Ceresio

Ci mancava solo l’alga tossica, sconsigliata la balneazione

È l’alga azzurra ed è sempre presente, ma quest’anno ha trovato condizioni ideali per fiorire in abbondanza - Non si può fermare: bisogna aspettare che le piogge e il calo delle temperature la riportino al suoi valori abituali
© CdT/ Chiara Zocchetti
Marco Ortelli
15.09.2020 20:52

Sono apparse tra agosto e settembre nel Vecchio Vedeggio ad Agno, ma poi, seguendo le correnti o mosse dal vento, hanno variato la loro zona di insediamento, e a tal punto che da qualche giorno sono state avvistate anche a Riva San Vitale, Capolago e Brusino Arsizio, motivo per cui le locali autorità hanno emanato un avviso pubblico di invito a non bagnarsi nelle acque del lago. Non solo, la loro proliferazione ha varcato pure il ponte-diga, con avvistamenti nella zona di Paradiso, in mezzo al lago e vicino alla riva tra Agno, Magliaso e Caslano. Stiamo parlando di alghe e più precisamente della microcystis aeruginosa, una presenza ben nota nelle acque del Ceresio e in grado di produrre tossine – chiamate microcistine - la cui concentrazione decide della maggiore o minore sua tossicità.

Dolori e colori

Gli effetti sull’uomo sono diversi, da reazioni allergiche che colpiscono la cute a fastidiosi disturbi anche gravi all’apparato gastrointestinale. Ma non solo. Anche i cani patiscono la presenza di quest’alga azzurra e quindi è vivamente sconsigliato lasciarli abbeverare nelle acque del lago. Malgrado il suo nome celestiale, questo tipo di alga è invece riconoscibile dal colore che può variare dal verde brillante al rosso mattone al nero, cui possono accompagnarsi schiume e masse filamentose.

L’origine del fenomeno

Già ai primi di agosto ne era stata rilevata la presenza, come conferma Camilla Capelli, biologa e ricercatrice all’Istituto di Scienze della Terra della SUPSI. «Effettuiamo regolari campionamenti nelle stazioni di monitoraggio situate a centro lago. Mensilmente valutiamo le abbondanze e già ai primi di agosto avevano notato un’eccedenza di questo cianobatterio. Ovviamente, la situazione è stata tenuta sotto controllo finché sono apparse delle fioriture ad Agno». Se la presenza di quest’alga è fenomeno normale, lo è assai meno la sua sovrabbondanza. Come mai? «Questa specie di alga risponde bene ai nutrienti - prosegue la biologa- e in modo particolare al fosforo, se poi aggiungiamo le temperature calde ecco che le condizioni erano e sono ideali al suo sviluppo».

In continua espansione

L’alga attualmente è presente in tutto il lago, ma la sua espansione maggiore è tuttavia situabile nel bacino a sud del ponte diga. «Le immagini che abbiamo visto a Riva San Vitale - commenta Camilla Capelli - parlano da sole. Poi queste fioriture vanno a evidenziarsi magari dove ha soffiato il vento ed è quindi in queste zone che si sono accumulate». Per fioritura è da intendersi l’accumulo in superficie di cianobatteri, che danno una colorazione diversa all’acqua e ogni tanto sono accompagnati da schiuma e da cattivi odori collegati all’abbondanza di cianobatteri e anche alla morte cui vanno incontro.

Nessun intervento

Sibillino il commento della ricercatrice SUPSI. «Non possiamo fare nulla», spiega Capelli. «Bisogna attendere che l’alga faccia il suo corso, aspettare che le temperature si abbassino e che qualche temporale crei turbolenze nelle acque del lago. Queste fioriture tendono inevitabilmente a morire, le cellule si disgregano e pertanto, nel tempo è da attendere un ritorno ai normali equilibri».

«Non tuffatevi»

Con Mauro Veronesi, capo ufficio delle acque e dell’approvvigionamento del Cantone, trattiamo l’argomento balneazione. «Il nostro invito è quello di non tuffarsi nelle acque in presenza di queste alghe perché possono esserci delle concentrazioni di tossine alte, anche se non tali da creare problemi di natura sanitaria. Strano fenomeno, quello delle alghe, sempre presente nelle acque del Ceresio ma delle quali ancora non conosciamo la dinamica del loro sviluppo.», osserva Veronesi. Alla luce di questo giro intorno al lago alla ricerca di alghe azzurre e informazioni, data voce agli esperti ricercatori e responsabili cantonali, in conclusione si può aggiungere che, come sovente accade, a porre rimedio a questi eventi naturali sarà la natura stessa. Non resta che attendere e stare attenti ai mutamenti di colore delle acque del lago.