Centinaia di PMI scappano in Ticino

A sbarcare nel Cantone sono soprattutto piccole e medie imprese nel settore servizi
Vanni Caratto
26.03.2014 06:00

LUGANO - Sono piccole, con pochi capitali e nel settore dei servizi: ricercatori italiani hanno contato centinaia di PMI che hanno lasciato Como e Varese per il Ticino. Ma sono rare le delocalizzazioni di capannoni con operai. Le parole del capo degli industriali della Penisola, Giorgio Squinzi («Se devo aspettare 4-5 anni per la nuova sede di Milano, allora mi trasferisco in Svizzera»), avevano riacceso nei giorni scorsi il dibattito su quanti siano pronti a lasciare l'Italia per il Cantone e quanti lo abbiano già fatto. A sentire alcuni consulenti che si occupano di facilitare la «migrazione», il fenomeno avrebbe ormai dimensioni epiche, da parecchio tempo. Incrociando invece i dati di Italia e Ticino si scopre tuttavia che il fenomeno è rilevante, ma quasi sempre riguarda solo piccole realtà. Imprenditori con la valigia al seguito o poco più, non capannoni pieni di operai. Intanto il Cantone e il Comune di Chiasso lanciano la loro parola d'ordine sui nuovi insediamenti: selezione. Chi arriva deve portare lavoro, gettito fiscale e ritorno di immagine per tutto il Cantone.

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