Chiesti 15 mesi sospesi per le due signore della truffa

Non negano le ripetute truffe perpetrate negli anni ai danni di medici, e assicurazioni pubbliche e private, ottenendo indebite prestazioni pecuniarie per oltre 200 mila franchi. Ma l’operato delle due «signore della truffa» locarnesi apparse oggi nell’aula minore delle Criminali di Locarno in Lugano, come ha sottolineato il procuratore pubblico Andrea Gianini, che esattamente cinque anni fa emanò un corposo decreto d’accusa nei loro confronti, più che da una connotazione criminale si configura come necessità di sopravvivenza e discutibile gestione delle poche risorse disponibili. Un comportamento «non scusabile ma nemmeno perseguibile attraverso un accanimento giudiziario che deve necessariamente tenere conto del tenore di vita, della salute, della situazione indigente per entrambe e soprattutto della loro volontà di riparare», ha evidenziato il procuratore. Una infatti è in invalidità, con una figlia minorenne a carico e l’altra in pensione ma ancora attiva per cercare di pagare ratealmente debiti e maltolto. Così per le due donne, una 53.enne svizzera di origini croate e una 66.enne bosniaca da 40 anni in Ticino, l’accusa ha proposto 15 mesi sospesi condizionalmente per due anni e, per la più anziana, cittadina serba, la rinuncia a far valere l’espulsione. Le difese, rispettivamente affidate all’avvocato Alessandro Mazzoleni per la più giovane alla sbarra e all’avvocato Carlo Borradori per la 66.enne, hanno accettato la pena proposta. Nel pomeriggio la sentenza della Corte presieduta da Francesca Verda Chiocchetti, giudici a latere Aurelio Facchi e Fabrizio Filippo Monaci.