Coduri: "Ora voltiamo pagina"

LUGANO - Una delle notizie principali per la piazza ticinese in questi giorni è l'accordo tra BSI e autorità USA per la chiusura della vertenza fiscale. (vedi Suggeriti) BSI dovrà versare 211 milioni di dollari (circa 205 milioni di franchi). Abbiamo posto alcune domande sulla situazione e sulle prospettive a Stefano Coduri, CEO della BSI.
Coduri, il conto USA viene giudicato da alcuni molto salato per BSI, qual è il suo giudizio complessivo sull'operazione ?«Effettivamente il conto è salato: oltre all'importo pagato in relazione al Non-Prosecution Agreement, anche i costi sostenuti per prendere parte al programma fiscale americano hanno influito in modo significativo sul nostro risultato. Indicativamente i costi legali e di audit legati alla partecipazione al Programma corrispondono ad un importo pari a un terzo del pagamento relativo al Non-Prosecution Agreement. Ora voltiamo pagina. Siamo soddisfatti di aver raggiunto questo accordo con il Dipartimento di giustizia americano per diversi motivi. Innanzitutto perché abbiamo risolto le pendenze fiscali del passato e possiamo ora dedicarci al business e alla nostra strategia di crescita. Inoltre l'accordo facilita il completamento dell'acquisizione di BSI da parte di BTG Pactual».
La riorganizzazione delle attività che avete già annunciato prosegue come previsto, avete detto. Potrebbero esserci altre misure sulle strutture o sugli organici più avanti?«Il programma di eccellenza operativa si svolge nell'arco del biennio 2014-2015. Le prime misure sono state implementate a partire dal secondo semestre del 2014 e proseguiranno sino alla fine di quest'anno. Stiamo intervenendo sia sui costi del personale che su quelli operativi. Mi preme sottolineare che, per quanto riguarda la riduzione del personale, i numeri annunciati lo scorso anno non sono cambiati e il pagamento legato all'accordo con il Dipartimento di giustizia americano non modifica le misure programmate. Tuttavia ci stiamo confrontando con una serie di elementi relativi allo scenario attuale come la voluntary disclosure italiana, che terminerà solo nell'autunno del 2015, i tassi di interesse negativi sul franco svizzero e, non da ultima, la recrudescenza della crisi greca, che potranno avere effetti importanti e portarci a rivalutare la situazione l'anno prossimo».
Come stanno andando gli affari di BSI, si possono fare alcune previsioni per l'anno in corso?«L'inizio dell'anno è stato senza dubbio particolare, con la decisione dello scorso 15 gennaio della Banca nazionale svizzera di togliere la soglia minima di 1,20 nel cambio euro-franco. Decisione che paradossalmente ha portato ad un risultato dei primi due mesi superiore a quello dello stesso periodo dello scorso anno grazie all'accresciuta volatilità sul mercato dei cambi. Guardando avanti, però, tenuto conto dei tassi di interesse negativi sul franco e della debolezza dell'euro, ci attendiamo un 2015 piuttosto difficile».