«Com'era bello il Ticino che non c'è più»

Elio Moro è cresciuto in un Ticino in cui fare un pieno costava 5 franchi, e guidare era come partecipare, oggi, a un perenne raduno d'auto d'epoca. Topolino, 600, 500, Balilla e via dicendo. Era un Ticino più inquinante, almeno dal punto di vista automobilistico. Eppure in molti suscita un'irrefrenabile nostalgia.
Si potrebbe dire che Moro viva nel passato: ma lo fa con una vitalità da ragazzino. Pensionato, già docente a Locarno, negli ultimi anni si è distinto per avere organizzato ogni genere di attività benefica: tornei di calcio, concorsi di ratafià, e ora anche un raduno di auto d'epoca che si terrà a Olivone il prossimo 14 settembre.
Il ratafià fatto in casa, come anche le confetture di cui è un appassionato produttore, nel «mondo di Moro» fanno tutt'uno con le auto d'epoca: sono simboli di un tempo in cui, in realtà, l'equilibrio tra uomo e habitat - tra i ticinesi e il Ticino - era forse più sostenibile. «Sono proprio ora nel bosco a raccogliere il corniolo» esemplifica lui al telefono, un Nokia dei primi anni 2000 che la compagnia telefonica gli ha intimato di buttare entro la fine dell'anno («dicono che il 3G non funzionerà più»).

Tutto nella vita di Moro ha almeno vent'anni - lui la sua età invece non la dice, come si faceva una volta - e di quello che è venuto dopo ne fa a meno. A cominciare dal computer. «Per guardare le mail in qualche modo mi arrangio, tramite amici che ne hanno una» ammette. Eppure Moro è tutt'altro che un eremita. Ha dimostrato che è possibile organizzare, negli anni Duemila, qualcosa come settanta iniziative pubbliche l'anno - tante ne promuove l'associazione Girasole Benefico da lui fondata - senza possedere uno smartphone né un account di un qualsiasi social network.
Venendo alle auto, la sua è del 1985. Funziona benissimo - «basta averne cura» dice - ed è uno schiaffo all'obsolescenza programmata. Se l'impatto ambientale si misurasse nel numero di veicoli cambiati negli anni per automobilista, probabilmente quello del raduno «Motori benefici» (appuntamento ore 8.30 a Biasca) sarebbe inaspettatamente basso. «Chi pensa che gli appassionati di auto d'epoca siano nemici dell'ambiente si sbaglia di grosso» incalza Moro. «Parliamo di veicoli che circolano pochissimo, sia in termini di giorni che di chilometri percorsi».
Il tragitto da Biasca a Olivone sarà all'insegna della mobilità lenta, per forza di cose. Una Balilla del 1930 ha un motore da 33 centimetri, fa notare Moro, e la velocità di una bicicletta. «Sarà un'allegra scampagnata tra amici, certo faremo un po' di rumore e di odore di motori, ma penso che i problemi del pianeta purtroppo siano ben altri». Anche senza contare la benzina, che ora costa venti volte tanto.