Il caso

Che sorpresa: il paese è piccolo, ma le idee sono grandi

Il Comune calanchino di Rossa invita i proprietari delle numerose residenze secondarie ad affittarle invece di tenerle chiuse - Un centinaio le abitazioni poco occupate durante l’anno - Il sindaco Graziano Zanardi: «La domanda supera decisamente l’offerta»
Alan Del Don
12.03.2021 06:00

Una grande idea per un piccolo Comune. Rossa, paese della Calanca interna di 154 abitanti, in questo momento di crisi si fa portavoce del rilancio economico locale e del turismo sostenibile dell’intera valle. Come? Semplicemente promuovendo le case di vacanza e i rustici utilizzati con il contagocce dai legittimi proprietari, ma che interessano eccome ad altre persone. Sia solo per trascorrervi qualche giorno o un paio di settimane o per più mesi.

Le residenze primarie, in paese, sono solamente il 30%. Le altre sono pertanto secondarie. Ben il 70%, quindi. Tantissime. Di una cinquantina le porte vengono spalancate regolarmente, soprattutto durante le vacanze estive ma non solo. Mentre un’altra cinquantina sono «aperte» solo saltuariamente sull’arco dei dodici mesi. Una o due volte all’anno, per capirci. Troppo poco secondo il Municipio.

Distanti ma vicini

«Negli ultimi anni, e non solo in questi dodici mesi segnati profondamente dalla pandemia da coronavirus, i cittadini hanno scoperto quanto siano attrattive anche la montagna e, in generale, le zone e le regioni distanti ma neanche troppo dalle città. E che sono dotate dei servizi e delle infrastrutture indispensabili per viverci in pianta stabile». Il sindaco di Rossa Graziano Zanardi sa perfettamente quanto hanno da offrire il suo villaggio e la Calanca in generale. Si sta bene, lassù. E in un attimo si è subito giù, al piano. Grono è a 20 chilometri, Bellinzona a 30, Lugano a 60.

«La domanda da parte di persone interessate ad affittare o ad acquistare degli immobili è forte. Supera decisamente l’offerta», aggiunge il nostro interlocutore. E pertanto a Cinzia Barzan, da poco supplente municipale, è saltata la mosca al naso. Attinente di Rossa, mamma di due figli adolescenti, è tornata a viverci da una dozzina d’anni. E non si è affatto pentita. «Mi faceva male vedere quelle case chiuse tutto l’anno. E dunque ho deciso di rendermi utile per il mio paese e, in senso lato, per tutta la valle», sottolinea interpellata dal CdT.

Grande entusiasmo

L’iniziativa intrapresa da Cinzia Barzan è agli inizi. In fase embrionale. Si stanno valutando le prossime mosse. Al momento è stato pubblicato, negli scorsi giorni, uno stringato annuncio sulla pagina Web del Comune: «Sin dalla scorsa primavera la richiesta di affitti per vacanze è aumentata, tanto che la domanda ha superato l’offerta. Un vero peccato per quelle case secondarie vuote, inutilizzate, chiuse. Offrendo alloggi tipici si promuove e si valorizza il territorio nel suo insieme, favorendo l’economia e un turismo sostenibile nella Val Calanca».

Il fenomeno, come noto, non riguarda solo la vallata del Grigioni italiano. Negli ultimi mesi il nostro giornale ne ha riferito a più riprese, parlando del caso del Bellinzonese e delle Tre valli. La scorsa estate la richiesta di immobili è stata infatti importante. Ma quelli messi a disposizione sono stati pochissimi: vale a dire 300 appartamenti su 6.000.

«La frontiera della civiltà»

«Grazie alla tecnologia e alla ricerca di una migliore qualità di vita Rossa diventerà la nuova frontiera della civiltà a un’ora e mezzo da Zurigo». L’architetto Davide Macullo, rossese DOC, è il «padre» della Swiss House, costruita quattro anni or sono in collaborazione con l’artista parigino Daniel Buren. Impossibile non notarla quando si arriva in paese. È una casa, certo, ma soprattutto un’opera d’arte a cielo aperto, inserita fra le abitazioni dei patrizi nella zona della chiesa parrocchiale.

Per Macullo il paese d’origine è un «sogno». Ecco perché si sta impegnando per renderlo ulteriormente attrattivo con interessanti progetti che coinvolgono la popolazione. Rossa sarà «vivibile» tutto l’anno. Perché lassù sì che si sta bene.