Tribunale

Condanna inasprita al Baffo della tv

La procura aveva chiesto 13 mesi sospesi (12 la difesa), ma il giudice Ermani ha ritenuto di doverne dare 16 al teleimbonitore che non si è curato del limite di 80 chilometri orari, sfrecciando invece a 157
La Corte delle Assise correzionali di Mendrisio ha condannato il celebre conduttore televisivo italiano Roberto Da Crema.
Marija Miladinovic
03.12.2018 12:28

Respiro affannoso, gesticolazione convulsa e baffo corvino. La fama di Roberto Da Crema, celebre volto delle vendite televisive italiane, a nulla gli è servita durante il processo per grave infrazione alle norme della circolazione che lo ha visto protagonista nell’aula della Corte delle Assise correzionali di Mendrisio, di fronte alla quale, tra l’altro, non si è presentato. Avendo disertato già una volta, il processo si è comunque svolto in contumacia.

La pena a lui inflitta dal giudice Mauro Ermani è risultata anche più alta di quanto proposto da accusa e difesa ed è stata stabilita a 16 mesi sospesi per un periodo di due anni con la condizionale. Questo per aver sfrecciato a 157 chilometri orari su un tratto dove il limite era di soli 80. Il raddoppio della velocità consentita è avvenuto in autostrada, di notte, ha poi fatto notare l’avvocato della difesa Chiara Buzzi chiedendo una pena minima di 12 mesi sospesi. A bordo della sua Fiat, il Baffo è stato pizzicato all’altezza dell’uscita autostradale di Mendrisio, quando i lavori alla tratta avevano imposto un limite ridotto. Il teleimbonitore 65.enne percorreva quella stessa strada più volte alla settimana e non poteva non sapere quali erano le velocità consentite, ha fatto notare il procuratore pubblico Roberto Ruggeri prima di chiedere una condanna a 13 mesi sospesi.

“Si continua a fare del gran bla bla in merito a questa norma”, ha esordito Ermani nel leggere la sentenza e riferendosi alla rigidità della legge denominata “Via Sicura”, l’insoddisfazione che aleggia nei confronti della norma è infatti stata citata nell’arringa della difesa. “La colpa soggettiva minima per chi viaggia a 140 su 80 implica una pena di almeno 12 mesi, non se ne possono quindi chiedere 13 quando si è sfrecciato a 157 su 80”, ha incalzato criticamente il giudice prima di condannare la celebrità a 16 mesi. “I magistrati non devono condividere la legge ma applicarla. Il resto è lavoro delle Camere federali”, ha concluso Ermani.

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