Congelato l'ammodernamento dell'Ida di Bioggio perché i progettisti stanno litigando

La Delegazione consortile del CDALED - il Consorzio depurazione acque Lugano e dintorni - negli scorsi giorni ha messo «suo malgrado» in stand-by l’importante e oneroso rinnovamento dell’impianto di depurazione (IDA) di Bioggio, per cui nel 2020 erano stati stanziati 75 milioni di franchi. Il motivo? Una lite insanabile fra i progettisti che ha portato la Delegazione a decidere di incaricare un esperto indipendente al fine di ottenere una perizia tecnica che possa dirimere la vicenda. La Delegazione precisa che nella vicenda il CDALED «è da considerarsi parte lesa» e non esclude eventuali cause ai progettisti. Il tutto verrà discusso nel prossimo Consiglio consortile, in programma il 10 dicembre.
Un colpo di scena
Che intraprendere l’ammodernamento degli impianti di trattamento acque dell’Ida di Bioggio, inclusa la nuova fase di trattamento dei microinquinanti, fosse più complicato del previsto lo lasciavano intuire le date (i 75 milioni sono stati stanziati ormai cinque anni fa), ma la causa di questo ritardo - la tensione fra progettisti - non era finora emersa. Tensione che peraltro si trascina ormai da tempo, come si evince nella richiesta di stare in lite avanzata dalla Delegazione al Consiglio, in cui la vicenda è riassunta anche a beneficio di tutti i Comuni consorziati: «Con il presente messaggio, in modo del tutto trasparente, la Delegazione consortile vuole informare il Legislativo ed i Comuni consorziati in merito ai ritardi accumulati dall’importante Progetto TRA e del fatto che sta valutando i prossimi passi da intraprendere per far ripartire il progetto su basi più solide».
Ore di lavoro in più: 4.900
Il problema sta tutto in una presunta inconciliabilità tra il progetto definitivo e quello esecutivo. Il primo, su cui è basata la richiesta di credito e che è stato approvato dalla varie istanze per ottenere fra l’altro la licenza edilizia e i finanziamenti cantonali, è dello studio d’ingegneria TBF+Partner AG, al quale la Delegazione ha pure conferito un mandato specifico di Direzione generale di progetto e supporto alla committenza per occuparsi del coordinamento generale del progetto. La progettazione esecutiva delle opere, dopo concorso pubblico, è invece stata assegnata nel 2022 al Consorzio Ceresio 22, capofila lo studio d’ingegneria Masotti & Associati SA. I primi problemi sono sorti dopo alcuni mesi di lavoro, quando il Consorzio 22 ha segnalato alla committenza delle lacune contenute nel progetto definitivo che le impedivano la prosecuzione della fase d’appalto. Lo studio TBF, in qualità di estensore del progetto definitivo, ha a sua volta valutato le lacune segnalate dal Consorzio ed ha proposto alcune modifiche e complementi di progettazione. Il Consorzio ha però messo in discussione le proposte di TBF, sostenendo che le stesse non erano sufficienti a portare in appalto il progetto. Non solo: stando al Consorzio il progetto definitivo deve essere rielaborato in maniera molto importante con una stima di almeno 4.900 ore di lavoro, mentre stando a TBF il progetto è tuttora valido e necessita unicamente di alcune modifiche puntuali.
Vani tentativi di negoziazione
Questo modo di procedere ha di fatto interrotto la fase degli appalti e la progettazione esecutiva causando notevoli ritardi all’opera e, ora, la sua messa in stand-by. In tutto ciò la Delegazione consortile del CDALED «è più volte intervenuta per imporre la ripresa dei lavori, ma senza successo in quanto le parti non sono riuscite a trovare un accordo. Vane sono state le innumerevoli riunioni tra la committenza e i progettisti e anche i vari tentativi di negoziazione non hanno permesso di raggiungere dei risultati tangibili». Da cui la decisione di premere il tasto pausa, in attesa di una perizia tecnica che si spera possa fare chiarezza. Da essa la Delegazione si attende che possa «determinare la natura e la portata delle eventuali lacune progettuali, nonché la ripartizione delle eventuali responsabilità tra le parti coinvolte». In funzione delle risultanze, si legge infine, «la Delegazione consortile si riserva la facoltà di intraprendere le necessarie azioni legali nei confronti di una o di entrambe le parti, al fine di tutelare adeguatamente gli interessi del Consorzio e dei Comuni consorziati».
