Sentenza

Condannato a 2 anni il truffatore dei motori

«Impressiona la sua propensione a mentire»: così la giudice Verda Chiocchetti ha motivato la pena inflitta al 53.enne del Luganese già condannato per il caso «Muscle car»
CdT/Chiara Zocchetti
Red. Lugano
06.02.2020 15:16

«Impressiona la sua propensione a costruire un castello di bugie: ha preferito delinquere al posto che agire nella legalità». Così oggi la presidente della Corte delle Assise criminali, Francesca Verda Chiocchetti, ha motivato la condanna inflitta al 53.enne del Luganese, ex pilota amatoriale noto alle nostre latitudini, ritenuto colpevole di truffa per mestiere, truffa processuale, falsità in documenti, istigazione alla falsità in documenti, coazione e trascuranza degli obblighi di mantenimento. L’atto d’accusa, firmato dalla procuratrice pubblica Raffaella Rigamonti, è stato in gran parte accolto e l’uomo è stato condannato a 2 anni di carcere da espiare. In questo periodo è compresa anche la pena sospesa con la condizionale della condanna del 2015, che ammontava a un anno e sessanta giorni. Cinque anni fa era stato infatti processato quale imputato principale nell’ambito del procedimento "Muscle Car", definito «il più grande giro di compravendita di auto rubate mai registrato alle nostre latitudini» e condannato a tre anni e mezzo di carcere. L’uomo è stato oggi riconosciuto colpevole di cinque truffe ai danni delle assicurazioni organizzati inscenando finti incidenti tra vetture e di un raggiro ai danni di un privato: ha modificato il chilometraggio di un’auto per rivenderla realizzando un indebito profitto. L’imputato è stato condannato anche per truffa processuale: ha ingannato il pretore mostrandogli una situazione finanziaria peggiore di quella reale con lo scopo di ottenere una decisione più favorevole e pagare meno contributi di mantenimento. «I suoi trascorsi si commentano da soli - ha detto ancora la giudice - a nulla è servito il carcere e al dibattimento ha fatto proclami che aveva già fatto in passato e sempre disatteso: non si può dargli fiducia».

L’accusa, tenendo conto dei suoi precedenti specifici, aveva chiesto 28 mesi di detenzione interamente da espiare. «Quello dell’imputato è un comportamento criminoso seriale, - aveva detto la procuratrice - vive da decenni facendo truffe con piccole pause date dai periodi di carcerazione». La difesa, sostenuta dall’avvocata Samantha Grapsi, aveva invece contestato l’atto d’accusa in diversi punti e chiesto una sostanziale riduzione di pena: un anno di carcere.