Condannato il corriere dal piede pesante

SAN PIETRO/LUGANO - Dai radar posizionati lungo le strade svizzere è stato pizzicato 5 volte in 4 mesi circa, quasi sempre mentre era alla guida della stessa auto, tra il dicembre del 2017 e il marzo del 2018. Una volta a Stabio, due a Emmenbrücke, una a Bennau e una Zurigo. Che anche in quelle occasioni si fosse recato nel nostro Paese con della droga non è però stato possibile provarlo. L’uomo è così stato condannato per un solo trasporto illecito.
Il cittadino albanese di 31 anni (residente a Torino) a processo oggi a Lugano davanti a una Corte delle Assise criminali di Mendrisio presieduta da Manuela Frequin Taminelli ha infatti ammesso di aver fatto il corriere della droga soltanto in un’occasione, il 29 luglio 2018, quando è stato fermato al valico di San Pietro di Stabio mentre cercava di entrare in Svizzera (a bordo della stessa auto con cui è stato pizzicato più volte a velocità eccessiva Oltralpe) con poco più di un chilogrammo di cocaina. La droga, di una purezza dell’89%, era nascosta in una borsa frigo. E la Corte non ha potuto provare il contrario, sebbene più di una giustificazione presentata in aula penale ieri sia sembrata poco credibile. L’imputato ha infatti spiegato, ad esempio, di essere stato avvicinato una sera da delle persone che gli hanno proposto 2.000 euro come compenso per trasportare la sostanza stupefacente. L’incontro è avvenuto mentre sostava in un hotel poco lontano da Milano, città dove si stata recando per comperare una carrozzina in vista della nascita di suo figlio e dove si sarebbe trovato con il fratello che vive in zona. In quell’hotel si sarebbe fermato perché si sentiva poco bene e desiderava spezzare il viaggio. La struttura alberghiera, un quattro stelle, dista però solo 26 chilometri da casa del fratello e il 31.enne ha pure problemi di soldi, gli è stato fatto notare in aula per sottolineare come la storia dell’incontro casuale con i suoi complici (che non sono ancora stati identificati) sia poco realistica.
L’imputato alla sbarra, in carcere dalla scorsa estate, doveva rispondere di infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti e di guida senza autorizzazione, ripetuta. Ogni volta che è stato pizzicato da un radar e quando è stato fermato a San Pietro era infatti in possesso di una licenza di condurre scaduta. L’uomo aveva anche dei precedenti, legati sempre alla circolazione, per cui era stato condannato a una pena pecuniaria nel giugno del 2018.
Per lui la procuratrice pubblica Valentina Tuoni ha chiesto una pena di 3 anni e 8 mesi di detenzione, più 5 anni di espulsione dal territorio elvetico. L’avvocato della difesa, Rossana Zurli, ha invece domandato una sostanziale riduzione della condanna proposta dalla pubblica accusa, condanna che avrebbe dovuto essere di 30 mesi al massimo e parzialmente sospesa. Zurli ha sostanzialmente chiesto che il suo assistito potesse uscire subito dal carcere, dove si trovava già da circa 8 mesi.
La giudice Frequin Taminelli ha infine optato per una condanna a 3 anni di detenzione, di cui 10 mesi da espiare e il resto sospesi per un periodo di prova di 3 anni. Per quanto concerne l’espulsione - di cui la difesa non ha parlato - la presidente della Corte ha deciso per un periodo di 8 anni.