Chiude la statale Regina, la Val Mara corre ai ripari

Quella di lunedì, sul versante sottocenerino delle strade, potrebbe essere una (prima) giornata da bollino rosso. La statale Regina - lungo il lago di Como - verrà chiusa al traffico, e sarà inutilizzabile poi per quattro mesi. Verrà chiusa all’altezza di Colonno, a causa del cantiere che porterà alla realizzazione della variante della Tramezzina (vedi CdT di giovedì). Il collegamento sarà dunque tagliato in due fino alla fine di marzo del prossimo anno. Per le migliaia di automobilisti che ogni giorno percorrono la statale, restano poche alternative. Due, in particolare, andranno a toccare il suolo ticinese.
Chi dovrà raggiungere la Svizzera (o chi vorrà arrivare a Como, passando dalla Confederazione), potrà optare per l’opzione attraverso il valico di Gandria - per poi attraversare la città -, che conta già un elevato numero di transiti. L’altra possibilità sarà percorrere la Valle Intelvi e ridiscendere fino ad Argegno. Oppure, «deviare» verso il valico della Val Mara: un’opzione, questa, che potrebbe creare ulteriori disagi. Il Municipio di Arogno ha dunque preso contatto con l’Ispettorato delle strade per ottenere rassicurazioni. La strada che collega Maroggia ad Arogno (e poi all’Italia) presenta infatti un certo numero di tornanti. E, una volta sopraggiunto l’inverno, ci si potrebbe trovare a fare i conti con la neve. Il che rischierebbe, in caso di contrattempo, di paralizzare completamente la via di transito. Le rassicurazioni, come detto, sono arrivate e, in caso di necessità, sul posto saranno presenti agenti di sicurezza. Inoltre, verrà dato risalto alla segnaletica che, già ora, impedisce ai mezzi pesanti il transito.
Incognita cantieri
Vi è poi un’ulteriore preoccupazione: i cantieri. Per quel che riguarda la strada che conduce a Gandria, un cantiere è attivo a Ruvigliana. Il flusso di auto, in questo caso, sarà gestito da agenti di sicurezza, e la Polizia cantonale ha previsto un potenziamento nel monitoraggio di quelle che potranno essere le aree sensibili. A sud del ponte diga, invece, gli occhi saranno puntati sui cantieri lungo la cantonale, a Maroggia e a Capolago. All’altezza di entrambi, al momento, le auto possono circolare solo su una corsia di marcia, in maniera alternata. Una situazione che già oggi, durante gli orari di punta, genera colonne. La speranza è che da lunedì, le migliaia di auto che dovranno «bypassare» Colonno non alimenteranno ulteriormente il flusso sulle strade tra Chiasso e Lugano.
Oltre cinquemila auto al bivio
Le varianti
Da dopodomani, dunque, chi si trova a monte (guardando da Como) dello sbarramento, dovrà giocoforza scegliere una via alternativa. Uno scenario previsto dall’ANAS (l’Ente nazionale delle strade statali italiane) e dalla Provincia di Como, la quale nei mesi scorsi ha commissionato uno studio sui flussi di traffico al Politecnico di Milano. Dalle analisi è emerso che 5.589 tra automobilisti e frontalieri comaschi potrebbero scegliere la variante «ticinese» per aggirare il cantiere per la realizzazione della Tremezzina. Secondo lo studio, le persone che dovranno allungare i propri tempi di viaggio a causa del cantiere saranno circa 7.400 al giorno. Il 76% di esse potrebbe appunto scegliere il passaggio ticinese o la Valle Intelvi. Per gli oltre 5.500 automobilisti v’è inoltre da considerare l’allungamento dei tempi di percorrenza. Secondo lo studio dell’ateneo milanese, «per oltre un terzo dei casi, tenendo conto degli effetti del traffico e della sottostima dei tempi di percorrenza, si può prevedere un aumento superiore ai 30 minuti per viaggio (quindi di oltre un’ora tra andata e ritorno)». In sostanza, chi da Tremezzina volesse raggiungere Como, via Gandria, viaggerebbe per 1 ora e 33 minuti. Chi optasse per la Valle Intelvi starebbe in auto 1 ora e 32 minuti. Tempo comunque più ridotto rispetto alla terza opzione – quella completamente italiana – che prevede il transito attraverso Lecco: in questo caso di parla di 2 ore e 9 minuti.