Lugano

Città e Navigazione, la «battaglia navale» è finita

Prove d’intesa fra il Municipio e la Società sul futuro del comparto che va dalla Lanchetta fino alla foce - L’azienda pensa a uffici, museo e spazi residenziali - Il Comune pregusta uno storico percorso pedonale
Foto Putzu
Giuliano Gasperi
04.07.2019 06:00

LUGANO - La «battaglia navale» sembra essere finita. Ovvero: la Città e la Società Navigazione in passato se le sono date di santa ragione, politicamente parlando, mentre ora s’incontrano e valutano insieme il futuro del comparto che va dalla Lanchetta fino alla foce del Cassarate. Certo, ognuno con le sue idee e nei limiti delle sue competenze, ma il dialogo esiste e settimana scorsa è stato portato avanti. Non conosciamo in dettaglio i vari scenari sul tavolo: le parti – specialmente la Navigazione, che ieri non ha rilasciato dichiarazioni – in questo momento preferiscono giocare a carte coperte. Di certo la Società ha intenzione di valorizzare e sviluppare gli spazi di sua proprietà, che comprendono un cantiere navale tutelato come bene culturale a livello cantonale. Come tale è praticamente intoccabile, ma attorno ad esso potrebbero sorgere nuovi edifici. Per quanto riguarda le destinazioni dei futuri spazi, il complesso dovrebbe ospitare uffici, un museo e una parte residenziale, anche se nulla è ancora deciso a parte la volontà di mantenere l’attività dell’officina per i battelli, che è irrinunciabile e per la quale non è facile trovare ubicazioni alternative.

Palazzo civico dal canto suo tiene molto a due cose: che la zona ospiti contenuti a valenza pubblica – perciò niente speculazioni – e che sia possibile realizzare un percorso pedonale che colleghi la foce alla Lanchetta. Se ne parla ormai da anni. La soluzione suggerita dagli ultimi studi è quella di una passerella sospesa circa quattro metri sopra il lago che permetterebbe di scavalcare il lido e il cantiere navale: due ostacoli che rappresentano la più grande cesura del lungolago cittadino. Per capire la portata simbolica di questo intervento è sufficiente pensare che si potrebbe camminare, senza mai allontanarsi dalle rive del Ceresio, da Paradiso fino a Castagnola. Se poi un giorno la Città dovesse riuscire a ottenere un percorso pedonale anche all’interno di Villa Favorita, collegandosi a via Cortivo, la passeggiata panoramica arriverebbe fino a Gandria. Ma questa è un’altra storia.

Novità entro sei mesi

Ad occuparsi del dossier è il municipale responsabile della pianificazione Angelo Jelmini, che ricorda come l’idea della passeggiata sia nata nel 2005 da una mozione del PPD che chiedeva di «raddoppiare» il parco Ciani, cioè di estenderlo oltre il Cassarate. Ne era scaturito un primo studio di fattibilità curato dall’architetto Boila e aggiornato strada facendo in base alle esigenze delle diverse parti in causa, comprese le società che utilizzano i campi da tennis. La crisi delle finanze comunali aveva fatto finire l’idea nel congelatore, ma recentemente i popolari democratici sono tornati alla carica e la Navigazione ha manifestato le sue intenzioni progettuali. «Hanno avanzato uno scenario immobiliare importante – spiega Jelmini – che ci ha portato a fare ulteriori approfondimenti dal punto di vista urbanistico. Spero che entro sei mesi queste ulteriori riflessioni saranno concluse e potremo portare il tutto sul tavolo del Municipio». Bisognerà capire anche la posizione del Cantone, che è doppiamente interessato: da un lato come garante di una buona pianificazione dell’area, dall’altro come azionista della Navigazione. Per quanto riguarda la passerella Jelmini è ottimista: «Credo che sia possibile trovare una soluzione soddisfacente sia per la Città sia per la Navigazione. Dal punto di vista tecnico – aggiunge il municipale – l’ipotesi è quella di creare un percorso pedonale che si possa ‘aprire’ ogni volta che un battello deve entrare nel cantiere: cosa che non succede certo quotidianamente». Le sfide più impegnative per il capodicastero sono altre. «Il problema è trovare le giuste soluzioni per un inserimento armonioso di tutti i nuovi volumi». In altre parole: evitare scempiaggini edilizie. «A mio parere poi il futuro complesso deve avere una vocazione in gran parte pubblica. Gli spazi residenziali personalmente non li vedo». Alla Navigazione tuttavia potrebbero fare comodo per l’equilibrio finanziario dell’operazione. È un nodo da sciogliere, ma i buoni rapporti tra Città e Navigazione, confermati dallo stesso Jelmini, sono una buona base di partenza.

Quella volta a Losanna

La relazione non è stata sempre così buona. Anzi il contrario. Per anni, fino al 2007, Città e Navigazione hanno litigato per l’espropriazione materiale del cantiere navale – basata sul fatto che il Piano regolatore di Lugano prevede un vincolo per attrezzature pubbliche sul fondo destinato a svago e tempo libero – e la vertenza è arrivata fino al Tribunale federale, che ha respinto le pretese economiche della Società nei confronti del Comune. Secondo l’azienda, il vincolo a carico del suo fondo ne avrebbe comportato l’estromissione dal mercato immobiliare e impedito un ulteriore sfruttamento edilizio. «Ma fintanto che abbiamo la concessione per l’esercizio della navigazione – aveva dichiarato l’ex presidente Giampiero Ferrazzini – nessuno potrà comunque espropriare il terreno, in quanto lo usiamo per la nostra attività». Così è stato, ma ora tutto viene rimesso in discussione. Con le buone, stavolta.