto che a decidere sia la popolazione».
Il progetto che mira a rinnovare l’osteria, ha vissuto un iter travagliato. A fine 2022 c’era stata una prima richiesta di credito - di quasi 700.000 franchi - poi ritirata dal Municipio. Nel corso del 2024 un architetto aveva sviluppato un ulteriore progetto, giudicato però «eccessivo» dallo stesso Esecutivo. Infine, la soluzione «light» o «conservativa» che ora, sarà votata dalla popolazione. Nei prossimi giorni le firme saranno controllate e ricontate. Se quelle valide saranno almeno 247, la data del voto potrebbe essere il 28 settembre.