Che corse contro il fuoco sui crinali

LUGANO - Hanno qualche ora di sonno arretrata i Pompieri di Lugano. Le notti fra lunedì e martedì e tra mercoledì e ieri le hanno passate a combattere con il loro nemico storico: prima al San Lucio e poi sopra Corticiasca. L'allarme per l'incendio sul passo è scattato verso le 2. «Le fiamme si vedevano da Tesserete – spiega un portavoce dei militi luganesi – così siamo saliti per una ricognizione e abbiamo individuato due roghi: uno su territorio italiano e uno che aveva già sconfinato». Alle 6 sono arrivati i rinforzi: dal Ticino i pompieri della Sezione montagna e dalla Val Rezzo gli uomini del nucleo antincendio boschivo. Insieme hanno provato a contenere le fiamme, ma in mattinata la situazione è peggiorata. «In Val Colla il vento soffiava a cento all'ora e sul versante italiano ancora più forte, tanto che i loro elicotteri non potevano volare. In più non potevamo prendere acqua in zona». Sul lato ticinese le fiamme si erano avvicinate al bosco, così i pompieri hanno dovuto giocare una carta mai gradita, ma intelligente: appiccare un altro incendio, controllato, più a valle. Nota come «controfuoco», la tecnica permette da un lato di frenare il primo incendio lasciandogli letteralmente terra bruciata e dall'altro – sfruttando le dinamiche dell'aria calda – di cambiare l'angolazione delle lingue roventi che il vento spingeva giù verso gli alberi. «È l'ultima ratio» sintetizzano i pompieri. Il fuoco strategico è stato appiccato a partire da un sentiero in modo che non potesse propagarsi a valle. Fermato il rogo del San Lucio, ecco quello di Corticiasca, affrontato dai Pompieri di Lugano e Capriasca e domato in poche ore. Dovrebbe essere il quinto/sesto incendio scoppiato in quella zona nell'ultimo anno e mezzo. Doloso? L'inchiesta farà il suo corso, ma il sospetto c'è. Sembrano invece esserci pochi dubbi sul rogo sceso dal San Lucio, visto che sul lato italiano la pratica di bruciare i pascoli pare piuttosto radicata. Mercoledì sono state segnalate fiamme anche a Certara, ma in questo caso ci hanno pensato gli abitanti a spegnerle sul nascere.