Lugano

Che pasticcio al Palacongressi: naturalizzazione respinta per errore

Parte del Consiglio comunale non aveva capito che per accoglierla doveva dire «no»: fra le proteste della Lega si è rivotato, ma alla fine la prima decisione è stata quella ritenuta valida – Le risposte del Municipio sul Plan B: «Solo il tempo ci confermerà se questa visione porterà i frutti sperati»
Dopo la confusione iniziale, gli animi si sono calmati. © CdT/Chiara Zocchetti

Un iter lungo anni, quello per ottenere la naturalizzazione. Rigoroso, in teoria. Eppure una persona ora dovrà fare ricorso al Consiglio di Stato per ottenerla, perché il Consiglio comunale di Lugano - o perlomeno parte di esso - si è confuso. E ha così respinto la sua richiesta, al termine di un iter altrettanto confuso.

Andiamo con ordine. Il preavviso del Municipio riguardo alla naturalizzazione di questa persona era negativo, quello della Commissione delle petizioni positivo. Per naturalizzarla, quindi, bisognava votare no. Al termine dello spoglio, però, i sì (27) superavano di gran lunga i no (13). Bocciatura, dunque. Ma la presidente del Consiglio comunale Tessa Prati si è resa conto che qualcosa non quadrava e, malgrado le proteste provenienti da parte della Lega, ha fatto rivotare. Stavolta hanno vinto i no (30) e hanno perso i sì (13). Approvazione, dunque. Ma è intervenuto Lukas Bernasconi (capogruppo Lega): «Si è rifatta la votazione perché qualcuno ha sbagliato a votare, ma questo non è ammesso. Se hanno sbagliato a votare è un problema loro». «C’è stata molta confusione - ha detto Niccolò Castelli (Verdi). - Molti, me compreso, pensavano che messaggio e rapporto coincidessero. Ricordiamoci che stiamo parlando di una persona che chiede di essere naturalizzata. Mi sembra un putiferio eccessivo». «Ma la cosa era stata spiegata molto bene prima del voto» - ha ribattuto Maruska Ortelli (Lega), che con Bernasconi e Boris Bignasca ha poi messo in dubbio l’imparzialità di Prati nel svolgere il suo ruolo di presidente. Accuse respinte e descritte come «tirate per i capelli» da Carlo Zoppi (capogruppo PS).

Nel frattempo Prati ha proposto di rivotare, una possibilità avanzata anche da Sara Beretta Piccoli (MTL): «C’è stata confusione e ora una persona potrebbe dover fare un ricorso al Consiglio di Stato per colpa nostra. Votiamo per rivotare, almeno avremo una decisione democratica, e non frutto di un errore nostro».

Alla fine però Prati ha comunicato di aver recuperato i risultati della prima votazione e che sarebbero valsi quelli. A uscire vincente è quindi stato l’errore di voto. E una persona, per questo, si è vista negare la naturalizzazione. «Ci sarebbe meno confusione - ha detto Bignasca - se al posto di votare numeri si votassero nomi e cognomi, così è chiaro quale naturalizzazione si sta votando». Il voto sulle naturalizzazioni è soggetto anche a norme sulla privacy dei candidati, che a Lugano si interpretano in questo modo. Nella documentazione a disposizione della stampa i nomi dei candidati comunque c’erano.

Tante risposte sul «Plan B»

Stasera è stata la sera in cui si è parlato di Plan B in Consiglio Comunale. Su tavolo c’erano un’interrogazione e due interpellanze. Alle ultime due il Municipio ha risposto, in forma scritta. Con considerazioni generali e risposte puntuali. «Il Municipio non ha agito superficialmente per foga di fare - si legge nelle decina di pagine di risposta. - Il mondo blockchain, nato pochissimi anni fa, sta conoscendo uno sviluppo impressionante in tempi brevissimi. Abbiamo intravisto un’occasione più unica che rara per poter diventare un punto di riferimento europeo per quanto riguarda questa tecnologia. Solo il tempo ci confermerà se questa visione avrà portato i frutti auspicati». Quanto ai problemi legali di Tether, il Municipio scrive che «gli scambi con Tether si sono svolti in un clima di massima apertura e trasparenza, anche rispetto alle vicende pregresse e agli adempimenti che Tether è chiamata a fare negli Stati Uniti per attestare la propria solidità finanziaria. Va comunque precisato che la Città non ha dato alcun mandato a Tether».

Logistica urbana

Un tema decisivo per il futuro di Lugano sarà quello dello sviluppo della logistica urbana. La Città vuole diminuire il flusso di camion in centro, riorganizzando in modo più efficiente – e più sostenibile a livello ambientale – quello che viene definito l’ultimo chilometro. Il Consiglio comunale ha dato quasi all’unanimità luce verde ai fondi (stiamo parlando di 200 mila franchi) per elaborare un concetto - durante la seduta è stato auspicato in tempi celeri - chiedendo però di coinvolgere sin da subito i grandi distributori e i negozianti, nonché i Comuni limitrofi particolarmente toccati dal problema traffico (sia per intavolare discussioni, sia per chiedergli sostegno finanziario). Un progetto, è stato ricordato dal municipale Filippo Lombardi, «che si inserisce all’interno di una strategia federale per affrontare la crescita costante del traffico merci».

Bilancio e conti verdi

Sempre in ottica ambientale, il Consiglio comunale ha approvato l’idea che la Città si doti di un bilancio ambientale e sociale (a dare lo spunto una mozione dei Verdi di cinque anni fa). E verdi, nel senso di utile, dovrebbero essere anche i conti Consuntivi del 2021 della Città, malgrado prospettati disavanzi milionari. La buona notizia è però ancora da confermare, sebbene sia stata ventilata da diversi Consiglieri comunali, in particolare Lorenzo Beretta Piccoli (PPD) durante la discussione del Piano finanziario.