L’intervista

«Cerco di essere sempre me stesso, semplice e aperto al dialogo»

Il sindaco di Biasca Loris Galbusera ci parla del suo modo di intendere la funzione, delle opere che il Comune attende da tempo, degli obiettivi della legislatura corta e delle aggregazioni ferme
Loris Galbusera, sindaco di Biasca dal 2016. ©CdT/Chiara Zocchetti
Simone Berti
19.07.2021 06:00

«Cerco sempre di essere me stesso, una persona semplice, pragmatica, incline all’ascolto e aperta al dialogo, garantendo nel limite del possibile la mia disponibilità a tutti i cittadini». 54 anni da poco compiuti, Loris Galbusera ha iniziato la sua seconda legislatura alla testa del Municipio di Biasca. Con lui abbiamo parlato degli investimenti che il Comune attende da tempo, delle aggregazioni, del suo modo di intendere il PLR oggi e della maniera di porsi di fronte alla collettività.

Sindaco, come trova che la popolazione di Biasca abbia vissuto questo ultimo particolarissimo anno e mezzo segnato dalla pandemia?
«Con tanta preoccupazione ma anche con tanta responsabilità».

Sul fronte degli investimenti infrastrutturali, negli ultimi anni il Comune ha proceduto a rilento: si pensi in particolare alla difficoltà legate ai dossier per le future sedi di scuole e casa anziani. Finalmente di recente sono stati compiuti passi avanti: cosa farete per non perdere ulteriore tempo?
«Nella scorsa legislatura abbiamo dapprima cercato la necessaria condivisione politica e quindi dato un’accelerata al progetto delle scuole con il concorso d’architettura che ha permesso di scegliere il progetto vincitore. A breve è nostra intenzione procedere anche con il concorso d’architettura per la casa anziani. Questi dossier sono “pesanti” sia dal punto di vista finanziario che di contenuto e quindi richiedono tempi lunghi per gli approfondimenti con i vari servizi cantonali e consulenti specialistici. Da parte nostra abbiamo già attivato le necessarie procedure per fare in modo che le opere possano concretizzarsi al più presto. Purtroppo il complesso iter (richieste di credito di progettazione e costruzione, domanda di costruzione, concorsi di appalto, ecc.) potrebbe essere rallentato da opposizioni e ricorsi ad ogni stadio procedurale».

Parliamo di aggregazioni comunali: dopo il progetto fallito in votazione nel 2011 con Iragna e Pollegio, e mentre quattro anni fa è nato Riviera, per Biasca non si è mosso più nulla. Vi sono novità in vista?
«Al momento riteniamo prematuro riproporre l’aggregazione senza una forte condivisione degli altri comuni. Abbiamo comunque intensificato le collaborazioni, non solo con il comune di Riviera ma con tutti i comuni delle Tre Valli».

Quella appena iniziata sarà una legislatura corta. Qual è l’obiettivo imprescindibile?
«Avviare le progettazioni e le procedure per ottenere le necessarie licenze per la realizzazione delle opere. Completare la revisione del Piano regolatore. Garantire servizi di qualità ai cittadini».

Il suo partito guida Biasca da molto tempo: cosa significa, oggi, essere liberale radicale?
«Il primo sindaco di Biasca PLR fu Aleardo Pini nel 1952. Da allora sono passati 70 anni e la società è molto cambiata. Oggi il pensiero liberale radicale deve essere quello di porre il cittadino al centro dell’attenzione. Nel concreto realizzare i grandi progetti ma tenere in considerazione anche i bisogni semplici e quotidiani dei cittadini. Occorre sostenere imprenditori e promotori di progetti, anche regionali, che garantiscono posti di lavoro, creano coesione e qualità di vita. Più in generale bisogna investire nello sviluppo economico e sociale consegnando alle prossime generazioni un territorio migliore e soprattutto vivibile dove si possa costruire un futuro».

Dopo essere stato eletto in Municipio per la prima volta nel 2008, nel 2016 è diventato sindaco: come l’ha cambiata umanamente, in questi ultimi cinque anni, la carica assunta?
«È sicuramente una carica molto onerosa che richiede sacrifici e impegni che non possono essere derogati e delegati. Sono comunque fiero di essere sindaco di Biasca, mi piace lavorare per il mio comune, essere al servizio della comunità e partecipare alla vita comunitaria. Personalmente cerco sempre di essere me stesso, una persona semplice, pragmatica, incline all’ascolto e aperta al dialogo, garantendo nel limite del possibile la mia disponibilità a tutti i cittadini».

©CdT/Archivio
©CdT/Archivio