C’è un ricorso sulla polemica da 117 milioni

Non è ancora detta l’ultima parola sui 117 milioni di contributi di costruzione che la Città di Lugano intende (o meglio: deve) prelevare dai proprietari immobiliari per opere legate allo smaltimento delle acque. La richiesta di prelievo (o meglio, di un credito per permettere il prelievo) era stata votata da 27 consiglieri comunali (25 i contrari, un astenuto) lo scorso 8 febbraio, al termine di una discussione che avevamo definito «interessante e a tratti grottesca». Serviva però una maggioranza qualificata (vale a dire 31 voti) affinché il messaggio fosse accolto, e così non è stato. Sembrava finita lì, ma nei giorni scorsi il consigliere comunale PS Raoul Ghisletta ha ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione. Sostenendo innanzitutto che non era corretto chiedere la maggioranza qualificata, e che quindi in realtà il messaggio è stato accolto.
Il contesto
Prima di addentrarci nel ricorso, facciamo un passo indietro. I 117 e rotti milioni di contributi di costruzione riguardano la realizzazione di opere sottostrutturali (per esempio le canalizzazioni) degli ultimi 50 anni e non sono ancora stati riscossi. Lo stesso Legislativo aveva chiesto più volte dal 2016 in poi di recuperarli, salvo poi spaccarsi e di fatto cambiare idea al momento del voto in febbraio, con l’accusa da parte di alcuni di voler mettere le mani nelle tasche dei cittadini sotto pandemia (c’era anche una proposta di prelevarli sì, ma non prima del 2022) e la difesa da parte di altri che, anche se dura, è la legge e non vi si può prescindere, tanto più che altrimenti quei soldi li si dovrebbe pescare dalle tasche di tutti i contribuenti luganesi. Soldi che, aveva sottolineato il municipale Michele Foletti, serviranno nel prossimo decennio alla Città per investire.
Questione di maggioranza
E veniamo al ricorso. Premesso che a esprimersi al riguardo sarà il Consiglio di Stato, Ghisletta afferma che ai sensi della Legge organica comunale (LOC, articolo 61) i «punti portanti» votati dal Legislativo non rientrano fra quelli per cui è prevista la maggioranza qualificata. E pertanto il messaggio, in virtù del voto favorevole 27 a 25, è da considerarsi accettato. Ghisletta chiede quindi al Consiglio di Stato in via principale di riformare la decisione del Legislativo di Lugano in modo che, in sintesi, la Città possa prelevare i contributi di costruzione; e in via subordinata che la decisione del Consiglio comunale sia annullata.
A prescindere dalle questioni tecniche, Ghisletta ritiene in ogni caso che la decisione del Legislativo sia «illegale», in quanto esso «non può sottrarsi all’obbligo di prelevare i contributi di costruzione ai sensi della Legge cantonale d’applicazione». E, nel caso invece potesse farlo, il consigliere comunale afferma che si tratterebbe di una decisione «iniqua e arbitraria, perché caricherebbe un debito per investimenti di ben 120 milioni sulle spalle di tutti i contribuenti della Città».