Curiosità

C'è un po' di caos organizzativo a Palazzo di giustizia

Avremmo dovuto seguire un processo, ma nessuno ha saputo dirci quale fosse l'aula
© CdT/Chiara Zocchetti
Valentina Coda
21.09.2022 18:05

Per i giornalisti avrebbe dovuto essere una normale mattinata a Palazzo di giustizia. E questo articolo avrebbe dovuto essere la cronaca di un processo. Gli eventi, invece, lo hanno trasformato nella cronaca di quello che è successo a margine del dibattimento. A cui la stampa non ha assistito. Questo perché l’aula maggiore era una e i processi in agenda, nello stesso posto, erano tre; uno a distanza di mezz’ora dall’altro e due dei quali, di fila, con la stessa procuratrice pubblica. Procuratrice che, non avendo il dono dell’ubiquità, ha dovuto lasciare l’aula del primo dibattimento (a cui abbiamo assistito, almeno questo, ndr) poco prima della lettura della sentenza per recarsi in un’altra aula e cominciare il secondo. Aula che nessuno, però, ci ha saputo indicare. O meglio, sarebbe dovuta essere quella minore – stando a quanto riferitoci da un addetto alla sicurezza che aveva visto la pp correre in quella direzione – ma arrivati sul posto la porta era chiusa e all’interno non c’erano né la Corte, né l’accusa, né il difensore e neppure l’imputato. Certi che nessuno si sarebbe potuto volatilizzare in via Pretorio, siamo tornati all’entrata principale e, caso vuole, abbiamo incontrato il presidente della Corte, il quale ci ha spiegato il motivo di questo caos organizzativo. L’avvocato difensore del primo processo della mattinata è arrivato in ritardo, facendo di conseguenza slittare gli altri processi. Due, appunto, si sono sovrapposti, costringendo il giudice, all’ultimo, a tirare fuori dal cilindro un’aula (ancora adesso non sappiamo quale fosse, ndr) per iniziare il dibattimento. In ogni caso, la mattinata non è andata persa. Le ore di lavoro le abbiamo guadagnate in attività sportiva.