Novità editoriale

C'è un po' di Ticino nella Basilica di San Pietro

Presentato il libro dell’autore Omar Gisler che omaggia la vita e le vicissitudini dei Magistri Comacini nati sulle rive del Ceresio e nel Mendrisiotto – Impronte ticinesi sul Ponte dei Sospiri a Venezia, nel Canale di Suez e nel Cremlino
Il libro, edito in lingua tedesca, racconta la storia dei capomastri e degli architetti ticinesi. © CdT/Chiara Zocchetti
Valentina Coda
12.12.2022 19:30

Esiste un capitolo della storia elvetica meno noto rispetto a quelli che ci lasciano in eredità le pagine dei libri. La domanda che ben rappresenta questa sorta di lacuna narrativa suscita perplessità, così come la risposta. Chi è a conoscenza del fatto che il comune denominatore, ad esempio, tra la Basilica di San Pietro a Roma, il Ponte dei Sospiri a Venezia, il Canale di Suez oppure il Cremlino a Mosca, siano degli artisti ticinesi? Sicuramente in pochi. Ebbene sì, queste sono solo alcune delle opere frutto del lavoro dei Magistri Comacini nati, cresciuti e formatisi in zone situate sulle rive del Ceresio e nel Mendrisiotto e che hanno partecipato allo sviluppo architettonico e artistico delle grandi città europee. Un pezzo di storia passato in sordina, ma messo recentemente nero su bianco grazie al nuovo libro dell’autore Omar Gisler intitolato Terra d’artisti – Come i capomastri ticinesi hanno contribuito alla storia dell’arte in Europa edito da AS Verlag in lingua tedesca. Un volume presentato, non a caso, nella chiesa di San Carpoforo a Bissone, comune che ha dato i natali ad artisti come Giovanni Tencalla e Francesco Borromini.

Da San Pietro a Santa Sofia

In totale, l’autore parla di oltre 4.000 tra muratori, architetti, capomastri, stuccatori e scultori, che a partire dall’alto Medioevo hanno lasciato il territorio ticinese per trovare fortuna sui vari cantieri in tutta Europa, contribuendo alla costruzione di palazzi, chiese, fortezze e in qualche caso anche di città intere (oltre a conquistarsi la stima di papi, imperatori, zar e sultani). Un ventaglio non indifferente di testimonianze, di cui il volume narra le vicende e le opere di venti di questi maestri. Per fare qualche esempio, all’inizio della cronistoria troviamo l’architetto Pietro Antonio Solari, che lasciò un’impronta importante nella Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, per poi recarsi alla corte dello zar di Mosca dove divenne responsabile per la fortificazione del Cremlino. A Venezia, invece, il luganese Antonio Contin partecipò alla realizzazione del Ponte di Rialto e del Palazzo Ducale, oltre a progettare il Ponte dei Sospiri. Gaspare Fossati, architetto di Morcote, salvò dal crollo la Basilica di Santa Sofia di Istanbul.

«Un patrimonio meraviglioso»

Diverse le personalità che hanno partecipato alla presentazione del volume, nato con l’obiettivo di far scoprire il «meraviglioso patrimonio artistico che il Ticino ha lasciato nel mondo», come spiegato da Omar Gisler. Per la direttrice di Mendrisiotto Turismo Nadia Fontana Lupi si tratta di un’opera che «concorre in maniera diretta alla valorizzazione di alcuni personaggi storici collocati in un contesto regionale che propone ancora oggi la possibilità di ritrovare tracce della loro presenza». Presenti anche il sindaco di Bissone, Andrea Incerti, e il sindaco di Melide, Angelo Gianinazzi, a rappresentare simbolicamente il passaggio dal Basso Mendrisiotto al Luganese, e quindi al resto del Ticino. Due comuni che diedero i natali al già citato Francesco Borromini e Domenico Fontana, artisti che hanno lasciato un’impronta tuttora tangibile a Roma. «Terra d’artisti», è stato detto durante la presentazione, risulta interessante anche dal punto di vista turistico, perché potrebbe fungere da attrattore per quelle persone interessate a scoprire più a fondo la storia di questi personaggi. Proseguendo in questa direzione, il direttore di Ticino Turismo, Angelo Trotta, ha sottolineato l’«orgoglio» nell’ammirare la Basilica di San Pietro a Roma oppure il Ponte dei Sospiri a Venezia e trovare un pezzo di Ticino. «Questo libro è anche un invito a non dimenticare, nella speranza che possa essere un oggetto utile nelle scuole per dare consapevolezza ai nostri giovani di cosa è stato il Ticino anche in passato». La prefazione del volume è stata curata dal presidente del Film Festival di Locarno, Marco Solari, che ha elogiato «il grande genio artistico della Svizzera italiana e l’immenso apporto che questo piccolo triangolo di terra, il Ticino, ha dato all’arte europea». In qualità di addetta ai lavori, la professoressa di storia dell’arte dell’Accademia di architettura dell’Università della Svizzera italiana Daniela Mondini ha parlato di «biglietto da visita della Svizzera italiana se il volume venisse tradotto anche in inglese» e ha rivolto un appunto all’autore sul fatto che «in qualità di terra d’artisti, si poteva includere anche la prima architetta».