L'anniversario

Centovallina, la storia visionaria e secolare del magico trenino biancoblù

Al PalaCinema è stato varato formalmente il giubileo della ferrovia transfrontaliera tra Locarno e Domodossola – La tratta, inaugurata cent'anni fa e lunga oltre 52 chilometri, è considerata una delle più suggestive d'Europa
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Mauro Giacometti
26.11.2023 18:15

Una locomotiva sbuffante di un treno arriva in una stazione francese: così nacque il cinema, la settima arte. E per il giubileo della ferrovia Centovallina non poteva esserci migliore collocazione che il PalaCinema di Locarno, tempio moderno dell’invenzione dei fratelli Auguste Marie Louis Nicolas Lumière. L’importanza delle visioni, dello spirito di collaborazione e dell’ingegnosità. È stato questo il fil rouge dei vari discorsi che si sono susseguiti nel corso dell’evento celebrativo svoltosi sabato al Palacinema di Locarno che, di fronte a una platea numerosa e qualificata, ha formalmente dato il via alle celebrazioni del centenario della ferrovia che attraversa Centovalli e Valle Vigezzo. Risale infatti al 1898 l’idea di un treno fra Locarno e Domodossola. L’obiettivo era di collegare il Ticino alla Romandia. A promuoverla l’allora sindaco di Locarno, Francesco Balli. Sul lato italiano, invece, lo scrittore e letterato Andrea Testore. Ma il vero motore dell’impresa fu un altro personaggio: l’ingegnere Giacomo Sutter. Un’idea illuminante, quella del collegamento transfrontaliero, che a distanza di un secolo non è tramontata, anzi. Tra i vari relatori invitati alla cerimonia al PalaCinema, anche Peter Füglistaler, direttore dell’Ufficio federale dei trasporti (UFT), che ha focalizzato il suo intervento sull’unicità delle circostanze che hanno determinato la nascita della ferrovia. «Al cuore di questa storia c’è una convenzione conclusa tra la Svizzera e l’Italia nel 1918, ossia nel momento in cui l’Europa si apprestava finalmente a porre termine alla Prima guerra mondiale. Invece di ripiegarsi su sé stessi, i nostri due Paesi hanno scelto di costruire ponti, in senso proprio e figurato». Il direttore dell’UFT ha poi sottolineato l’importanza della rotaia e del suo potenziamento anche nelle regioni periferiche. «Il treno, poco inquinante e capace di trasportare un gran numero di persone e merci alla volta, è un elemento cruciale per promuovere la decarbonizzazione e garantire la sicurezza di approvvigionamento del nostro Paese», ha evidenziato Füglistaler.

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Nuovi treni

Presente all’evento anche il direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali che ha parlato del ruolo della Vigezzina-Centovalli nel contesto del sistema ferroviario regionale ticinese e transfrontaliero. «Un ruolo strategico confermato dagli interventi di potenziamento del materiale rotabile che verranno effettuati nel corso dei prossimi due anni da parte del Cantone e della Confederazione. Verranno infatti introdotti otto nuovi treni, compatibili anche con le esigenze delle persone disabili. L’investimento complessivo è stimato in circa 94 milioni di franchi. Una cifra consistente che attesta il riconoscimento del valore e del suo contributo a livello ticinese e transfrontaliero». Dal canto suo il sindaco di Locarno Alain Scherrer, ripercorrendo qualche suo aneddoto personale, ha sottolineato l’importanza della tratta ferroviaria non solo dal punto di vista economico e turistico, ma anche da quello umano. «La Centovallina e i suoi attori con alla testa il sindaco di Locarno Francesco Balli hanno costantemente saputo resistere, rinnovarsi ed evolvere. C’è un aneddoto storico che mi ha davvero toccato nel profondo. Ricordo infatti che Giovan Battista Rusca, durante la Seconda guerra mondiale scese in Ossola e grazie al treno portò in salvo allo stadio Lido di Locarno centinaia di bambini della regione, in un’azione ai limiti della legalità», ha ricordato.

La Vigezzina-Centovalli è un treno, si. Ma è anche, e soprattutto, un mezzo di trasporto che cela una storia incredibile di visioni e di persone, con elementi quasi “fiabeschi”. Lo ha sottolineato il direttore delle Ferrovie autolinee regionali ticinesi (FART) Claudio Blotti: «In cento anni sui vagoni e lungo i binari si sono intrecciate le storie e le vite di contadini, pastori, emigrati, contrabbandieri, rifugiati, pellegrini. Ma anche di artisti, acrobati, attori, scrittori internazionali. Parliamo di un mezzo di trasporto che ha attraversato due guerre mondiali, intemperie, frane, alluvioni e crisi finanziarie. Il risultato? La Vigezzina-Centovalli è qui, oggi. Centenaria, ma più viva che mai».

I lunghi festeggiamenti

Nel corso della serata il presidente delle FART Paolo Caroni ha presentato il calendario degli eventi e delle iniziative che si protrarranno fino alla fine del prossimo anno. Oltre al francobollo commemorativo (disponibile presso tutte le filiali della Posta e alla biglietteria FART) e al libro 100 anni di Centovallina, uno dei punti forti sarà la presenza, per tutto il 2024, di uno spazio espositivo riservato al centenario al Museo dei Trasporti di Lucerna, il più visitato della Svizzera.

C’è grande attesa anche per la presentazione di un modellino di parte della linea e del treno storico alla Swissminiatur di Melide prevista il 25 marzo 2024 a cui seguirà in tardo autunno la presentazione del modellino dei nuovi treni Stadler. Paolo Caroni ha così sintetizzato eventi e appuntamenti: «Il nostro obiettivo è quello di approfittare di questo anniversario per promuovere l’immagine della Ferrovia sfruttando vari canali, da quelli tradizionali fino a quelli digitali. Gli eventi aperti a tutta la popolazione hanno lo scopo di ricordare e rafforzare il legame che unisce tutti i ticinesi, e i nostri connazionali, alla ferrovia Vigezzina-Centovalli». Il fitto calendario di iniziative in programma per il giubileo sono consultabili sul sito fartiamo.ch/100.

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