Il caso

Circo Orfei bloccato: «Siamo disperati, non sappiamo dove andare»

Il promotore Davide Trentini parla di sospette pressioni giunte dalla Svizzera interna: «Ci impediscono di lavorare, il certificato andava bene» - GUARDA LE FOTO
Il tendone del circo bloccato per ragioni burocratiche. (Foto Gabriele Putzu)
Federico Storni
10.05.2019 06:00

LUGANO - Colpi di scena e pathos sono parte integrante dell’esperienza circense, ma quelli di giovedì sera di certo non sono piaciuti ai diretti interessati. Non senza una certa teatralità, poco prima dell’inizio dello spettacolo nello sterrato della Gerra a Lugano alle 19.30, al debutto della tournée ticinese, la Polizia cantonale è intervenuta per vietare le esibizioni del Circo italiano Orfei (in Italia sotto insegna «Rolando Orfei» e da non confondersi con il Circo Moira Orfei). Il motivo? Non aveva i necessari permessi a livello di sicurezza. Di diverso avviso il promotore Davide Trentini, che parla di sospette pressioni giunte dalla Svizzera interna: «Ci impediscono di lavorare, il nostro certificato di collaudo prima andava bene, poi non più».

Già nella giornata di mercoledì, riferisce la Polizia, era stata intimata ai responsabili la decisione, di competenza del Servizio autorizzazioni, commercio e giochi, relativa al mancato rilascio della necessaria autorizzazione per l’esercizio dell’attività di baracconista o di impresario circense in Ticino. Questo poiché, spiegano le forze dell’ordine, non sussistono attualmente i requisiti per il suo rilascio. In particolare, il circo non dispone di un valido attestato relativo alla sicurezza dei suoi impianti. Infatti, in base dell’Ordinanza sul commercio ambulante, il richiedente deve dimostrare che la sicurezza degli impianti utilizzati sia stata controllata da un organismo di ispezione autorizzato dal Servizio di Accreditamento Svizzero (SAS) o riconosciuto dalla Svizzera nell’ambito di un accordo internazionale. «Venendo a cadere questi presupposti e vista la mancata volontà dei responsabili nel voler rispettare la decisione», per la Polizia si è reso necessario l’intervento volto a impedire lo svolgersi degli spettacoli, non solo per le quattro serate luganesi ma anche per quanto riguarda le altre tappe previste su suolo ticinese (vale a dire Locarno, Faido, Biasca e Bellinzona), almeno fino all’eventuale ottenimento di tutti i necessari permessi. Contro la decisione, comunicano le autorità, è data facoltà di ricorso, privo di effetto sospensivo, al Consiglio di Stato.

Da noi contattato, il promotore del circo Davide Trentini ha raccontato una storia diversa, per certi versi grottesca: «Quando abbiamo deciso di venire a lavorare in Svizzera ci siamo informati sulle procedure presso tutti i Comuni interessati. Abbiamo presentato loro il nostro libro tecnico e il certificato di collaudo italiano. Per i Comuni, i pompieri e la Polizia andava bene, almeno fino a settimana scorsa, quando il Cantone ci ha contattato e ci ha detto che l’unico modo per avere l’autorizzazione a esercitare era di far collaudare la struttura in Svizzera. Ci hanno indirizzati a una ditta di Wallisellen. Quando siamo arrivati lì abbiamo però scoperto che era chiusa da due anni. Alternative non ce n’erano, così il Cantone ci ha detto di fare il collaudo in Germania, cosa di per sé assurda dato che a quel punto anche il collaudo italiano poteva andare bene. Abbiamo comunque contattato delle ditte, che ci hanno detto che ci volevano tre mesi. È un cane che si morde la coda, e intanto ci hanno imposto il blocco».

Il sospetto del nostro interlocutore è che tutto sia nato da pressioni da parte di un’associazione circense della Svizzera tedesca. «La Svizzera - sottolinea - è po’ un monopolio. In settant’anni vi si sono esibiti solo due circhi stranieri. Noi saremmo stati i terzi». La mancata abilitazione a proporre lo spettacolo comporta la perdita di una ventina di giorni lavorativi per il circo: «Siamo disperati, non sappiamo dove andare - ha detto Trentini. - Siamo letteralmente in mezzo a una strada perché non abbiamo un ricovero invernale, essendo in tour tutto l’anno. Siamo 70 famiglie, con bambini piccoli e animali, e non sappiamo come muoverci. Chiediamo aiuto a chiunque possa darcelo, sia per avere indicazioni, sia per capire se potremo lavorare. È assurdo che questo capiti proprio in Svizzera: una soluzione la si poteva trovare».

Il Circo italiano Orfei esiste in varie forme dal 1972, fondato dalla famiglia Coda Prin. La famiglia Orfei vi entra nel 1984 (oggi vi si esibisce tra gli altri Lara, la figlia di Moira). I biglietti per la serata annullata sono già stati rimborsati, e lo stesso accadrà per le prenotazioni per i prossimi spettacoli, se effettivamente non si faranno.