Che cosa c'entrano Lugano e la Svizzera con il caso del «torturatore di New York»?

(Aggiornato) New York, in questi giorni, è stata scossa da un caso di criminalità legato a doppio filo al mondo delle criptovalute. Di mezzo, scrive il New York Post, c’è anche un broker con legami in Svizzera e in Ticino. Quest’ultimo si è costituito alla polizia, riferisce il quotidiano newyorkese, dopo un lungo weekend di festeggiamenti negli Hamptons.
Ma che cosa è successo, di preciso? Proviamo a fare chiarezza: venerdì scorso, un turista italiano è fuggito da un appartamento della Grande Mela, nel quartiere di Soho, a piedi nudi e in condizioni di salute precarie. Michael Valentino Teofrasto Carturan, 28 anni, a sua volta trader di criptovalute, in seguito ha spiegato di essere stato tenuto prigioniero per settimane e settimane, privato del passaporto e, soprattutto, sottoposto a torture e maltrattamenti. Tutto questo affinché il 28.enne svelasse le password dei suoi portafogli digitali.
La polizia, quindi, ha fatto irruzione nell’appartamento in questione, situato nel quartiere di Soho come detto e intestato a un imprenditore, John Woeltz, scoprendo una sorta di camera delle torture. Le autorità hanno trovato una motosega, dei cavi elettrici, dei cocci di vetro, dei visori notturni, un giubbotto antiproiettile e pure un’arma. Woeltz, a detta degli inquirenti, avrebbe tenuto il 28.enne prigioniero per oltre due settimane. Torturandolo, appunto. La polizia ha trovato altresì alcune foto che ritraggono la vittima. In una di queste, una Polaroid, la vittima è legata a una sedia con una pistola puntata alla testa.
L’indagine, dicevamo, tocca anche la Svizzera e il Ticino, in particolare Lugano. C’è, infatti, un terzo sospettato, un uomo d’affari etichettato come «lo svizzero» dai media americani e identificato in seguito come William Duplessie. Sulle rive del Ceresio, il sospettato ha co-fondato due aziende attive nel mondo cripto e blockchain. I tre sospettati, scrive dal canto suo TMZ, erano soci in un affare andato male. Di qui la decisione di optare per un macabro piano B: derubare il 28.enne.
Martedì sera, Duplessie è stato incriminato nel tribunale penale di Manhattan e accusato di rapimento, un crimine che può comportare anche una condanna all'ergastolo. È stato anche accusato di aggressione, detenzione illegale e possesso criminale di un'arma. È stato trattenuto senza cauzione.
Duplessie, scrive il New York Times, è un imprenditore e co-fondatore di Pangea Blockchain Fund, una società di investimento con sede a Lugano, in Svizzera, che ha lanciato con suo padre e un altro parente, Stephen Duplessie, nel 2019, secondo le pagine archiviate del sito web dell'azienda. Il fondo ha raccolto 19 milioni di dollari per investire in aziende tecnologiche «impegnate a costruire soluzioni blockchain di impatto», secondo la sua pagina LinkedIn.
Pangea sta «attualmente liquidando le sue posizioni», secondo il sito, che ora è una singola pagina. Sempre a Lugano, il sospettato ha ci-fondato la Blockchain Investment Advisory Sagl, il cui scopo è prestare «servizi di consulenza, in particolare nell'ambito degli investimenti finanziari, e segnatamente focalizzati nel settore delle tecnologie blockchain».
William Duplessie ha vagato da uno Stato americano all'altro nell'ultimo decennio, tenendo indirizzi in California, Louisiana, Kentucky e Florida, secondo i registri pubblici. Di più, ha già avuto precedenti con la giustizia.