«Coniugava passione e tenacia, per questo era amato dal popolo»

«Se ne va un compagno, l’amico di una vita intera». Pietro Martinelli ha condiviso non solo le tante strade della politica, ma anche quelle della vita. Un rapporto, il loro, durato decenni. Interrotto oggi, con la scomparsa di Werner Carobbio all’età di 86 anni. «Credo che lui sia riuscito a coniugare passione e tenacia politica nel migliore dei modi». Sicuramente, la politica è stata per lui una passione totalizzante, riassume Franco Cavalli con il quale condivise gli anni tumultuosi della nascita del Partito socialista autonomo (PSA). Anni di battaglie e di confronti animati da giovani che chiedevano un nuovo orientamento per il PS ticinese. Sua, spiega Cavalli, la mozione che scatenò l’uscita dal PST (vedi box a lato). «È stato sicuramente un uomo di partito», ricorda dal canto suo «l’avversario» liberale radicale Adriano Cavadini, collega a Berna per dodici anni al Consiglio Nazionale. «Era un grande organizzatore che teneva tutto sotto controllo», gli fa eco Martino Rossi: «L’ho conosciuto come membro del PSA e, successivamente, del PS. Ma anche come avversario politico quando nel 1973 con altri compagni siamo usciti dal PSA per fondare la sezione ticinese della Lega marxista rivoluzionaria». In questo crogiolo di sensibilità e di tensioni si forma Carobbio: «In quegli anni intervenne più di una volta per difendere il PSA da ogni interferenza», osserva ancora Rossi. «L’interesse del partito e della sinistra veniva prima di tutto». Eppure, come ricorda ancora Cavadini, Carobbio sapeva anche lavorare oltre gli steccati politici per difendere, a Berna, l’interesse del Ticino: «Werner aveva due facce. Quando faceva il socialista, avevamo posizioni diametralmente opposte. Tant’è vero che, di tutti i deputati a Berna nei 12 anni trascorsi assieme, è stato quello con cui ho fatto più dibattiti pubblici sui temi in votazione. In quelle occasioni difendeva, anche duramente, le sue posizioni. Ma quando c’era da collaborare su tematiche che riguardavano il Ticino, invece, non si tirava mai indietro e si lavorava assieme». Cavadini cita il dossier Alptransit: «La maggioranza della Commissione trasporti proponeva di prelevare un pedaggio al San Gottardo per finanziare l’opera. Un’idea balorda che abbiamo combattuto duramente fino a quando il pedaggio venne effettivamente bocciato dalla Camera bassa».


A sottolineare la grande operosità politica di Carobbio è anche Franco Cavalli, per quattro anni consigliere nazionale socialista accanto al politico ticinese. «Era sempre il primo ad arrivare a Palazzo e l’ultimo a partire la sera. Innamorato della politica, Carobbio a Berna si è guadagnato la fama di grande lavoratore. Tanto è vero che quando venne istituita la commissione parlamentare per lo scandalo delle schedature venne scelto come rappresentate socialista e vicepresidente della commissione d’inchiesta». La mole di lavoro era tanta. Serviva una persona in grado di leggere le carte con attenzione e meticolosità. «Werner era la persona giusta. E i colleghi lo sapevano».
Eppure, il suo esordio politico a Berna non fu tanto semplice, come ricorda Martinelli: «Durante i primi tempi era quasi snobbato, tanto che alcuni colleghi cercavano di non viaggiare con lui sul treno per Berna. Poi è riuscito a conquistare la fiducia di tutti, arrivando a diventare un personaggio importante del Consiglio nazionale. E tutto questo grazie alla tenacia che lo caratterizzava come uomo e come politico. Grazie a un lavoro meticoloso sui temi ha saputo farsi rispettare, ristabilendo i rapporti con il Partito socialista svizzero. Ciò ha permesso al PSA di tornare “da vincitore” all’interno della socialdemocrazia».


Passione e tenacia, dunque. «Credo che in lui questo binomio abbia funzionato nel migliore dei modi», commenta ancora Martinelli. «A questo speciale amalgama di virtù politiche si deve la sua capacità di parlare alla gente», chiosa l’amico. Passione e tenacia, però, non sempre vanno d’accordo: «È vero. La passione è una cosa momentanea, la tenacia invece richiede lunghe riflessioni e un impegno costante». Non solo. La passione rischia di ostacolare il raggiungimento di un obiettivo che invece si può ottenere solo sul lungo periodo. «Carobbio è riuscito a mettere assieme questi due estremi. Credo anche che lui fosse più amato di me, dal popolo intendo. La gente si riconosceva in lui. Nel socialismo ci sono tanti intellettuali. Werner riusciva a coniugare la finezza di un intellettuale alla rudezza di un uomo del popolo. In questo senso - prosegue Martinelli - ci completavamo bene. La nostra è stata un’amicizia senza uno screzio, in cui ci dicevamo tutto in maniera aperta e senza secondi fini». Il ricordo di Martinelli corre quindi al 1969, anno della nascita del Paritto socialista autonomo. «Nel PSA non c’erano secondi fini, come talvolta accade nei partiti».