Con i piedi per terra, ma a un passo dagli Oscar

«Ha trovato l’America» si dice di fronte a un colpo di fortuna, memori del paese della Cuccagna scoperto (non sempre) dai nostri emigranti oltre Oceano. Amos Sussigan l’America l’ha trovata davvero. Ma per lui non si è trattato (solo) di fortuna. Ci ha messo anche creatività, impegno, dedizione e tanta caparbietà. È così che, a soli trent’anni, è già arrivato a un passo dagli Oscar.
Tutto è partito da un vecchio computer, regalato da un nonno e su cui era caricato Photoshop 2.0. Un programma di grafica che è stato provvidenziale, tanto da aver portato il giovane locarnese – regista e creativo ormai di casa a Hollywood – nell’olimpo delle star. Lo scorso anno all’Oscar è arrivato molto vicino e la statuetta dorata rimane nel suo mirino. «Non come punto d’arrivo, ma come meta dalla quale ripartire – racconta al Corriere –. Anche perché sono ben cosciente del fatto che vincerlo non necessariamente è una garanzia della qualità del lavoro». Intanto però «Coaster», l’ultimo cortometraggio del regista ticinese, è finito nella rosa dell’ultima novantina di lavori in lizza per l’Academy Award. «Poi, quando si è trattato di scendere a 30, non figuravamo più. Ma è stata lo stesso un’esperienza molto emozionante. Ci riproveremo».
Con la velocità di uno sprinter
Arrivare fin lì non è stata una passeggiata. Un lungo cammino che Sussigan ha però percorso alla velocità di uno sprinter. Oltre Oceano è sbarcato quasi per caso. «Quando ero piccolo – ricorda – in casa girava la lettera di alcuni parenti di Salt Lake City. Ci ho messo anni per capire cosa dicesse e, finalmente, a 17 ho preso l’iniziativa di contattarli per telefono. C’era la segreteria, ma mi richiamarono e mi invitarono in America. Vi rimasi un mese, visitando la zona e fermandomi anche a Los Angeles». Con la mecca del cinema fu amore a prima vista. «Potermici trasferire divenne il mio sogno, con l’obiettivo di puntare a una formazione che combinasse grafica e settima arte». Il cinema d’animazione, insomma. Con quell’obiettivo il giovane locarnese inizia a lavorare come un forsennato, «per mettere da parte i soldi necessari». Già a quel momento, insomma, vengono a galla le sue caratteristiche peculiari: accanto alla creatività, impegno, entusiasmo, ottimismo e caparbietà. Si diploma, dunque, in un’università californiana. Nel frattempo crea i primi cortometraggi, che attirano l’attenzione su di lui.
Nell’Olimpo della Disney
Inutile dire che, per uno del settore, la Disney è l’approdo più agognato. Sarà proprio un importante manager della storica casa di produzione a notare il suo lavoro e a cominciare a coinvolgerlo. Il primo grande film al quale lavora è «Frozen», un successo planetario. Intanto le nuove sfide si susseguono: grazie al film d’animazione ispirato alla canzone «Aria for a Cow» di Howard Ashman e Alan Menken, due dei più noti autori di colonne sonore della Disney, viene notato anche dalla Paramount e vi ottiene un lavoro. Un’avventura piena di alti e bassi (dai contatti con grandi star e registi, «che per me erano degli idoli» , al licenziamento in tronco per problemi legati al visto). Da lì in avanti il giovane regista locarnese (lavorando, in certi periodi, anche 80 ore la settimana) sfonda davvero, finendo per collaborare contemporaneamente con Netflix, con la Warner Bros. e ancora con la Disney. Ciò nonostante ha trovato anche il tempo per creare «Coaster».
Alle feste assieme alle star
«Ad ispirarmi – racconta – sono state proprio le mie esperienze nel mondo del cinema, con i loro alti e bassi («coaster» sono infatti le montagne russe, ndr). Essere in lizza per gli Oscar ha coinvolto me e tutta la troupe (di cui fanno parte anche la famosa drag queen Nina West, che ha dato la voce a uno dei personaggi, e, come produttore, Jean de Meuron, figlio del noto architetto svizzero, caro amico e da tempo attivo a Hollywood) in una campagna di promozione stellare. Abbiamo percorso gli Stati Uniti in lungo e in largo, invitati ad eventi con personaggi del calibro di Leonardo di Caprio, Quentin Tarantino o Charlize Theron...». Un trampolino di lancio non da poco, insomma, che aiuterà Sussigan a prendere una nuova rincorsa verso gli Oscar. Intanto «Coaster» ha ormai imboccato la propria strada e prossimamente sarà presentato in una decina di festival.
Dai volantini a «Space Jam» 2
Amos Sussigan ha cominciato la propria carriera come grafico «fai da te». Dopo aver creato quasi per caso un volantino pubblicitario per un locale dove faceva il lavapiatti, inizia a collaborare con molti bar e discoteche di tutto il Ticino, con Rete 3 e con TeleTicino. Fra le sue creazioni vi è anche il logo di Locarno on Ice. Grazie a quei lavori riesce a procurarsi i mezzi per lasciare il Ticino e per trasferirsi oltre Oceano, dove, dopo essersi diplomato all’università, comincia a collaborare con le grandi case di produzione per il cinema di animazione. Nel frattempo dirige anche i suoi primi cortometraggi. Attualmente sta, fra l’altro, lavorando al sequel del film «Space Jam», che sarà interpretato dalla star della NBA LeBron James e che dovrebbe uscire nelle sale l’anno prossimo.