Simposio

Congresso sui linfomi: per ora a Lugano, ma in futuro chissà

Dal 18 al 22 giugno Lugano ospita il simposio internazionale che genera fino a 10 milioni di indotto - Ma diverse grandi città si contendono l’organizzazione
Lavori in corso al Parco Ciani, dove si sta montando una tendostruttura che occuperà 4.000 metri quadrati. (Foto Reguzzi)
Chiara Nacaroglu
06.06.2019 06:00

LUGANO - Tra i sette e i dieci milioni di franchi: è l’indotto stimato che il quindicesimo Congresso Internazionale sui Linfomi Maligni (ICML), in programma dal 18 al 22 giugno, porterà in città. In riva al Ceresio i preparativi fervono. Da qualche giorno infatti gli operai sono al lavoro all’interno del Parco Ciani per montare il grande tendone (occupa ben quattromila metri quadrati) che sarà uno degli spazi, insieme al Palazzo dei Congressi, Villa Ciani, l’aula magna e l’auditorio dell’USI e il cinema Corso, atti ad ospitare i circa quattromila tra medici, ricercatori, biologi e rappresentanti di case farmaceutiche.

Quello organizzato dal professor Franco Cavalli a Lugano dal 1981 è un evento grandioso in termini numerici, per la città si prospettano cinque giorni di alberghi e ristoranti pieni. Si stima infatti che un indotto pari a 400-500 franchi a persona al giorno, per un totale che si aggira, come detto, tra i 7 e i 10 milioni. Ma non è solo Lugano ad approfittare dell’affluenza di medici e ricercatori, i partecipanti provenienti da un’ottantina di Paesi soggiorneranno infatti in tutto il cantone, da Chiasso a Bellinzona fino a Locarno. Alcuni optano anche per alberghi oltre frontiera, in particolare a Como. «Siamo contenti, non succede spesso che si possa organizzare un congresso di questa portata in una città a misura d’uomo come Lugano», spiega il capodicastero Eventi Roberto Badaracco. «La Città crede fermamente nel segmento congressuale e lo dimostra anche con la progettazione del nuovo Polo congressuale che, in sinergia con quello attuale, sarà sicuramente un aiuto logistico non indifferente per un congresso come ICML». Lugano ospiterà anche il prossimo appuntamento oncologico, previsto nel 2021, assicura Badaracco, e vorrebbe continuare a farlo. Ma non sarà facile: «La concorrenza è fortissima, altre città più grandi lo vogliono», spiega il municipale. «A livello di indotto e di affluenza quelle del ICML sono cifre da capogiro, ma l’organizzazione comporta un grossissimo sforzo a livello logistico e tecnico da parte di tutti gli attori interessati». Lo sa bene Thomas Amiconi, managing director della Amiconi consulting di Lugano, agenzia che si occupa di diversi aspetti logistici del congresso. «Noi ci occupiamo della ricezione dei delegati, ma anche dei transfer da e per Lugano e di tutto il corollario che ruota attorno alla permanenza dei partecipanti in città», spiega Amiconi. «Le sfide più impegnative? Da una parte l’interfacciarsi con tutti gli alberghi del cantone e dall’altra la contrattualistica, sia con le società farmaceutiche sia con gli individuali».

Nonostante dal profilo giuridico sia tutto bloccato da alcuni ricorsi contro la variante di Piano regolatore prevista a Campo Marzio, nelle prossime settimane arriverà sul tavolo del Municipio il rapporto della giuria di esperti sui progetti per il Polo congressuale. «Un volano economico vero per la città, – dice Badaracco – con esso Lugano sarà in grado di ospitare congressi e molto altro, accogliendo tra le cento e le mille persone in maniera regolare. Nel 2020 dovremmo arrivare con un progetto definitivo e i dettagli relativi ai costi». Da parte della Città, infine, quest’anno si darà un ulteriore supporto organizzativo rendendo Viale Cattaneo a senso unico (su una sola corsia) in determinati orari dei giorni del congresso e concedendo una corsia da dopo l’accesso all’autosilo fino al liceo per permettere la sosta dei pullman.

Anche una corsa di beneficenza

La novità di quest’anno è la Charity run, una corsa di beneficenza in programma la sera del 20 giugno alle 20.30. «Lo scopo – spiega Amiconi – è compensare le emissioni di carbonio generate e raccogliere fondi per sostenere un progetto dell’Istituto oncologico della Svizzera italiana in Kenya». La gara è aperta solo a 300 delegati del convegno, ma no si esclude che in futuro possa essere aperta a tutti.

Di cosa parleranno gli esperti

Il tema più dibattuto al congresso sarà quello del possibile ruolo di un approccio terapeutico completamente nuovo (le cosiddette CAR-T cells), la cui storia sarà riassunta dal suo inventore, il Dr. Carl June di Philadelphia. In questo metodo una sottopopolazione dei globuli bianchi (cosiddetti linfociti T), che rappresentano un po’ la migliore arma a disposizione del nostro organismo per combattere i tumori, vengono modificate con una raffinata tecnologia genetica, in modo di renderli molto più aggressivi ed in grado di distruggere le cellule del linfoma. Questo trattamento a base di CAR-T cells sta modificando profondamente gli approcci terapeutici ai linfomi maligni.